Il sogno di Sam era ancora trovare qualcuna da amare e con cui metter su famiglia. La voleva carina, intelligente, premurosa e, possibilmente, che sapesse anche farlo ridere ma aveva deciso di accantonare la ricerca a dopo il processo.
Nel frattempo si era rimesso alacremente al lavoro, aveva fatto un paio di telefonate, scoprendo che c'era davvero una telecamera qualche metro prima del punto dell'incidente e si era fatto mandare una copia della foto di Dalton con indicata la velocità cui stava correndo. Per corredare meglio le sue argomentazioni aveva chiesto aiuto a Charlie, esponendole la sua idea e lei si era detta entusiasta. Scrisse una nuova arringa concentrandosi stavolta sul querelato. Rileggendola si rese conto che si era lasciato trascinare dalla rabbia perché sua madre era morta per colpa di un tizio simile, sperò solo che stavolta andasse bene, comunque era confortante sapere che ci sarebbe stato Gabriel ad aiutarlo.Quando Sam andò a trovarlo durante il week-end, questi gli fece trovare ben due varietà di stuzzichini, sempre in quantità industriali. Una era composta da delle strisce di pasta sfoglia che avvolgevano un ripieno di asparagi e prosciutto cotto, con degli occhietti e ogni involtino era sistemato su un tovagliolo ripiegato a forma di bara, l'insieme dava l'impressione di tante piccole mummie; l'altra da tramezzini a forma di galletto formati da due fette rotonde di pan carré per il corpo, provola e olive nere per gli occhi, un formaggio arancione e del prosciutto crudo sapientemente intagliati per simulare tutti i dettagli dell'animaletto.
Sam ne fu commosso: pensò che fosse il suo modo di ringraziarlo per non averlo lasciato solo. «Ma sei incredibile! E che buoni!» gli disse, dopo averli assaggiati entrambi.
«Pensi che alle piscine pubbliche abbiano queste specialità?» gli chiese Gabriel, malizioso.
«Credo proprio di no, vorresti leggere la mia arringa?» gli domandò, porgendogli dei fogli.
«Sammy, persino il Padreterno si è riposato il settimo giorno!» sbuffò. «Dai, fammi vedere.» La lesse attentamente, mentre Sam tratteneva il fiato. Finalmente lo guardò. «Samuel, ottimo lavoro, hai centrato in pieno il bersaglio. Anche se Dalton non ha ucciso il nostro assistito, avrebbe potuto farlo e ricordati di sottolinearlo se il tuo ex amico Tyson dovesse fare delle obiezioni sul fatto che fai delle illazioni.» Gli riconsegnò i fogli. «Ora fa' finta di essere nell'aula del tribunale e che io sia il querelato e fammi vedere come la pronunceresti.»
«Signori della giuria, quest'uomo...» esordì Sam.
«Fermo lì!»
«Ma ho appena iniziato...» che cosa c'era che non andava?
«Mi devi indicare, devi additarmi al pubblico ludibrio, se tu non hai il coraggio di farlo, la giuria potrebbe non avere il coraggio di condannarlo. Su, ricomincia...»Nei giorni successivi, Gabriel ipotizzò tutte le domande che avrebbe potuto fare Brady, allenando sia Singer sia Sam a rispondere o a obiettare adeguatamente a ognuna.
Il giorno del processo, Sam aveva deciso di portare con sé la sua bilancia, quando la vide, Gabriel ghignò: «Non son sicuro che porti fortuna, l'ultima volta che l'hai portata in un'aula di tribunale, il tuo cliente ha perso!»
«Ma io volevo che perdesse! E poi mi ha davvero portato buono, mi ha fatto ritrovare te... cioè mi ha fatto tornare nel tuo studio...» Si sentì avvampare. «Dev'essere il nervosismo...» balbettò.
«Può darsi...» ridacchiò Gabriel.
Mentre Brady spiegava perché il suo cliente era innocente e il signor Singer colpevole, questi brontolò: «Che palle! Ci manca solo che mi chiedano di risarcirgli il cofano che gli ho ammaccato.»
Poi Tyson passò a interrogare Singer, rispolverando la morte della sua prima moglie, uccisa da un rapinatore, e insinuando che in realtà lui si fosse buttato sotto la macchina di Dalton proprio con l'idea di farla finita, perché si sentiva ancora in colpa, per averla lasciata sola a casa.
Sam fu così stupito che non riuscì subito a replicare, per fortuna c'era Gabriel: «Obiezione! Si parla di una faccenda di un quarto di secolo prima!»
«Accolta!»
«Mi dispiace» sussurrò mortificato Sam a Gabriel. «Sarei dovuto intervenire io.»
«Non ti preoccupare» gli rispose, stringendogli leggermente la mano. «Il primo giorno nessuno è al suo meglio.»
«Dopo quella tragedia, lei ha avuto gravi problemi di alcolismo e ora vuole farci credere che non tocca più un goccio da anni?» chiese ancora Tyson a Singer.
«Per la miseria! È così!»
«Signor Singer! La prego di rispondere in maniera più consona alle domande dell'avvocato Tyson» lo redarguì il giudice.
Poi toccò a Sam che mostrò alla giuria l'esame tossicologico, secondo cui il signor Singer era pulito da anni, poi chiese al loro cliente se avesse avuto davvero intenzione di suicidarsi.
«Certo che no!» sbuffò. «Non dimenticherò mai Karen ma amo Hellen e son molto affezionato a Jo e non farei mai una cosa così idiota!»
Quando fu la volta del radiologo, Tyson lo accusò di mentire perché il fratello di Gabriel, Castiel, era un suo collega.
«Le lastre non mentono!» esclamò indignato. «E la mia professionalità non può essere messa in discussione!»
«Le lastre ci dicono soltanto che è stato investito e ciò non sarebbe successo se il signor Singer avesse attraversato sulle strisce!»
Era giunto il momento per Sam di tirare fuori il suo asso dalla manica ovvero la simulazione al computer dell'incidente, creata da Charlie, d'accordo la foto ma un bell'effetto scenico, come quando Peterson era caduto dalla scala, era quello che ci voleva.
«Che cos'è? Un videogioco?» chiese Brady annoiato, quando vide il filmato. «Avvocato Winchester, pensavo che fosse troppo cresciuto per queste cose.»
"Calmati, Sam" «No, questo è il suo cliente che è convinto di essere una palla da bowling e che i pedoni siano birilli!»
La simulazione era proprio realistica e Sam notò, con piacere, che parecchi giurati ne furono colpiti. Quando tornò al suo posto, Gabriel gli diede delle pacche incoraggianti sul ginocchio. «Stai andando benissimo, Sammy!»«Ripensandoci avrei potuto...» cominciò a dire Sam al bar, mentre aspettavano la sentenza.
«Sammy» lo interruppe Gabriel, «ormai è andata... come quando tiravi la palla per fare canestro... a questo punto non c'è più niente che possiamo fare, solo aspettare, potrebbe essere questione di pochi minuti o qualche giorno ma ricordati, comunque vada a finire, sono molto orgoglioso di te!»
Sam arrossì lusingato. «Come facevi a sapere che cosa avrebbe chiesto Brady?»
«Uff! 'sti avvocati! Tutti uguali, sempre lì a pescare nel torbido. Una volta che lo sai, nessuna domanda può più sorprenderti.»
«Però tu sei diverso...»
«Già, si potrebbe farne una serie televisiva "Gabriel, l'avvocato con la coscienza"; peccato che la boccerebbero perché non è realistica» ridacchiò.Mentre ascoltava il portavoce della giuria, Sam non riusciva a crederci: aveva vinto! Avevano dato ragione a lui e al loro cliente!
«Sapevo che ce l'avresti fatta!» esclamò Gabriel abbracciandolo.
"Al diavolo quello che dicono i professori!" Sam lo strinse intorno alla vita e, senza rendersene conto, lo sollevò da terra. «Senza di te, non ci sarei mai riuscito! Grazie!»
Gabriel spalancò gli occhi sorpreso. «Sammy...» ansimò, aggrappandosi a lui, con gli occhi che gli brillavano.
Sam si sentì gli sguardi di tutti addosso ma che cosa stava facendo? «Oddio, scusami! È stata la foga del momento!» disse, rimettendolo giù. Che cosa gli era saltato in mente?
«Non devi scusarti, come ti ho già detto, adoro fare l'orsacchiotto! Sai, pasticcino? Dovresti lasciarti andare più spesso» gli disse Gabriel, sorridendo da un orecchio all'altro.
«Prendetevi una stanza!» sentì brontolare Singer.
Sam arrossì imbarazzato ma era felice: aveva vinto il suo primo caso, ora era davvero un avvocato!
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Le sorprese dell'amore
FanfictionUna carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...