"It was the heat of the moment..."
Sam aprì gli occhi chiedendosi due cose: che cosa fosse successo alla sua sveglia che si limitava a fare solo "be-be-be-beep" e perché non riuscisse ad alzarsi, la risposta arrivò quando abbassò lo sguardo. Non solo Gabriel era lì, con la testa appoggiata sul suo petto e le mani sui suoi fianchi ma Sam scoprì, con costernazione, che il proprio braccio gli aveva circondato le spalle stringendolo a sé.
"Oddio!" Si affrettò a liberarlo.
«Buongiorno, pasticcino!» lo salutò il collega sfarfallando le ciglia. «Ops! Devo averti scambiato per il mio cuscino, le mie scuse! Però vedo che anche tu mi hai scambiato per il tuo orsacchiotto...» Spense la sveglia, si alzò ridacchiando e prima che Sam potesse dire qualcosa, uscì dalla stanza.
Sentì che apriva l'acqua della doccia. "Non ero ubriaco, son sicuro che non lo fossi." E allora perché aveva dormito stringendo a sé Gabriel? Forse durante la notte, inconsciamente, l'aveva scambiato per Jessica, era l'unica spiegazione. "Eppure avrei dovuto ricordarmi che se n'è andata."«Wow! Ci voleva proprio! Spero di non averti dato fastidio, stanotte» disse Gabriel rientrando con indosso un accappatoio viola chiaro e frizionandosi i capelli con un asciugamano.
«No, anzi ho dormito bene.» Stranamente, a ripensarci era proprio così. «Vedo che stamattina stai molto meglio.»
«Ho dormito splendidamente!» gli rispose Gabriel stiracchiandosi e buttando l'asciugamano sul letto. «Che dici? Sarà merito del cuscino?» gli chiese malizioso.
Sam si sentì avvampare. «Però avevi giurato di non saltarmi addosso!»
«E non l'ho fatto... Tecnicamente ti sono solo rotolato addosso che, converrai con me, è molto diverso e prima che potessi rotolare via, tu me l'hai fisicamente impedito.»
«Non me ne sono accorto, scusami...»
«E di che cosa? Adoro fare l'orsacchiotto!» disse strizzandogli l'occhio e facendolo avvampare di nuovo. «Se vuoi fare la doccia anche tu, non fare complimenti!» aggiunse recuperando i suoi vestiti dal pavimento e uscendo dalla stanza.Sì, forse una doccia gli avrebbe schiarito le idee, non che di solito le facesse in casa altrui ma visto che era stato autorizzato, perché no? S'insaponò i capelli e i pettorali. Ma perché Gabriel si divertiva a metterlo in imbarazzo? D'accordo, si erano svegliati abbracciati ma non era un buon motivo per continuare a fare battute su cuscini e orsacchiotti. A volte gli sembrava infantile come Dean! Fece un profondo respiro e gettò la testa all'indietro sotto il getto dell'acqua, per sciacquarsi.
«Sammy, stai già facendo la doccia?» chiese Gabriel entrando in bagno.
"Lo ammazzo! Se entra nel box, giuro che lo ammazzo!" «Sì, non puoi aspettare?» strillò Sam.
«Troppo tardi...»
«Troppo tardi per cosa?» urlò Sam ma l'altro era già uscito.
Finita la doccia, si asciugò, si vestì e raggiunse Gabriel in cucina. «Troppo tardi per cosa?»
L'avvocato stava cucinando dei pancake indossando un grembiule nero con disegnati tanti baci e la scritta "Bacio meglio di come cucino". «Ho dimenticato di spegnere la telecamera che c'è nel box doccia e che è collegata a internet.»
Sam scosse la testa cercando di capire: «Hai una webcam nella doccia?»
«Sì, mi eccita da matti il pensiero che migliaia di persone mi guardino mentre sono nudo, stavolta invece hanno am...»
«CHE COSA?» ruggì Sam correndo verso il bagno ed eccola lì, infatti, che lo fissava dall'alto della parete. Come aveva fatto a non vederla? Ma quando l'afferrò, si accorse che era semplice legno dipinto, mentre Gabriel, dietro di lui, si piegava in due dalle risate.
«Ma ti sembrano scherzi da fare?» gli domandò furioso.
«Perché ne conosci degli altri? Vedessi la tua faccia!» rispose continuando a ridere.
Aveva una risata talmente contagiosa che Sam, suo malgrado, si mise a ridacchiare. «Com'è che non l'ho vista?»
«Semplicemente perché non c'era. L'ho piazzata lì mentre ti stavi vestendo e ora che ne diresti di fare colazione?»
"Colazione... è quasi mezzogiorno, fortuna che è domenica."Sam si sedette al tavolo e prese una delle frittelle che Gabriel aveva farcito con marmellata di pesche, arrotolato e messo davanti a lui. «Non sembra un pancake...» disse concentrandosi sul gusto.
«Perché non lo è, quella è un'omelette, direttamente dalla Francia, niente farina e si cucina prima. Ti piace?» gli chiese sedendosi davanti a lui e fissandolo con le mani intrecciate sotto il mento.
«È deliziosa!» Per un attimo si chiese se la frase sul grembiule corrispondesse a verità, perché se era così... Si schiaffeggiò mentalmente e indicò la foto che aveva attirato la sua attenzione la sera prima. «Quei due bambini con il triciclo... siete tu e Castiel, vero?»
«Proprio noi» rispose girandosi a guardarla con un sorriso affettuoso. «Aveva 3 anni ed era il primo giorno che saliva sul triciclo, solo che non voleva andare da nessuna parte senza il suo orsacchiotto... Timmy, Jimmy, qualcosa del genere... siccome non aveva il cestino gliel'ho legato al manubrio in modo che non cadesse.»
Sam cercò d'immaginarsi Gabriel da piccolo che giocava con il fratellino... probabilmente era, se possibile, ancora più scalmanato di come fosse da adulto ma anche sensibile e protettivo... «Hai altri fratelli o sorelle?»
«No, solo Cassy. Da piccolo era un vero angioletto, molto timido... beh, non che sia cambiato molto da allora. Mi piacerebbe fartelo conoscere.»
«Volentieri. Hai detto che il tuo letto ha una storia... Ti va di raccontarmela?» gli chiese.
Gabriel finì di mangiare l'omelette che aveva in mano e si appoggiò meglio allo schienale della sedia. «Già, il mio letto... Quando ero un po' più giovane di te, conobbi a un vernissage d'arte moderna, un antiquario francese Balthazar che, fra una chiacchiera e l'altra, mi chiese se fossi un estimatore dell'artista, quando gli confessai che ero lì solo per il rinfresco gratis è scoppiato a ridere, specialmente quando... no, niente...» disse sbuffando divertito e scuotendo la testa. «Da lì abbiamo cominciato a frequentarci. Aveva 7 anni più di me ed era un autentico festaiolo... Sapessi quante sbronze! In più aveva un'erre moscia pazzesca e quando sussurrava il mio nome...» Per un attimo chiuse gli occhi deliziato. «Beh, per farla breve conobbe una coppia che aveva appena ereditato la casa di una vecchia zia e offrì loro 50 dollari per una lampada che era un'autentica paccottiglia.»
«Perché? Voleva aiutarli?»
Scoppiò a ridere: «Assolutamente no! Pensò che i proprietari si sarebbero convinti che valeva molto di più e si sarebbero precipitati a farla stimare da qualcun altro; infatti fu così. A quel punto si erano talmente persuasi che Balthy non se ne intendesse di antiquariato che quando si offrì di comprare quel letto non si preoccuparono di farlo stimare e glielo vendettero subito, quindi si portò a casa a prezzo economico un letto che valeva almeno il triplo.»
«Ma questa è una truffa!» Sam era scioccato.
«Son stati loro a scegliere di non sentire un secondo parere...» disse Gabriel scrollando le spalle.
«Poi che successe?»
«Balth dovette ripartire per la Francia ed io avrei dovuto raggiungerlo dopo essermi laureato, convinto che anche là avrei potuto esercitare la professione di avvocato, in più avrei potuto indossare una di quelle fantastiche toghe, mentre qui è concessa solo al giudice. Invece dopo qualche mese mi arrivò una sua mail in cui m'informava che aveva conosciuto un giovane artista... Beh, puoi immaginare il resto del contenuto...» sospirò e bevve del succo d'arancia.
«Mi dispiace...»
Gabriel si strinse nelle spalle. «Forse è andata meglio così, senza contare che detesto le escargots. Se non altro mi ha regalato il letto... Già, un letto a due piazze per uno che è single...» Scrollò la testa con una smorfia. «Comunque spero sempre nell'horror vacui.»
«Che significa... orrore del vuoto, giusto?»
«Proprio così, pasticcino!» Lo fissò negli occhi. «La natura ha orrore del vuoto e farà di tutto per colmarlo.»
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Le sorprese dell'amore
FanfictionUna carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...