«Congratulazioni, Sammy!»

243 28 2
                                    

E si giunse al giorno della laurea, con Sam in tocco e toga abbracciato a Jessica e tanti discorsi di vecchi avvocati che esortavano i nuovi laureati a tener alto il nome della loro categoria.
«Che palle! Spero che non diventerai così noioso. Quando servono la birra?» disse una voce ben nota alle spalle di Sam.
«Dean!» esclamò Sam abbracciandolo. «C'è anche papà?» chiese, guardandosi in giro.
«Ehm... no... aveva un sacco di lavoro arretrato in officina.»
Il suo supervisore non era l'unico che poteva fiutare le bugie, specialmente quelle di Dean, ormai Sam conosceva suo padre fin troppo bene per non capire che dietro la sua assenza c'era ancora il suo "disappunto" perché lui non era entrato nell'attività di famiglia. Gli venne un sospetto. «Non dirmi che sei venuto in macchina!» Dal Kansas alla California c'erano almeno 22 ore di viaggio!
«Ovviamente! Per niente al mondo mi sarei perso il mio fratellino, vestito da spaventapasseri» ghignò Dean.
«Avresti potuto prendere l'aereo, coglione!»
«Gli aerei cadono, puttana!»
Sam si fece scattare delle fotografie in mezzo a Jess e Dean. Peccato che sua madre non fosse lì a vederlo, purtroppo era morta qualche anno prima, altrimenti la felicità di Sam sarebbe stata perfetta: aveva accanto a sé le persone che amava di più al mondo e stava coronando il suo sogno.

Quella sera andarono a festeggiare in una pizzeria.
«Per la miseria! Questi sono i migliori hamburger che abbia mai mangiato!» biascicò Dean estasiato. «Sam, devi assolutamente assaggiarli!»
Sam, che aveva preso un'insalata come Jessica, rispose: «No, lo sai che mi piace mangiare sano e dovresti farlo anche tu.»
«Seriamente? È talmente sano che mi vien voglia di suicidarmi solo a guardarlo, quello non è cibo è roba per conigli.» Vedendo passare una cameriera le chiese: «Per caso, avete anche l'apple pie?»
«Dovremmo. Vado a vedere.»
«Ragazzi! Se è buona come gli hamburger, sarebbe una serata perfetta!»
«Mi dispiace» disse tornando qualche minuto dopo. «L'abbiamo finita pochi minuti fa.»
«E ti pareva...» brontolò Dean.

Nonostante fosse ormai laureato, lo stage non era ancora finito, perciò il giorno dopo Sam tornò al lavoro, con la valigetta che gli aveva regalato Jessica. Dean aveva passato la notte da lui ed era ripartito quella mattina presto, con la promessa di telefonare non appena fosse arrivato.

«Non è altro che un dannato pesce marcio!» esclamò Gabriel, sbattendo i fogli che stava leggendo sulla scrivania. «Accidenti a me e a quando ho accettato 'sto caso!» brontolò, stringendosi l'attaccatura del naso.
Era la prima volta che Sam lo vedeva così arrabbiato. «Pesce marcio?»
«Si chiamano così i casi che si vorrebbe non aver mai accettato. Una sola parola sbagliata in aula e scateno l'ira di tutte le vecchiette col cagnolino d'America» sbuffò. «Ho scritto una lettera di convocazione per la querelata.» Gli consegnò dei fogli scritti a mano. «Riscrivila al computer, sintetizzandola e rendendola più educata possibile.»
«Va bene.» "Oddio, che scrittura! Sembra quella di un ragno impazzito!"
Mentre la stava riscrivendo e tentava di decifrare la calligrafia del collega, si aprì un pop-up che gli chiedeva se volesse formattare il disco rigido. «Ma che...? No! No, no, no...»
«Sammy, che ti prende? Qualcosa non va?» chiese Gabriel, alzandosi dalla sua scrivania e mettendosi alle sue spalle, con l'immancabile lollipop in bocca.
«Le cartelle stanno sparendo una dopo l'altra... la tastiera non risponde... anche il mouse è fuori uso...» gemette Sam, battendo inutilmente su Ctrl, Alt e Canc per avviare Task Manager.
«Sembra che tu abbia beccato un virus, chissà in che siti sei andato...» disse Novak, fissando lo schermo, dove le cartellette continuavano a sparire nel nulla.
«Io non vado in siti strani e non apro mail sospette!» esclamò il ragazzo indignato.
«Se lo dici tu... mi sa che d'ora in poi ti toccherà lavorare con carta, penna e calamaio a meno che... senti tu resta qui, vado a chiamare Charlie, forse riesce a bloccarlo.»
Sam tentò inutilmente fino in ultimo di fermare quell'ecatombe, alla fine rimase a fissare lo schermo completamente bianco, era sicurissimo di non aver fatto stupidaggini, controllava sempre che l'antivirus fosse aggiornato e navigava in siti sicuri, che fosse finito in uno contraffatto? "Oddio che disastro!"
Mentre era lì seduto, con la testa fra le mani, sul computer partì un video in cui comparve Gabriel seduto, sembrava, alla scrivania di Charlie, con indosso un gilet rosso, una camicia bianca parecchio sbottonata e i capelli pettinati all'indietro: «Ciao, pasticcino! Spero sinceramente che nel frattempo non ti sia venuto un infarto, se sei ancora vivo, raggiungici nell'ufficio di Chuck, dove c'è qualcuno che vuole conoscerti.»
Alle sue spalle comparve Garth che, cingendogli col braccio destro il collo, alzò verso la telecamera la mano sinistra coperta da uno strano calzino grigio con dei bottoncini azzurri per simulare gli occhi e dei fili di lana per i capelli. «Ciao, Sammy!» disse con una vocetta infantile e facendo "parlare" il pupazzo. «Mr. Fizzles vuole tanto, tanto diventare tuo amico e vuole anche congratularsi per la tua laurea.»
Gabriel si strinse nelle spalle: «Se invece non sei sopravvissuto al finto virus di Charlie, vorrà dire che la torta ce la spartiremo solo noi quattro.» Ai due lati dello schermo comparvero Charlie e Chuck che salutarono sorridendo verso l'obiettivo. «Hai due minuti di tempo per raggiungerci, dopodiché cominceremo a festeggiare senza di te.»
Il video s'interruppe e lo schermo del computer tornò normale, con tutte le cartelle al loro posto.
Ancora frastornato per quanto accaduto, Sam rimase inebetito a fissare lo schermo, poi si mise a ridere, proprio un bello scherzo. Si alzò e si affrettò ad andare nell'ufficio di Chuck.
«Congratulazioni!» esclamarono i suoi colleghi, non appena entrò. Raphael, ovviamente, non c'era.
Sulla scrivania c'erano varie bottiglie di Pepsi più un'enorme torta a forma di libro di laurea, con sopra delle decorazioni a forma di tocco, martelletto, segnalibro e pergamena con scritto "Congratulazioni Sammy!"
«Gra... grazie» balbettò Sam commosso, sinceramente non se lo aspettava.
«Siccome sei il festeggiato, tocca a te scannare questa meraviglia» gli disse Gabriel, porgendogli un coltello.
Sam ridacchiò e cominciò a tagliarla a fette più o meno uguali e ne prese una. Pur non essendo un amante dei dolci, dovette ammettere che era veramente buona: era un pan di Spagna farcito con crema alla vaniglia.
«Regali! Regali!» cinguettò Garth e Sam poté finalmente ammirare Mr. Fizzles dal vivo in quanto il suo collega l'aveva indossato e, porgendogli una cornice decorata con bottoni, lo fece "dire": «Garth ed io abbiamo pensato che ti sarebbe stata molto, molto utile per metterci la laurea.» Oddio, Sam aveva pensato a qualcosa di completamente diverso ma, in fondo, perché no?
Chuck gli regalò un set da scrivania per le penne e i biglietti da visita.
Charlie gli porse un pacchetto che si rivelò essere una cornice a forma di castello con drago. «Qui puoi metterci la foto del giorno della laurea.»
«Grazie. Sei veramente brava con il computer, quel finto virus mi ha proprio spaventato.»
«Grazie ma l'idea è stata di Gabriel, come pure la torta con questa forma.»
«Colpevole!» esclamò l'avvocato, inclinando un po' la testa e sorridendogli con aria da monello.
«Vorrei tanto avere il video, se si può...» disse Sam sorridendo.
«A quanto pare abbiamo un fan. Penso che si possa fare, vero, dolcezza?» chiese Gabriel, rivolgendosi a Charlie, poi consegnò una scatoletta di legno a Sam dicendogli: «In qualunque posto andrai, mettila sulla tua scrivania con l'augurio che ti porti fortuna.»
Sam la aprì, conteneva una bilancia in ottone a due piatti. «Grazie è bellissima!» esclamò, con gli occhi che gli brillavano e posandola sulla scrivania di Chuck, però si accorse che i piatti non erano in asse, un po' deluso pensò che avrebbe controllato a casa che cosa c'era che non andava.
Quasi gli avesse letto nella mente, Gabriel gli disse: «Ti stai chiedendo perché non è equilibrata? Perché d'ora in poi la bilancia della giustizia dovrà pendere solo dalla tua parte, tranne quando, ovviamente, non ti scontrerai in aula con uno di noi.»
Guardando meglio, Sam si accorse che il piatto che pendeva era un po' più spesso dell'altro e c'era inciso sopra "avv. Samuel Winchester". «Grazie, Gabriel!» gli disse commosso. «La metto subito sulla mia scrivania!»





Le sorprese dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora