Il lunedì mattina Sam si guardò allo specchio e non si riconobbe: si era fatto tagliare i capelli alla militare, come il fratello, però gli stavano malissimo. «Beh magari Dean la smetterà di chiamarmi Samantha» cercò di consolarsi, prese il cellulare, si fece un selfie e glielo mandò con scritto "Il mio primo giorno di lavoro".
Dopo qualche secondo il maggiore chiamò: «Brutto essere infernale, che ne hai fatto di mio fratello?»
«Ciao, Dean, che ne dici del mio nuovo taglio?»
«Sam, sei proprio tu? Non per criticare il tuo ritrovato buongusto ma sei sicuro di star bene?»
«Regole aziendali, niente baffi, barba o capelli lunghi.»
«Birra e ragazze?»
«Sì, ma non sul posto di lavoro» sbuffò divertito.
«Meno male! Prima un finto virus nel computer e poi il taglio della criniera, il tuo supervisore ha stile, devo riconoscerlo.»
«Veramente non lavoro più lì ma da Crowley&Stair.»
«Oh, non ti hanno confermato? Mi dispiace. Beh vedrai che anche nel nuovo posto ti troverai bene.»
«Veramente volevano assumermi.» Gli raccontò in breve quello che era successo.
«Ed era vero? La storia di te e Charlie, intendo.»
«Ma certo che no! Io amo solo Jessica e poi Charlie è sull'altra sponda.»
«Solo perché non mi ha ancora incontrato.» Dean rise poi tornò serio. «Amico, scusa la franchezza ma sei un vero idiota!»
«Dean!» esclamò Sam offeso.
«Lasciami parlare. Se la mia ragazza mi chiedesse di rinunciare a qualcosa cui tengo veramente molto, tipo la mia macchina, la mollerei subito, nessuno può mettere Baby in un angolo!»
«E quanto durano le tue relazioni?»
«Il tempo per inquadrare la tipa e chiedermi se voglio davvero passare il resto della mia vita con lei e, mi spiace dirtelo, Jess o non ti ama o non si fida di te. Merda, Sam, non ti vedevo così felice da quell'ultimo Natale, prima che...» la voce gli morì in gola.
Già prima che la loro madre morisse investita da un pirata della strada...
«Insomma quando son venuto per la tua laurea, hai passato tutto il tempo a fare la fangirl!» riprese Dean.
«Io non ho fatto la fangirl!» s'indignò Sam.
«Oh sì che l'hai fatto, Samantha! "Gabriel ha detto questo, Gabriel ha fatto quello"» squittì Dean. «Accidenti, fratellino, se invece di un Gabriel fosse una Gabrielle comincerei a sospettare che la tua fidanzata ha ragione, solo che sbaglia la fonte delle sue corna» ghignò.
Sam si sentì avvampare: «Ma che dici?»
«Dico che se lavorare con questo tizio ti rende felice, e visto che avresti potuto restare, mi spieghi perché diavolo te ne sei andato?»
«Te l'ho già detto: Jess ha insistito tanto...» tentò di giustificarsi Sam.
«E quante volte papà ed io abbiamo insistito perché tu entrassi negli affari di famiglia, eh? E tu: "No! No!"»
«Devo andare, non vorrei fare tardi al mio primo giorno.»
«D'accordo ma fatti questa domanda: vuoi davvero passare con Jessica il resto della tua vita?»
Arrivato allo studio, Stair gli urlò: «Winchester! Lei è in ritardo! Come me lo giustifica un fatto del genere?»
Sam si girò a guardare l'orologio sulla parete «Ma solo di 10 minu...»
«Solo 10 minuti dice! Ha idea di quante cose si possono fare in 10 minuti? E lei li ha sprecati!»
«Ne resterò 10 in più per rimediare» disse Sam conciliante.
«Faccia meno lo spiritoso e mi segua!»
"Cominciamo bene..." «Il fatto è che l'autobus arriva sempre a quest'ora...» tentò di spiegare.
«E le sembra una giustificazione sufficiente? Prenda quello prima, si alzi alle 5.00 e venga a piedi, non m'interessa ma se le diciamo che lei deve essere qui alle 9.00 in punto, ci aspettiamo che lei trovi un modo per onorare il suo impegno.»
Lo portò in un ufficio vuoto. «Questo d'ora in poi sarà il suo ufficio.» Lo piantò lì.
Sam tirò fuori dalla sua valigetta la bilancia, il set per le penne, la cornice a forma di drago e una cornicetta di legno laccato con dentro la foto del giorno della laurea. Guardando la foto dei suoi colleghi sospirò, quanto gli mancavano!
Quella notte aveva fatto un sogno stranissimo: c'era Gabriel sotto la pioggia che lo fissava, mentre lui si allontanava, abbracciato a Jessica. La cosa strana è che pioveva solo sul suo ex collega, aveva ancora quello sguardo arrabbiato e deluso ma nel sogno sembrava che stesse anche piangendo o forse era solo la pioggia...
Quando aveva detto alla sua fidanzata che Gabriel c'era rimasto molto male (non era sceso nei dettagli della discussione), perché aveva rifiutato la sua offerta di lavoro, Jess aveva replicato, cominciando a spogliarsi: «Non ci pensare, la sua è solo invidia, perché tu, che eri il suo tirocinante, sei stato assunto in un posto prestigioso e lui no. Ora che ne dici di festeggiare?»
"Gabriel invidioso? Non credo proprio che gli piacerebbe essere qui." Il primo impatto non era stato dei migliori ma tentò di consolarsi ripetendosi che in fondo anche il primo giorno da Fuller&Curtis avrebbe voluto scappare a gambe levate, ma poi si era trovato bene. "Fin troppo" sospirò fra sé. "Devo solo ambientarmi." Posò la foto sulla scrivania.
«Winchester! Che cosa sono quelle cose?» chiese Stair, rientrando con un foglio e un fascicolo. «Qui gli avvocati devono trasmettere un'immagine di serietà ed efficienza, quindi devono tenere sulla loro scrivania solo ciò che serve veramente per il lavoro, pertanto niente foto di famiglia o altro ciarpame. Elencato qui troverà scritte molte cose che si possono fare nei ritagli di tempo, se lo studi e controlli anche questa pratica.»
Quando Stair uscì, Sam ripose la bilancia nella sua scatoletta poi la mise, insieme alle foto in uno dei cassetti chiudendolo a chiave, poi lesse il foglio su cui c'era scritto: "Che cosa si può fare in..."
2 minuti:Riordino velocissimo della scrivania. Eliminare la posta inutile (cartacea ed elettronica).
5 minuti:
Fissare un appuntamento. Far firmare un contratto...
"Mandare al diavolo il nuovo capufficio" aggiunse cupamente fra sé.
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Le sorprese dell'amore
FanfictionUna carriera da avvocato di successo e sposare la ragazza dei propri sogni. Sam Winchester aveva pianificato la propria vita o almeno così pensava...