«Siamo comunque una squadra»

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Il lunedì successivo, quando Sam arrivò al lavoro, trovò Gabriel e Charlie che stavano discutendo.
«Charlie, mi hai fatto buttare fuori, è stato oltremodo umiliante, te ne rendi conto?»
«Mi dispiace, Gabe, ma non puoi venire ai nostri raduni e pretendere di fare la divinità pagana del sesso libero.»
«Ma perché no? Era un'idea simpatica!»
«Il nostro regolamento non lo prevede.»
«Allora il regolamento è sbagliato! Non sei la regina? Fallo cambiare!»
Sam era allibito, ma di che cosa stavano parlando?
«Non posso farlo, non l'ho scritto io» esclamò Charlie, spalancando le braccia.
«Però mi hai fatto buttare fuori, ti ci vorrà un bel po' per farti perdonare, sappilo!» disse Gabriel, minacciandola con un dito.
«Serata AGOT a casa mia? Torta di vaniglia con panna e bignè più Pepsi a volontà?»
«Non dimenticare i lollipop» disse Novak, cercando di sembrar severo ma con gli occhi che gli sfavillavano.
«E una montagna di lollipop» replicò Charlie sorridendo.
«Mi arrendo! Tu sì che sai come far capitolare un povero avvocato» esclamò sollevando le braccia.
Sam e Gabriel entrarono nel loro ufficio.
«Sto seriamente pensando di denunciare gli organizzatori dei LARP(1) per pubblicità ingannevole, prima dicono che posso interpretare qualsiasi ruolo voglio e poi salta fuori che non è vero!»
«Ma di che cosa stai parlando?»
«Ma dei giochi di ruolo dal vivo! Hai mai giocato a "facciamo finta che..."?»
«Sì, ma da piccolo!» sbuffò Sam, ripensando a quando lui doveva sempre interpretare Robin perché Dean, ovviamente, voleva essere Batman...
«Uff, solo perché ora sei alto due metri, non significa che non puoi più farlo. Charlie mi aveva assicurato che sarebbe stato divertente, invece non mi sono divertito neanche un po'.» Afferrò una manciata di dolci dal vaso e li ficcò in bocca.
Sam stava per dire qualcosa quando venne interrotto da un bussare sull'uscio. «Avanti!»
«Gabriel, avrei un problema su come impostare la mia causa» esordì Chuck imbarazzato, infilando la testa nell'ufficio.
«Chucky, vorrei ricordarti che le questioni testamentarie non sono il mio forte...» ridacchiò. «Vabbé, esponimi il caso, vediamo se riesco a darti una mano.»
«Lo spero proprio...» Chuck entrò titubante. «Il signor Jackson nel suo testamento nomina erede universale la sua seconda moglie, tranne che per alcuni lasciti alla figlia, tra cui la sua Ferrari ma al momento del trapasso non possedeva più quell'auto, ma l'aveva sostituita con una Mustang.»
«Mi sembra un caso semplicissimo» rispose Gabriel. «Se la tua cliente è la figlia, insisti sulla volontà del testatore di lasciarle comunque una macchina, se invece la tua...»
«È proprio questo il mio problema» lo interruppe l'aspirante scrittore, guardando a terra.
«Cioè?» chiese Novak, perplesso.
«Non ricordo più qual è la mia cliente» farfugliò Chuck.
«Tu non...» Gabriel fece un profondo respiro. «D'accordo, niente panico. Chucky, concentrati, le hai parlato, giusto? Che cosa vi siete detti?»
«Ha detto che l'auto è sua di diritto e che io dovevo dimostrarlo.»
«Bene, è sua di diritto, perché?»
«Non lo so» biascicò Chuck.
«Cerca di ricordare. Perché, anche se non è una Ferrari, suo padre voleva che lei avesse una macchina? O perché, visto che la Mustang non è contemplata tra i lasciti in favore della figlia, l'auto rientra nell'eredità della vedova?» chiese Novak.
«Non mi ricordo! Non mi ricordo!» strillò Chuck, prendendosi la testa fra le mani.
«Calmati adesso. Hai il suo numero di telefono?»
«Sì, ma non ho segnato se era la figlia o la vedova...»
«E lo chiederemo a lei, vallo a prendere, per favore» disse Gabriel, stringendosi la radice del naso tra il pollice e l'indice.
Chuck uscì di corsa.
«Gabriel, non sarebbe meglio che se la sbrighi da solo, così impara a svegliarsi?» chiese Sam.
«Gioco di squadra, Sammy, qui nessuno è un battitore libero.»
Chuck tornò con un foglietto su cui era appuntato un numero telefonico.
«Dai, passamelo» disse Gabriel.
«Hai davvero intenzione di chiederle se è la vedova o la figlia?» Sam era allibito.
«Se siamo fortunati, sarà lei stessa a dircelo e ora non disturbate il genio all'opera.» Gabriel compose il numero e aspettò che qualcuno rispondesse: «Salve! La signora Jackson? Buongiorno, sono il legale Novak, collega dell'avvocato Shurley, ma sa che ha una bellissima voce? Ha mai pensato di fare canto?... No? Un vero peccato, mi creda... Le telefono a proposito dell'auto, per noi sarebbe importantissimo sapere quando esattamente il de cuius ha venduto la Ferrari e comprato la Mustang... Sì, giorno, mese e anno... questo potrebbe spiegare perché il testamento non è stato modificato...»
A quel punto Gabriel scostò bruscamente la cornetta dall'orecchio in quanto la cliente aveva cominciato a strillare: «L'unica cosa che so è che avrei dovuto essere io l'erede universale e non quella stupida gallina dipinta che si è rigirata mio padre come un babbeo! Che ora ci sia una Mustang, invece di una Ferrari non ha nessunissima importanza, l'auto è mia e voi dovete dimostrarlo! Ha capito?»
«Ha perfettamente ragione, ci mettiamo subito al lavoro. Felice giornata.» Riattaccò. «Chuck, la tua cliente è la figlia e vedi di non scordartelo.»
«Non lo farò, graz...»
«Vai a impostare quella causa!»
Quando Shurley uscì, Sam disse a Gabriel: «Non so se sarei riuscito ad aiutarlo. Sul serio, sei incredibile!»
Gabriel, sorridendo compiaciuto, afferrò dal vaso un'altra manciata di dolci. «Sì, lo so. Spero che per 10 minuti mi lascino in pace, devo ricaricare le batterie.» e se li ficcò in bocca.

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1) LARP ovvero Live Action Role-Playing



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