«Lei è licenziato!»

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«Puoi ancora scegliere...»
La frase aleggiò nell'aria per qualche secondo prima che Sam ne cogliesse appieno il significato. «Intendi dire...?»
«Il numero degli associati non è aumentato quindi sì, c'è ancora un posto vacante, se lo vuoi, è tuo.»
«Accetto, accetto! Se l'avessi saputo! Credevo che fossi arrabbiato con me...»
«Certo che lo ero! Se io affermo qualcosa e tu me la contesti, devi anche dimostrarmi che ho torto. Chiamala deformazione professionale se vuoi, ma son fatto così» disse Gabriel, leccando il cucchiaino.
«Mi dispiace per quello che ti ho detto e per non averti ascoltato» mormorò Sam.
«Uff, non ci pensare, mi arrabbio ma poi mi passa. Tieni conto, però, che finché dura 'sto processo non possiamo assumerti, non sarebbe etico che un avvocato passasse dalla difesa all'accusa, devi solo avere pazienza.» Gabriel aveva finito il suo gelato e aveva tirato fuori uno dei suoi lollipop.
«Però posso licenziarmi prima che finisca il processo?»
«Ufficialmente sei l'avvocato della difesa?»
«No, quelli sono Peterson e Roman, io ero lì solo per imparare e per interrogare la Barnes.»
Gabriel sbuffò: «Pamela! Se solo non si mettesse a giocare a fare Nostradamus sarebbe meglio e poi un po' di fantasia, che diamine! Invece previsioni tutte uguali: io troverò l'amore, tu troverai l'amore, Charlie troverà l'amore... indicativo futuro semplice del verbo "trovare l'amore"» ridacchiò. «In questo caso sì, puoi farlo, è meglio se cambi aria e che cominci a rilassarti, da quello che mi hai raccontato, hai tutti i sintomi di un bell'esaurimento nervoso. Son proprio diabolici, sai? Ho chiesto loro tutta la documentazione sulle scale incriminate e quelli ci hanno riempito gli uffici di scatoloni pieni di cartacce, un vero incubo! Sono sicuro che abbiano occultato o distrutto i test che dimostrano che quelle scale son difettose. È anche vero, però, che sono un avvocato geniale, spero che tu sia d'accordo con me su questa incontrovertibile verità.»
«Certo» rispose Sam sorridendo, era da settimane che non si sentiva così sereno.
«Bene! Vuoi che un genio come me non riesca comunque a dimostrarlo? Mi son battuto con anche meno prove e comunque anche se cadrò, l'avrò fatto dalla parte giusta.(1) Tornando a noi, ti ricordi che cosa ti ho detto quando ti ho offerto il lavoro? L'importante compito che dovrai svolgere?»
Sam tentò di rammentarlo ma purtroppo ricordava solo l'ultimo giorno, quando lui gli aveva urlato contro e Gabriel gli aveva sbattuto la porta in faccia... Scosse la testa: «No, mi dispiace...»
«Male, perché è un compito importantissimo e, oserei dire, fondamentale: mi devi aiutare a risollevare i canoni estetici del nostro studio, perciò, Simba, fatti ricrescere al più presto la criniera!»
«Sì, signore!» rispose Sam ridendo. «Vado subito a licenziarmi!» esclamò con foga. Jessica poteva dire tutto quello che voleva ma non sarebbe rimasto altri 5 minuti alle dipendenze di quei "demoni" che gli stavano rovinando la vita.
«Adesso? No, non puoi farlo» disse serio Gabriel. «Prima devi finire il tuo gelato, pasticcino» continuò facendogli l'occhiolino. Prese il cellulare e compose un numero: «Dolcezza? Farò leggermente tar... Che cosa vuol dire "l'avevo previsto"? Ma dove son finito? A "Siamo tutti veggenti"?... Sì, in effetti hai indovinato...» disse lanciando un'occhiata a Sam. «Beh, visto che indovini tutto, dimmi anche chi vincerà la causa... Brava! Hai indovinato anche stavolta! Ci vediamo in aula!»

Si recarono in motorino dove lavorava Sam.
«Ti aspetto qui fuori, se entro 10 minuti non ti lasciano libero entro a salvarti e, credimi, ho una fantasia piuttosto illimitata nell'intentare cause!» disse Gabriel.
«Non lo metto in dubbio!» Adesso che quell'incubo stava per finire, Sam aveva ritrovato il sorriso, la terapia d'urto stava proprio funzionando!
«Winchester! Perché non è al processo? Come me lo giustifica?» sbraitò Stair, appena lo vide.
«Son venuto solo a metter ordine sulla mia scrivania.» Entrò nel suo ufficio, tallonato dal suo futuro ex capufficio, e buttò per terra tutti i fascicoli. «E son riuscito a farlo in meno di 2 minuti.» Aprì il cassetto e recuperò i suoi tesori, infilandoli nella valigetta.
Stair lo guardava boccheggiando: «Winchester! Lei è... Lei è...»
«Licenziato, lo so.»

Gabriel si era fatto riaccompagnare in tribunale, raccomandandogli di tornare a casa a riposarsi. «Vieni, però, domani, ne vedrai delle belle!»
Era incredibile! Qualche ora prima si sentiva come se il mondo gli fosse crollato addosso, poi eran bastate tre semplici parole "Puoi ancora scegliere" a far sì che la vita riprendesse a sorridergli, l'ultimo ostacolo rimaneva Jessica... Sam si stupì della scelta di parole che gli si era affacciata alla mente, da quando la sua fidanzata era un ostacolo alla sua felicità? Lei ne era parte integrante! Doveva darle un'altra possibilità. In fondo tutti possono cambiare idea, no? Anzi il fatto che volesse fare solo la moglie rendeva tutto più facile, forse non aveva capito quanto Stair lo torturasse o quanto si sentisse esaurito, ma era sicuro che una volta che le avesse spiegato tutto, sarebbe stata dalla sua parte.

«Allora amore» gli chiese Jessica quando arrivò, «vuoi spiegarmi perché ti sei bloccato in aula?»
«Ho capito che stavo per fare delle domande sbagliate...» rispose Sam.
«Come potevano essere sbagliate se erano state concordate da tutti?» lo interruppe perplessa.
«Lo erano perché servivano a screditare quella donna.»
«Ma non hai visto che è davvero una ciarlatana?»
«Il punto non è questo, non capisci? Il fatto che lei sia o no una veggente non c'entra niente con la questione in dibattimento, stanno solo buttando polvere negli occhi ai giurati...»
«Secondo me ti stai creando dei problemi inesistenti. Basta parlare di cose noiose!» Si avvicinò per baciarlo.
Sam sapeva già come sarebbe andata a finire: avrebbero fatto l'amore senza affrontare la questione del loro futuro insieme, perciò fece un passo indietro. «Jess, dobbiamo parlare. Ho cercato di spiegarti quanto questo nuovo lavoro mi stressasse e spero che tu capisca...»
«Tutti gli uomini hanno le loro seccature ma devono lasciarle in ufficio, quando tornano a casa. Ti avverto fin d'ora che nella nostra nuova casa ti proibirò categoricamente di parlare di problemi di lavoro» disse con le mani sui fianchi e un sorriso seducente.
Sam sospirò, a quanto pareva non voleva ascoltarlo. «Vedi, tu hai capito che vuoi fare solo la moglie e la madre ed io che non posso continuare a lavorare per quello studio. Voglio fare l'avvocato ma non così, pertanto mi sono licenz...»
«Ti sei licenziato?» urlò Jessica. «Che cosa ti è saltato in mente? E ora come vivremo?»
«Gabriel mi ha offerto il vecchio posto e ho accettato. Avrei tanto voluto comprarti subito una bella casa ma avrei dovuto rimanere da Crowley&Stair ed io non resisto più. Mi perdoni se il nostro futuro non sarà esattamente come l'avevamo progettato?» La guardò ansiosamente.
«Non ci posso credere!» esclamò indignata. «Uno degli studi più importanti d'America ti assume e tu ti licenzi per tornare in quello squallido posto? E non pensi ai nostri figli? Non vuoi che frequentino gli istituti più prestigiosi?»
«Non sono ancora nati e già li vuoi iscrivere a Stanford?» Non si era sbagliato, voleva fare la bella vita... sulla sua pelle!
«L'assunzione è già definitiva?» chiese più calma.
«No, Gabriel mi ha spiegato che non sarebbe etico se passassi direttamente dalla difesa all'accusa, perciò aspettiamo la fine del processo.»
«E tu gli credi? Ma non capisci che è una trappola? Ti lascerà disoccupato, altro che riassumerti! Te l'ho già detto: è invidioso e ora ha potuto vendicarsi e tu, stupido, a dargli retta! Domattina chiamerai lo studio Crowley&Stair, spiegherai loro che hai avuto un crollo nervo...»
«No, Jessica, non lo farò! Ho già sbagliato una volta ad ascoltarti.»
«Oh certo, capisco benissimo! Hai rivisto la tua bella e vuoi tornare da lei senza pensare ai miei sentimenti!» Imbronciò le labbra, come se stesse per piangere.
«Smettila! La verità è che tu pensi solo ai soldi!» gridò Sam esasperato.
Jessica sussultò come se l'avesse schiaffeggiata. «Ma che dici?»
«Spider, posto prestigioso, stipendio da favola... Non ti ho sentito parlare d'altro! Tu vuoi un uomo ambizioso ma non posso essere io. Ho trovato degli amici veri cui non voglio rinunciare un'altra volta!»
«Samuel Winchester! Se esco da quella porta, giuro che non mi vedrai più!» Si girò per andarsene.
«Jess, aspetta... prima restituiscimi le chiavi del mio appartamento.»

*****

1) Citazione tratta dal film "Conflitto di classe" cui questo caso è ispirato, (là erano delle automobili a essere difettose.)



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