Un mio affare

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"Giuro che se provi a muoverti dal letto..." - minacciò Niall con una delle ciabatte di Harry in mano.

"Ma stasera c'è la festa!"

"Harry hai quasi trentanove di febbre, dove vuoi andare?"

"Alla festa!" - replicò ancora convinto il riccio. Era abituato alla febbre, le sue difese immunitarie erano pari a zero ed un po' di calore non lo avrebbe certo tenuto lontano dal suo Martin.

Lo aveva osservato durante il suo solito volantinaggio, lo aveva seguito in biblioteca, aveva persino preso parte ad una lezione del quarto anno solo per cercare di vederlo, cosa che purtroppo non gli era riuscita, eppure lo aveva visto entrare proprio lì!

Julio si precipitò nella sua camera, naturalmente senza bussare - "Tesoro quindi alla festa non vieni?" - era trucco quello che aveva sparso per tutta la faccia?

"No lui resta qui, gli preparo un brodo caldo e..."

"No io vado a quella festa!" - urlò di rimando Harry, il suo migliore amico - ormai aveva imparato a considerarlo tale - lo stava trattando come un bambino senza capacità e lui non voleva essere tale.

Voleva solo prendere una dannata aspirina, andando contro tutti i suoi principi anti-medicinali, vestirsi ed andare a quel maledetto party in cui avrebbe fatto colpo su Martin e magari poi qualche colpo glielo avrebbe dato lui.

"Va bene, va bene, fammi questo maledetto brodo" - si arrese, vedendo spuntare sul viso dell'amico un ghigno fiero e soddisfatto.

'Nessuno può dire no a Niall James Horan' - pensò tra sé il ragazzo mentre si preparava a cucinare per Harry. Tutte le domeniche con sua nonna finalmente sarebbero valse a qualcosa, certo, era solo un brodo e non un Mulligatawny, il suo piatto irlandese preferito ma andava bene così.

Niall nel giro di un'ora preparò un bagno caldo per Harry, dei vestiti puliti e felpati, caricato un film Disney -perché non c'era niente di meglio che vedere cartoni animati con la febbre - ed aveva infine preparato un ottimo brodo di pollo, tanto che anche Zayn fece il bis.

Frank invece, aveva passato tutta la serata allungato sul divano, lamentandosi di quanto schifosa fosse la sua vita. Nessuno gli aveva dato torto, in realtà la vita di Frank faceva davvero schifo.

Il suo unico passatempo ormai era diventato parlare con la gatta di sua zia e svenire davanti la sua ex ragazza, cercando in tutti i modi di riconquistarla.

"Sei sicuro di stare bene?"

"Nì sono quasi le undici! Non voglio privarti del tuo fine settimana, vai a casa, io sto bene"

Il biondo lo osservò per qualche secondo, toccandogli ripetutamente la fronte per vedere se la temperatura fosse realmente salita e solo dopo aver appurato che Harry fosse fresco come una rosa, si diresse verso la porta.

"Grazie davvero" - ripeté il riccio, davvero grato per quelle piccole attenzioni e per aver rimesso la sua stanza - ed un po' anche la sua vita- in ordine.

"Sei il mio migliore amico, è normale aiutarsi! Buonanotte Harry e riposa, ci vediamo lunedì" - Niall sbatté la porta dietro di sé, fischiettando per le scale qualche tipico motivetto.

Harry aspettò qualche minuto e solo dopo aver sentito la macchina di Niall allontanarsi, si fiondò davanti la porta dei suoi coinquilini, bussò - lui lo faceva, sempre - e gridò, per sovrastare la musica di Ricky Martin - "Andate alla festa?"

"Ci stiamo finendo di preparare" - rispose conciso Zayn - "Vuoi venire con noi?"

Harry rimase per qualche secondo bloccato ad osservare gli orribili vestiti appena indossati da Julio, sempre se una maglietta verde lime, frangettata sul fondo, un paio di shorts a scacchi neri e gialli, un paio di converse alte ed una finta cinta Moschino potessero essere definiti vestiti.

"H?"

"Sì, per favore"

"Okay, allora sbrigati, vorremmo uscire tra massimo mezz'ora" - Zayn tornò ad occuparsi dei suoi capelli, Harry doveva ammettere che quelli non erano mai fuori posto, un po' lo invidiava, rispetto al cespuglio di boccoli che si ritrovava.

Il riccio si precipitò in camera, non badando all'ormai solita conversazione tra Frank ed il gatto su Skype, aprì il suo armadio e senza esitazioni afferrò il miglior paio di strettissimi jeans neri, che sapeva risaltavano le sue lunghe gambe, una camicia scura lasciata oscenamente aperta ed un paio di stivaletti in camoscio.

Si sentiva bello come non mai e pronto a conquistare il mondo, anche se a lui bastava solo quel ragazzo dagli occhi azzurri.

Nel giro di quattro canzoni si sistemò, spruzzandosi anche troppo profumo, prese un paio di aspirine ed era pronto, al contrario di Julio che stava ancora decidendo con quale borsa uscire.

Non sopportava per niente quello stereotipo di ragazzo omosessuale, con trucco e borse, ma se l'ispanico si sentiva più sicuro così, non poteva dire nulla.

Ci misero pochi minuti per raggiungere il locale dove la festa si svolgeva, non era molto grande, ma i giochi di luci, la carta da parati con vecchie locandine di film ed il grande bancone bar in cristallo rendevano l'interno davvero particolare, ma ad esser sincero ad Harry non interessava molto il locale, voleva solo trovare il ragazzo e sbatterlo su una di quelle pareti!

Dopo quasi un'ora, decine di hits che Harry proprio non sopportava ed un paio di balli rifiutati, raggiunse Zayn ed Julio al bancone del bar e senza pensarci troppo, ordinò una vodka liscia che tracannò in pochi secondi, ordinandone poi subito un'altra.

"Hai preso dei medicinali, non bere!" - lo ammonì Zayn, che afferrò e bevve al posto del coinquilino il suo alcolico.

"L'avevo pagato!" - disse furioso, andando a sbattere contro la spalla dell'altro. Il moro allora, afferrò il suo migliore amico e stizziti si allontanarono, lasciando da solo Harry su uno dei divanetti, quasi incosciente.

Il ragazzo sentiva solo un eco della musica e le luci, seppur soffuse, gli iniziavano a dare fastidio, per questo decise di lasciare la pista per andare a rifugiarsi in una parte più appartata e scura del locale, dove sperava di trovare meno gente è più aria.

"Ehi attento!" - disse un ragazzo sul quale Harry si era imbattuto, facendogli cadere il drink addosso.

Harry provò a dire qualcosa ma le uniche parole che uscirono dalla sua bocca furono qualche mugolio ed un paio di lamenti.

"Amico, ti senti bene?" - chiese ancora il ragazzo che aveva completamente cambiato tono, dall'incazzato al quasi preoccupato.

"Louis, Liam venite qui!" - urlò il ragazzo verso i suoi amici - "Sembra fatto di qualche sostanza"

Louis si parò immediatamente davanti al corpo scomposto del riccio, lo osservò per qualche secondo e notò quanto fossero scuri e rossi i suoi brillanti occhi verde.

Occhi così sono difficili da dimenticare.

"Lo accompagno fuori" - disse uno dei suoi due migliori amici, ma Louis lo bloccò immediatamente - "No, ci penso io. È un mio affare!"

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora