Sogni d'oro

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L'aria in quella stanza era calda, come i loro corpi nudi, vicini abbastanza da sfiorare uno il membro turgido dell'altro ed Harry pensò che non c'era oggetto o contatto che aveva bramato così tanto come il corpo di Louis in quel momento.

Non gli aveva chiesto di voltarsi, avevano mantenuto gli sguardi uniti mentre le mani di Louis si riempivano di olio - perché a lui il lubrificante a base acquoso non piaceva - e le dita scorrevano veloci su tutto il suo corpo, lasciando una leggera traccia di liquido dietro. Era stato estenuante, per Harry, aspettare quel contatto, lo bramava, lo desiderava ed il membro gli pulsava tanto da fargli male per la troppa eccitazione.

Louis gli aveva fatto aprire le gambe, insinuandosi al loro interno e per favorire meglio quell'azione, aveva portato una delle due sopra la sua spalla e di tanto in tanto, all'altezza del ginocchio, aveva lasciato qualche bacio. Cosparse nuovamente le dita di lubrificante e separò con delicatezza le natiche, inumidendo con attenzione il piccolo e stretto fascio di muscoli. Harry sussultò quando sentì due dita ossute insinuarti nel suo punto più intimo. Era un dolore sopportabile, piacevole, eppure non era riuscito a non stringersi tra i denti il labbro inferiore, provocando in Louis un sussulto di piacere al sol vedere quella scena.
"Puoi..." - aveva sussurrato il ragazzo, dando il consenso a Louis di muoversi al suo interno e con movimenti circolari e leggere stoccate, a cui Harry aveva risposto spingendosi nella sua stessa direzione, assecondandolo. Il compagno inserì un terzo dito e lo sentì strozzare un ennesimo gemito mentre con la mano libera continuava a toccare il proprio glande, cercando di sollevare tutto quel piacere.

"Lou..." - aveva detto nuovamente ed il ragazzo aveva capito che non solo era pronto ma al limite dell'orgasmo. Con lentezza estrasse le dita sporche, pulendole ad un lembo del lenzuolo e fissando Harry negli occhi, aprì con i denti il piccolo rettangolino argentato e vi estrasse il profilattico, srotolandolo subito dopo sulla sua stessa lunghezza, lubrificandola a sufficienza. Non voleva fargli male, voleva che ciò che stavano condividendo fosse un atto di estremo piacere, senza dolore.
Sistemò meglio le gambe del più piccolo e si insinuò in lui - "È meraviglioso sentirti dentro..." - aveva commentato Harry, sentendo subito dopo Louis iniziare a muoversi in lui, provocandogli nuove ed estreme sensazioni di piacere mentre con tutto se stesso cercava di reprimere l'istinto di urlare, di incitarlo a muoversi sempre più velocemente.

Era fare l'amore in modo silenzioso, il loro. Nonostante nessuno dei due era abituato a ciò: avevano sotterrato gli istinti animaleschi a discapito di tocchi gentili, lenti, estranei a quello che negli ultimi anni era diventato Louis. Mentre affondava in quelle natiche nivee, capì che c'era una differenza sostanziale tra tutti gli altri ed Harry, perché mai aveva usato quell'accortezza, mai gli erano tremate le mani mentre toccava il petto di qualcuno ma soprattutto, mai aveva sentito quella sintonia, quell'essere un tutt'uno che aveva provato mentre Harry assecondava ogni sua staccata, portandolo all'estremo piacere.

"Resta così" - Il più piccolo aveva abbassato le gambe, intrecciandole con quelle più toniche dell'altro e se l'era portato addosso, sporcandolo col suo stesso sperma riverso sul petto.

"Ti peso" - aveva invece sentenziato Louis, trovando quel contatto troppo intimo, ancora più del sesso. Era una cosa tipica di una coppia, nella sua mente, e loro non lo erano. Non avrebbero dovuto lasciarsi andare alle carezze, ai baci eppure Louis stesso si era ritrovato a spostare i capelli dalla fronte sudata dell'altro, depositandogli un bacio proprio lì. E sempre Louis non era uscito dal corpo di Harry ma lo aveva circondato con le braccia e stretto a sé, sentendosi protetto e protettore.

Harry aveva goduto e si era goduto quelle piccole attenzioni, così inusuali per entrambi. Aveva baciato Louis nuovamente, con dolcezza, senza coinvolgere la lingua o le mani, troppo occupate ad essere strette in quelle dell'altro. Non si sentiva così bene da...Non ricordava nemmeno lui da quanto tempo, sapeva solo di stare bene vicino a Louis, stretto a Louis.

Ma nonostante tutta quella felicità, Harry non riusciva a non pensare a ciò che aveva fatto solo qualche ora prima, spezzato in qualche modo la loro implicita promessa. Era questo ciò che lo legava ancora al pavimento, ciò che non gli permetteva di essere felice completamente - "Ho detto a Zayn di noi..."

Louis uscì repentino dal corpo caldo di Harry, guardandolo esterrefatto ma senza rabbia, nonostante la sentisse montare dentro di sé. Prese un lungo respiro - "Dormi" - per poi dire soltanto, atono.

"Ma Louis..."

"Dormi Harry, ne riparleremo domani" - quelle parole non erano uscite in modo duro, tutt'altro, sembravano più una rassegnazione ed Harry non seppe come interpretare quel tono, lo aveva mandato in confusione ma non tanto come le braccia di Louis strette ai suoi fianchi e quel - "Sogni d'oro" - sussurrato al suo orecchio, prima di chiudere gli occhi azzurri.

Lo osservò qualche minuto prima di cedere anch'esso al sonno, non prima di aver ricordato una loro vecchia conversazione telefonica dove il più grande aveva detto qualcosa come - "Il sogni d'oro è solo per le persone importanti" - ma forse Harry stava sbagliando, magari aveva sognato quella conversazione oppure si stava semplicemente confondendo, avrebbe controllato l'indomani, adesso voleva solo dormire stretto nelle braccia di Louis.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora