Parole e gesti

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Harry si passò per l'ennesima volta la mano sul viso, massaggiando il ponte del naso in cerca di un sollievo da tutti quei pensieri che gli vorticavano in testa - "Cosa ho fatto Ni?" - chiese ancora verso il biondo al suo fianco, poggiando la testa pesante e boccoluta sulla sua spalla ossuta prima di sospirare. Niall dal canto suo continuava ad aprire e chiudere la bocca, in cerca delle parole adatte da rivolgere all'amico eppure nulla gli sembrava migliore di - "Hai fatto la cosa giusta" - che solo dopo averci pensato per bene su, asserì.

"Mi odieranno tutti" - sentenziò tristemente. Si era pentito all'istante di quei messaggi, di aver reso la sua storia con Louis - non che fosse davvero una storia - un modo per ferire Zayn, come lui era stato ferito a sua volta in precedenza. Era sempre stato una persona empatica, sentiva le emozioni degli altri corrergli sulla sua stessa pelle, per questo non riusciva a trovare anche un minimo di piacere in ciò che aveva fatto, in ciò che aveva finalmente dimostrato, perché sapeva che tornando a casa avrebbe trovato Zayn ferito ma soprattutto incazzato e non aveva il coraggio di affrontarlo, non nell'immediato almeno.

"Puoi venire a stare qualche giorno da me" - confermò l'amico come se gli avesse appena letto nel pensiero. Harry sorprendentemente però, scosse la testa, facendo ricadere sul viso e su parte del collo dell'altro la folta massa di capelli - "Non vorrei, soprattutto perché so di essere nel torto ma devi affrontarlo ed ammettere una volta per tutte cosa c'era tra me e Louis..."

"C'era?" - sottolineò Niall con un sopracciglio arcuato, sistemandosi il paio di occhiali tondi che mettevano in risalto l'azzurro limpido dei suoi occhi - "Pensi che non voglia più avere niente a che fare con te?"

"Nì sono un passatempo per lui, è stato sincero fin dall'inizio. Lui non vuole una storia con me"

Niall nei suoi diciannove anni non sapeva poi così tanto d'amore, i suoi genitori avevano divorziato anni prima, suo fratello continuava a fare tira e molla con la sua compagna ed i pochi amici che aveva, con loro non parlava certo d'amore. In realtà non sapeva neanche dove avesse preso il coraggio di chiedere alla sua ragazza di uscire, quel pomeriggio di tre mesi prima eppure, come il più banale dei cliché, era riuscito a riconoscere l'attrazione - parlare d'amore puro era forse un po' affrettato - che c'era tra quei due idioti. Idioti sì, perché continuavano a rincorrersi ma mai a trovarsi. Un continuo girotondo che non stava facendo bene a nessuno, men che meno ad Harry che giorno dopo giorno, sembrava più contento ma anche logorato dall'incertezza di quel rapporto. Forse non lo conosceva da una vita ma ci aveva messo poco a capirlo: Harry Styles era come un libro aperto per lui. Una storia in cui anche lui partecipava e leggerlo, vederlo così insicuro su quel sentimento, era per Niall una sofferenza, più del 3 a 1 incassato dal Derby County il sabato precedente. Per questo non si fece problemi nel dire quelle parole, magari avrebbe, una volta per tutte, aperto gli occhi all'amico e forse anche le gambe, ma quello era un compito di Louis - "Pensi davvero che una persona a cui non interessa nulla ti prepari una cena solo per voi due in un ristorante, facendosi trovare sotto casa tua con un mazzo di rose? Sapeva che li avrebbe trovato anche Zayn ma se a lui non è importato, perché dovresti farlo tu?"

Harry lo guardò senza proferire parola. Dopo ciò che l'amico gli aveva detto, si sentì stupido perché lui aveva soppesato le parole di Louis ma mai i gesti, invece erano quelli ciò che realmente contavano. Doveva soffermarsi sulla continua ricerca di uno delle mani dell'altro o dei tocchi più fugaci, dei loro sguardi e quell'accenno di sorriso che si scambiavano ogniqualvolta che Harry passava davanti lo stand degli US of Manchester e lui era lì davanti, con i fogli in mano e gli occhi ancora più blu, una tonalità che Louis, mai avrebbe ammesso, notava solo dopo aver guardato Harry. E poi i baci, le carezze, il continuo sfiorarsi, i battiti irregolari ad ogni parola sfuggita, parole d'amore. Era questo ciò che davvero contava, era questo che Harry si era rifiutato di accettare, perché era più sicuro fermarsi alle parole, ai 'Non voglio una storia' che Louis repentinamente gli proferiva, ai no che mettere in ballo il cuore e rischiare.

"Cosa farei senza di te, Niall Horan?"

"Schifo?" - lo schernì il biondo, smorzando quella leggera tensione che si era creata - "Voglio solo il tuo bene Har, solo questo" - e subito dopo aver pronunciato quelle parole, sentì due braccia forti stringerlo, come mai prima.

"Hai ragione: farei davvero schifo senza di te Folletto"

L'abbraccio durò qualche secondo, il tempo necessario per far uscire fuori quella sua emotività evidente ed una singola lacrima: grazie ad Harry Styles, Niall aveva iniziato a sentirsi importante.

"Dove vai?" - chiese, vedendo Harry alzarsi di scatto senza un apparente emotivo. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, osservò per un momento la luna ed affermò - "È ancora il mio compleanno, posso ancora festeggiare" - ed iniziò a correre verso l'appartamento di Louis: era giunto il momento di parlare d'amore e forse, farlo anche.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora