Agenda blu

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In tarda serata, dopo aver portato fuori la spazzatura, Niall notò la piccola agenda lasciata su un dei gradini del piccolo portico dove abitava con i suoi genitori. "Strano" - disse, riconoscendola subito: tante volte l'aveva vista nelle mani di Harry cercando di sbirciare tra una parole e l'altra e troppe volte aveva chiesto di cosa si trattasse - "Pensieri" - rispondeva vago, spostando il discorso su altro, lontano da quell'agenda blu.
Adesso quei pensieri erano stretti nelle sue mani maldestre e lui non aveva il coraggio di leggerli, di farne parte. Si era seduto sotto il portico, nell'insolito silenzio di Manchester, ed aveva iniziato a sfogliarli, quei pensieri, come a prendere confidenza con quelle storie scritte da una mano disordinata. Sapeva di far parte anche lui di quelle parole eppure leggerle voleva dire come mettervi fine; scoprire di aver perso tutto e lui con Harry voleva passare ancora del tempo, tanto tempo.

Non voleva leggere perchè lì c'era un Harry a lui sconosciuto, profondo, rotto, segreto, amato, ferito, vecchio, c'erano sfumature di un Harry su cui lui non si era mai soffermato troppo.

Però era curioso, maledettamente tanto, così aprì quella piccola agenda promettendo di leggere solo qualche stralcio di pensiero, a caso. Le mani si fermarono su una pagina di Novembre: 'Sono stato ore davanti quella maledetta associazione, ridicolo. Ma ero lì solo per vederlo pochi istanti. Sento ancora il cuore in gola e posso andare a dormire avvolto da un azzurro difficile da dimenticare'.

Niall quel giorno lo ricordava bene, perchè a trascorre quelle ore insieme ad Harry c'era anche lui ed il sorriso che si era delineato sul suo viso, tanto da far comparire le fossette, era stato uno dei più belli; ma aveva tenuto quel pensiero per sé perché non voleva dare a nessun egocentrico presidente la soddisfazione di rendere il suo amico così.

Non si fermò Niall, né alla prima frase né alle successive, spezzò la promessa fatta pochi secondi prima a se stesso ma non importava, doveva leggerle, vivere quelle pagine consumate. Iniziò a leggere di uno Stephan che amava Harry ma che si nascondeva per paura, di un padre che non lo aveva accettato fin in fondo - semplicemente non ne avevano più parlato - pagine e pagine di un Harry spezzato e deriso, malinconico ma forte, non arrendevole. Si perse in un Harry che credeva al destino, senza rimpianti, che aveva viaggiato tanto ed altrettanto si era portato dietro ma nessun viaggio aveva comunque risposta alla domanda su quale fosse il percorso giusto da intraprendere, la sua direzione.
Scoprì canzoni, poesie e dichiarazioni.
Scoprì un Harry, poi un altro ed un altro ancora, tra quelle parole.
Sorrise quando lesse il suo nome; rilesse più e più volte quelle poche frasi in cui era descritto come 'Il mio raggio di sole' oppure 'la mia cosa buona', e con le dita affusolate calcò le parole migliore amico, tante volte tanto da sentirle sotto la pelle.

Inevitabilmente arrivò al punto cruciale, a quei Martin trasformati in Louis che si susseguivano uno dietro l'altro, diventando il protagonista assoluto di quelle pagine, di quella intera vita. Zayn era stato nominato poche volte, stranamente. Non c'era più spazio se non per Louis, solo lui e quell'amore sperato ma distruttivo. Tornò a sfogliare le pagine casualmente, senza soffermarsi su ogni giorno: si sentiva di troppo in quella strana storia d'amore.

'È come aver dimenticato di respirare. L'assenza di Louis annienta e distrugge...' - ma Niall non se la sentì di continuare, non con quelle parole almeno. Non voleva leggere di quell'amore che lascia posto ad un dolore che prevarica, distrugge ed annienta, come lo stesso Harry aveva scritto.
Tornò indietro di mesi, intere emozioni scorrevano tra le sue mani: 'Ho impiegato il tempo di una canzone per innamorarmi di lui'. - e Niall si trovò ad annuire, perchè Harry continuava a scandire tutto a tempo di musica, anche l'amore. Sfogliò ancora, finendo su un giorno casuale di Dicembre - 'Fa male vederli insieme. Sto imparando a distogliere lo sguardo, a far tacere il cuore'. - "Oh..." - mormorò, la data era inconfondibile e Niall non ci impiegò molto a ricordare quei tre infiniti giorni in cui Louis aveva dormito insieme a Zayn ed Harry si era sentito dilaniato dal dolore, dal fastidio e dalla gelosia, ben poco nascosta. Eppure tra quei giorni, non c'era una parola contro Zayn, un insulto, niente. Harry dava la colpa unicamente a se stesso per essersi perso in quel sentimento verso Louis, basta.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora