Sarò sempre al tuo fianco

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Liam entrò di soppiatto nella camera del suo migliore amico, evitò il cumulo di panni buttati vicino la porta e si buttò sul letto, interrompendo il sonno di Louis che grugnì un - "Coglione" - prima di sistemarsi un cuscino sopra la testa e cercare di evitare, inutilmente, il suo coinquilino.

"Sei sempre così dolce di prima mattina" - rispose, scostandogli il lenzuolo dal corpo ed accendendo la luce. Negli anni aveva affinato la sua tecnica del buongiorno, beccava ancora un paio di 'Vaffanculo Payne' da Louis ma almeno non gli lanciava più oggetti di dosso o minacce di morte. Aveva imparato che, toccandolo sul fianco destro, solleticandolo leggermente, riusciva a contenere la sua ira e con la promessa di una tazza di tè caldo già pronto in cucina, riusciva a farlo alzare - "Svegliati! C'è Harry di là e sembra abbastanza scosso".

A Louis bastò sentire il nome del ragazzo per scattare immediatamente in piedi e con voce ancora impastata di sonno lamentarsi per non averlo svegliato immediatamente ed aver lasciato Harry con Andy - "Quel ragazzo non sa nemmeno prendersi cura del pesce rosso che ha in camera!" - aveva urlato. Si diresse veloce in cucina con addosso solo i boxer bianchi e le guance ancora segnate dal cuscino. Trovò Harry rannicchiato su una delle sedie attorno al tavolo, la fronte poggiata sulle ginocchia strette al petto, il viso era pallido e gli occhi - appena visibili- gonfi e rossi, aveva pianto.

"Mi-mi dispiace essere piombato qui Lou..." - bastò sentire quella voce rauca per fargli stringere lo stomaco. Si avvicinò a lui e gli diede un bacio tra i capelli mentre con delicatezza cercava di fargli alzare la testa per guardarlo in pieno. L'inclinazione della sua voce traduceva un pianto imminente e Louis si sentì completamente sopraffatto, un senso di inquietudine montargli dentro; era bastato un singhiozzo maltenuto di Harry e come per osmosi, il dolore era diventato anche di Louis.

Lo strinse da dietro le spalle, senza parlare, aspettò.
Andy e Liam li lasciarono soli, era evidentemente successo qualcosa di grave, sperarono solo che tutto quello non coinvolgesse direttamente il loro migliore amico perché erano pronti a vendicarlo in qualsiasi momento, era sempre stato così. Ebbero anche l'accortezza di chiudere la porta tra la cucina ed il corridoio, lanciando però prima uno sguardo al ragazzo qualcosa simile a 'Siamo qui di fianco, se vi serve qualcosa'. In realtà si erano sistemati dietro la porta: Andy con un occhio davanti la serratura e Liam con l'orecchio premuto sul legno, cercando di captare tutto quello che sarebbe successo.

Harry tremava per il pianto, i singhiozzi, il dolore che incessante sentiva dentro di sè per ciò che sua sorella gli aveva detto al telefono, era stato sufficiente ripeterlo una volta sola, lui era andato via ed il ragazzo si era ritrovato per strada con addosso una tuta smessa, troppo pesante per essere indossata alla fine di Giugno, alla disperata ricerca di Louis: Louis che poteva proteggerlo, Louis che poteva portarlo via da quel dolore, Louis che poteva dirgli di essere solo in un brutto sogno.
Invece era la realtà e lui non voleva viverla.

"Come farò..." - aveva detto quelle parole singhiozzando, con un sussurro che Louis aveva a malapena sentito. Nuovamente non chiese nulla, lo strinse ancora più forte, baciandogli la spalla scoperta - "Non l'ho mai odiato veramente e lui non lo saprà m-mai"

"Harry che sta succedendo?"

"Per fa-favore Lou. Non so come fare...Devo andare a casa" - ed il pianto lo travolse nuovamente, ancora più forte, mentre pronunciava quelle parole. Tornare avrebbe voluto dire affrontare tutto, far diventare quella frase - quell'incubo - realtà e lui non si sentiva pronto. Non si è mai pronti per qualcosa del genere.

"Amore, ehi. Ti accompagno a casa ma dimmi almeno cosa sta succedendo" - disse, cercando di utilizzare un tono dolce o quantomeno rassicurante, qualcosa che calmasse Harry ed i suoi stessi pensieri. Continuava ad immaginare cosa avesse mai potuto ridurre il suo ragazzo in quell'ammasso di lacrime e singhiozzi ma non poteva certo immaginare quello - "Papà è morto".

Louis con uno slancio abbracciò il più piccolo, stringendolo con tutte le sue forze. Si stava odiando perché non sapeva cosa dire o fare, come prendere il dolore di Harry e farlo suo, salvarlo - "Ti accompagno a casa, andiamo?"

"Forse è il caso che tu ti metta qualcosa addosso" - rispose, passandosi le dita sugli occhi per asciugare le copiose lacrime. Louis notò quel gesto e gli bloccò le mani, passandovi le sue, come se quel gesto avrebbe potuto portare via anche solo un po' di dolore - "Andrà tutto bene Harry, te lo prometto. Sarò con te in tutto questo".

Harry sorrise tristemente ed annuì, grato di avere Louis al suo fianco - "Avrei voluto leggere tutti quei libri che mi ha regalato" - e le lacrime tornarono.

Liam aveva sistemato una mano sulla spalla di Andy e lo aveva discostato dalla porta, senza chiedere nulla era entrato nella camera di quest'ultimo ed aveva afferrato le chiavi della sua macchina, l'unica tra le loro che poteva affrontare un viaggio di centinaia di chilometri. Il biondo annuì in accordo e le sistemò sul piatto di fianco il portone, Louis avrebbe capito. Non dissero altro, si rintanarono ognuno nella propria camera e chiamarono i rispettivi genitori.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora