Mojito

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Harry tornò a casa bagnato fradicio. Nel raggiungere di nuovo casa infatti, la pioggia si era intensificata ed erano stati inutili tutti i tentativi di correre da un cornicione all'altro, quella sembrava proprio non essere la sua giornata.

A contornare e peggiorare il tutto poi, ci avevano pensato i suoi coinquilini. Entrambi infatti, nonostante non fosse ancora mezzogiorno, avevano pensato bene di inaugurare quel venerdì all'insegna dell'alcol, applicando la filosofia dell'all day, all night.
Una cazzata - a parere di Harry - inventata da Julio per bere il più possibile senza nessuna responsabilità. A lui naturalmente, si era aggiunto Zayn e sorprendentemente anche Frank che aveva lasciato Skype ed i suoi gatti per condividere un Mojito fatto in casa con gli altri due ragazzi.

Harry aveva garbatamente rifiutato ogni drink a lui proposto e si era rintanato in camera, ignorando le chiamate di un Niall preoccupato ed in attesa del suo amico per condividere il pranzo concordato il giorno precedente. Solo dopo la settima chiamata aveva deciso di mandargli un messaggio in cui brevemente gli spiegava cos'era successo e lo pregava di non presentarsi a casa sua, voleva stare solo.

Infatti, si era buttato a capofitto sotto il piumone azzurro ed ignorando l'incessante musica proveniente dalla cucina, aveva cercato di dormire o semplicemente di non pensare ad un paio di occhi azzurri che gli stavano togliendo le forze, rodendo l'anima.

"Com'è possibile?" - era finito a chiedersi, girandosi e rigirandosi nel piccolo letto singolo dove aveva immaginato più volte di passare almeno una notte con l'oggetto dei suoi pensieri, sogni ed incubi, com'era possibile che quel Louis Tomlinson gli fosse entrato così sotto pelle e soprattutto quando era successo questo? Quando la sua inutile cotta era diventata un dolore alla base del petto, si chiese, cercando di abbandonarsi al sonno senza trascinarsi dietro quei pensieri, lui con Louis Tomlinson non voleva avere più niente a che fare.

Provò a riposare qualche minuto, cercando di ignorare il fracasso proveniente dal salone - stavano realmente ascoltando Jesse McCartney, si domandò - e dal suo telefono che non smetteva un attimo di vibrare, avvertendo il ragazzo di un'ennesima notifica. Stanco per il sonno mancato e l'inutile preoccupazione di Niall, alcune volte esagerava proprio, si alzò e strisciando i piedi sul marmo raggiunse la cucina dove effettivamente i suoi coinquilini stavano ascoltando il cantante della sua prima adolescenza.

"Oh my God, Harry ha deciso di venire!" - urlò un più che alticcio Julio vedendo il riccio arrivare in cucina e senza problemi prendere un bicchiere e versarsi un'ingente quantità di vodka alla menta, buttandola giù poi tutta d'un fiato.

Andarono avanti così per quasi tutto il pomeriggio, fino a quando Julio non decise che fosse il momento adatto per rimettere tutto l'alcol ingerito addosso a Frank. Forse Harry rise anche alla scena, senza aiutare nè uno nè l'altro, accasciandosi sopra Zayn, condividendo quella risata e beccandosi qualche imprecazione dai loro coinquilini ma erano troppo ubriachi anche e solo per muovere un dito, figuriamoci per sollevare Frank dal divano e buttarlo in doccia, ci avrebbero pensato dopo gli altri, Harry sicuramente no.

"Non ero così ubriaco da mesi" - biascicò il moro, accendendosi una sigaretta e sputando il fumo verso il viso accaldato del riccio che, per quanto fastidio gli desse la puzza di fumo, non si mosse o lamentò.

"Non mai stato così ubriaco e basta!" - fu invece la risposta di Harry. La sua testa girava vorticosamente e non aveva forze per parlare di più, non era nemmeno tanto sicuro di aver pronunciato la frase in modo corretto, per poi aggiungere tedio - "Perchè la gente gioca con sentimenti? Ero una scommessa!"

Julio e Zayn guardarono confuso Harry, i loro connettori offuscati dall'alcol non ragionavano in modo razionale e per questo, senza pensarci più di tre secondi sopra, corsero nella stanza di Harry alla ricerca del suo telefono, quel piccolo tesoro che il ragazzo conservava lontano dagli occhi indiscreti degli altri due. Fu Julio a trovarlo sotto uno dei cuscini e lo porse, almeno ci provò visto che letteralmente vedeva doppio, al coinquilino riccio, intimandogli di chiamare lo stronzo che aveva giocato con i suoi sentimenti e mandarlo a quel paese.

Harry non capì come ma si ritrovò con l'orecchio sul telefono ed un sentimento di timore alla base del suo stomaco, lo stesso che lo fece singhiozzare una volta sentita la voce di un assonnato Louis dall'altra parte della linea - "Harry? Cosa c'è?"

"Tu..."

"Harry stai bene?"

Il ragazzo prese un lungo respiro, rigirandosi per dare le spalle ai due coinquilini ed a Frank, sopraggiunto in quel momento nella stanza da letto - "Mi fa male - disse con un filo di voce che per un attimo scalfì l'animo duro di Louis, poi aggiunse - tanto"

"Harry cosa succede? Devo venire lì?"

"No...Zee" - rispose affannato ed il presidente capì che con quelle due parole appena accennate, Harry lo stava avvisando della presenza in casa di Zayn. Non poteva presentarsi lì senza un reale motivo ed aiutare il ragazzo che stava, era abbastanza sicuro, piangendo in quel momento. Eppure Louis, non esternò la sua preoccupazione, anzi aggiunse il carico definitivo, comportandosi da vero stronzo, senza curarsi troppo delle sue parole e soprattutto delle conseguenze di quell'atto.

"Io...Harry ascolta mi dispiace ma è stato meglio così. Io non sono un tipo da relazioni, ti avrei scopato e poi scaricato con qualche frase cliché, ho giocato con i tuoi sentimenti e non me ne pento quindi ti prego di non cercarmi mentre sei pateticamente ubriaco"

Harry sbarrò gli occhi e senza aggiungere altro, riagganciò il telefono. Pentendosi subito dopo di quella chiamata e degli ultimi tre mesi sprecati dietro a quel paio di occhi azzurri che per la prima volta dopo tanto tempo, lo avevano fatto sentire di nuovo vivo. Almeno fino a quel momento ma ormai erano giunti al termine e come ogni volta nella sua vita, Harry si arrese passivo a quel finale.


Louis (18:48):
Ho bisogno del tuo aiuto. Vai da Harry ed accertati delle sue condizioni, per favore. Ha bevuto e non mi fido dei suoi coinquilini. Ti prego Lì, inventati qualche scusa.

Liam (18:52):
Mi devi un enorme piacere.

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora