Vorrei

13.5K 952 695
                                    

Dire che Harry si aspettava un appuntamento come quello era letteralmente un eufemismo. Aveva immaginato qualcosa di semplice, un pub o il Nando's lì vicino, si sarebbe accontentato anche del barretto sotto casa coi suoi panini oleosi e maleodoranti ma mai avrebbe pensato ad un ristorante di lusso, dove i suoi skinny jeans neri e la camicia in simil-seta nera stonavano parecchio con le cravatte e le pellicce delle persone presenti.

Si era sentito parecchio osservato, soprattutto quando Louis l'aveva accompagnato al tavolo, spostandogli lui stesso la sedia per farlo accomodare e prima di sedersi alla sua destra - e questo aveva fatto davvero battere il cuore ad Harry - gli aveva stampato un leggero bacio sulla guancia accaldata e no, questo non se lo aspettava minimamente soprattutto dopo otto giorni in cui l'aveva bellamente ignorato.

Louis non era stato di molte parole durante la cena, si era soffermato ad osservare Harry in tutte le sue più belle sfumature, fissandosi sul movimento delle labbra carnose e di come si arricciavano ad ogni parola, ma soprattutto come tirava fuori la lingua ogni volta che prendeva un boccone di cibo.

Era stato inutile focalizzare la sua attenzione su qualcosa di diverso da Harry - come la vecchia del tavolo di fianco che continuava ad ammaccargli - Louis si era ritrovato presto a dover fare i conti con i suoi pensieri, il cavallo dei pantaloni stretto e le immagini di quella lingua su tutta la sua lunghezza.

"Louis, mi stai ascoltando?" - chiese Harry, notando la disattenzione del proprio accompagnatore.

Il liscio scosse la testa, un po' per rispondere all'altro, un po' per riprendere il comando dei suoi pensieri - "Scusami Harry, mi sono distratto un momento. Cosa stavi dicendo?"

"Ti ho chiesto se il professore di diritto amministrativo è davvero così bestia come tutti dicono..."

Il ragazzo alzò le spalle - "Non lo so, non faccio legge"

"Cosa?" - Harry strabuzzò gli occhi sorpreso - "Ma se sei sempre nel nostro edificio!"

"La vostra facoltà è la più numerosa ed è più semplice fare banchetto elettivo. Casa mia poi è lì dietro e vengo a studiare nella vostra biblioteca perché molto più tranquilla, so che molti pensano a me come un laureando in diritto ma in realtà faccio ingegneria'

"Non sembri un tipo da ingegneria. Loro sono tutti nerd, con gli occhiali e senza vita sociale, mentre tu, sei tu..." - ammise Harry imbarazzato, accorgendosi solamente in un secondo momento di avergli fatto un complimento indiretto.

"Io sono cosa?" - incalzò Louis, provava un certo piacere a vedere quel riccio in difficoltà, con le guance rosse dall'imbarazzo.

"Dai Louis! Era per dire..."

Il più grande poggiò entrambi i gomiti sul tavolo - al diavolo il galateo - si prese il volto tra le mani e puntò il suo sguardo in quello imbarazzato dell'altro - "Ed allora dimmelo!"

Harry fece un lungo respiro, non voleva esporsi così tanto con Louis, dichiarandosi come un adolescente alla prima cotta ma proprio non riusciva a tenere per sé quel pensiero - "Sei bellissimo ed io non capisco perché sei a cena qui con me...Con una stupida matricola che non ha nulla di speciale. Non sono bello come Zayn o come tutte quelle persone che ti vedo sempre intor-" - Harry si bloccò quando sentì Louis ridere sguaiatamente.

'Sta ridendo di me?' - pensò il riccio, continuando ad osservare Louis stringersi la pancia per le risate - 'È bellissimo mentre ride e la sua risata è così...Ah'.

"Sai, non è carino ridere così"

"È colpa tua se sto ridendo così: in due minuti di discorso hai detto più cazzate di quante ne abbia mai dette il nostro Primo Ministro in quattro anni!"

"Oh..." - fu l'unico commento di Harry. Nonostante la strana atmosfera nell'aria e la presa in giro appena ricevuta, Harry si sentiva stranamente rilassato. Cosa che non gli era mai successa con Louis, era una sensazione nuova, una bella sensazione.

"Bacerei volentieri le tue labbra" - mugugnò Louis notando Harry perso nei suoi pensieri, come sempre.

Ed infatti - "Cosa?" - chiese Harry, ancora preso dai suoi pensieri, spostando lo sguardo dalla forchetta, alla carne appena toccata, ai gomiti di Louis piantati sul tavolo ma non osò andare più in alto, guardandolo negli occhi che sapeva puntare su di lui.

"Ho chiesto se ti va di fare qualcosa dopo, magari potremmo andare ai giardini botanici, a quest'ora c'è sempre una bella vista da lì" - mentì Louis. Non era solito sbilanciarsi così tanto con qualcuno appena conosciuto eppure Harry gli faceva un effetto strano, qualcosa che sentiva alla base della bocca dello stomaco, qualcosa di bello. Doveva iniziare a fare i conti con se stesso e capire che non lo stava facendo per la scommessa con Andy o perché Harry allungasse la lista delle sue conquiste da una botta e via, stava iniziando a capire che quella stupida matricola qualcosa gli faceva sentire e non andava fottutamente bene.

"Per me va bene" - rispose semplicemente Harry, afferrando il giacchetto di jeans, già pronto per uscire da quel ristorante che con due ragazzi aveva davvero poco a che fare.

Louis infilò una banconota da cento sterline sotto il bicchiere e corse dietro Harry, osservando solo per un attimo il fondoschiena del riccio, perfettamente delineato da quei jeans così maledettamente stretti - "Per te va bene cosa?"

"Baciarti".

Louis' Club || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora