XIII - You don't know me

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CECILY

Sentii le mani di Isaiah spingermi forte verso il piano della cucina prima ancora che potessi mettere piede nella realtà. Vidi una rabbia ceca colorare i suoi occhi di un rosso cremisi talmente intenso da farmi tremare. I suoi denti affilati uscirono imponenti, artigli affilati mi sfiorarono il viso quando cercai di schivare il colpo. Tra lupi non esisteva la cavalleria: uomo o donna, quando facevi un torto ne pagavi le conseguenze. Ma la situazione era diversa, avevo solamente risposto al fuoco con il fuoco. Lui aveva scoperto il mio segreto, io avevo fatto altrettanto. Anche se mi sentivo leggermente in colpa per aver visto quelle scene, non avevo intenzione di rimanere lì a farmi picchiare.

Ora che non dovevo più nascondere il colore degli occhi o quello dei capelli non avevo più limiti. Il rosso scintillò aggressivo e i capelli si schiarirono ulteriormente di una tonalità. Ruggii e mi fiondai su di lui. Finimmo entrambi sopra il tavolo; riuscii a colpirlo in pancia ma mi scontrai con addominali di ferro che fino a poco tempo prima erano il mio passatempo preferito. Isaiah invertì le posizioni e mi sovrastò con il suo peso, ma essendo più veloce riuscii a dileguarmi e aspettarlo in pedi a pochi passi. Quando mi venne addosso cominciò il vero duello senza esclusione di colpi: ci rotolammo per tutto il salotto, a tratti era in vantaggio lui e a tratti io. La casa era un disastro come noi del resto: sangue imbrattava vestiti stracciati, lui aveva un occhio nero e io il labbro rotto. Via via che lo scontro proseguiva la rabbia che guidava Isaiah non accennava a diminuire e, anche solo per un attimo, il suo volto si trasformò in quello del mio peggior incubo... mai mi erano sembrati così terribilmente uguali.

Nel farlo abbassai la guardia e Isaiah mi piombò sopra come un macigno, bloccandomi le braccia e stendendosi sopra di me.

- Tu non dirai a nessuno quello che hai visto - mi ordinò furioso.

- Non dirò niente se lo farai anche tu, piccolo Alpha - sputai acida, nonostante il labbro.

- Tu non mi conosci, Ombra. Tu non puoi capire -

- Eri solo un bambino vittima di bullismo, è normale che tu abbia cercato il morso! -

- Stai zitta! - urlò prendendomi il volto tra le mani bruscamente ma senza farmi male

- Tu hai solo paura di apparire debole se qualcuno scoprisse il tuo passato, ma sai cosa ti dico? Tu sei stato coraggioso Isaiah, non debole! -

Non appena le mie parole si fecero strada in mezzo a tutta quella rabbia, il volto di Isaiah si trasformò completamente, come se fosse stato spiazzato.. come se il muro che si era costruito fosse crollato all'istante.

- Pochi avrebbero avuto la forza che hai mostrato tu di continuare, andare avanti ogni giorno! Comportati da stronzo strafottente e sbatterti una ragazza diversa al giorno, questo è scappare dai problemi. Stai rendendo vani gli sforzi di quel bambino coraggioso -

Continuai e senza volerlo addolcii il tono, persa in quegli occhi rossi che in quel momento stavano rivivendo una vita di sofferenze.

Isaiah mi baciò. Fu diverso dalle altre volte. Non era mai stato dolce o delicato, ma in quel momento le sue labbra toccarono le mie con la leggerezza di un soffio. Si staccò subito, come se improvvisamente fosse tornato in sé; non aprì subito gli occhi, ma quando lo fece erano tornati azzurri.

- Scusa -

Si alzò di scatto e mi lasciò confusa seduta sul pavimento. Il mio cuore batteva all'impazzata come se volesse uscire e raggiungerlo; seguii con lo sguardo la sua schiena ampia che si allontanava, mentre si passava una mano tra i capelli. Io quel ragazzo non lo capivo. E questo mi faceva infuriare ed eccitare allo stesso tempo.

- Cosa diavolo è successo qui? -

Chester se ne stava sul primo gradino delle scale appoggiato alla parete, gli occhi rossi di pianto e i capelli scompigliati. Osservava con occhi sgranati quello che era successo, la casa completamente devastata e il sangue sparso qua e là.

- Niente che ti interessi, ragazzo - sbottò Isaiah appoggiandosi al tavolo. La sua voce era fredda, distante.

- Isaiah! - lo rimproverai. Chester era uno di famiglia, non avrei lasciato che ciò che stava succedendo tra di noi ricadesse su di lui o su qualcun'altro.

Chester corse verso di me e mi diede una mano ad alzarmi. Non potei fare a meno di notare quanto fosse cresciuto negli ultimi tre anni: i segni della malattia erano svaniti, i muscoli avevano acquistato volume e gli occhi castani scintillavano di vita.

- Tutto bene? - sussurrò preoccupato.

- Sì, tranquillo. Sei cresciuto Ches - sorrisi.

- Lo conosci? - chiese improvvisamente brusco Isaiah - e tu pivello come fai a conoscere Sophie? -

Lo fulminai con gli occhi - non sono affari tuoi Isaiah e sai benissimo che non è colpa sua se Sophie è stata aggredita. Sai quanto me che cercavano noi due - ringhiai.

Isaiah ingoiò la risposta sicuramente poco delicata e andò a prendersi un bicchiere d'acqua. Per quel giorno avevamo discusso abbastanza.
- Jade tornerà a momenti, vi consiglio di andare -
Annuii e guardai Ches, che non accennava a muoversi.
- Sophie si riprenderà, è con il suo Alpha ora - dissi passandogli una mano sulla spalla, ma non dissi che era al sicuro, perché nessuno lo era veramente.
- Andiamo ora -
Cercando di non fare smorfie per le ferite, camminai verso la porta seguita da Chester.
Prima di uscire, mi girai a guardare Isaiah: i suoi occhi mi guardavano come se lasciarmi andare fosse l'unica cosa che non avrebbe mai fatto.

- È un bel nome Cecily -
Chester mi affiancava senza fatica: una volta sarebbe crollato davanti a uno sforzo del genere.
- Mi ha aiutato Simon a scegliere, ha più gusto di me - arrossii ricordando quel momento.

- Domani inizierai a frequentare la scuola dove vado io. Ti troverai bene, vedrai - mi sorrise l'Alpha. Non riuscii a ricambiare, ma provai comunque a fargli capire che per me significava molto: mi alzai e lo abbracciai. All'inizio si irrigidì per la sorpresa, poi mi strinse tra le sue braccia come per proteggermi dal resto del mondo.
- Devi iniziare una nuova vita, altrimenti il passato ti tormenterà in eterno. Ci sarò io al tuo fianco, non temere, non ti abbandonerò mai. -
Affondai il volto nel suo petto, mentre una lacrima mi percorse la guancia. Simon si tirò indietro il necessario per asciugarla con il dito e poi mi prese il volto tra le mani.
- Sii forte, piccola -
Annuii.
- Cecily -
- Cosa? -
Sorrise di nuovo - Sarà il tuo nuovo nome per la tua nuova vita -
Mi piaceva. Anzi, lo adoravo.
- Anche se per me rimarrai sempre la stessa -

Poi quel ricordo venne sostituito da un bambino biondo che si voltava dall'altra parte mentre il suo migliore amico veniva picchiato brutalmente dai bulli.

The Alpha's WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora