CECILY
Bella viene personalmente a sbattere fuori Isaiah sbraitando "il tempo è scaduto". Prima di andarsene mi stringe una mano con fare rassicurante, come una promessa.
- Riposati Lily, dopo parleremo - annuii, anche se dormire era l'ultima cosa che volevo fare. Prima che uscisse, riuscii a bloccarla per il polso e le chiesi notizie di Richard; conoscevo Bella da tre anni e sapevo che nonostante la facciata insofferente in realtà stava morendo dentro.
- E' vivo, riposa nella stanza accanto. Ha cercato di bloccare Peter ma quella brutta puttanella... - in un impeto di rabbia colpì il muro con un pugno lasciando l'impronta. Scivolai vicino a lei e le presi la mano sbucciata stringendola - Bella... - ma lei tentò un nuovo colpo che fermai subito - io la uccido. Li ucciderò tutti -
Non avevo mai visto Bella così furiosa. Era la persona più dolce che avessi mai conosciuto, mentre in quel momento trasudava ira e disperazione, tanto che i canini spuntarono graffiandole il labbro - Angel gli ha tranciato i nervi delle gambe e non si rigeneranno, Richard non potrà camminare mai più -
Strinsi la presa sulle sue mani. In quel momento odiai Kalar ancora di più per quanto possibile. Odiai Peter e Angel. Odiai Noah, per averci traditi e per aver permesso che suo fratello fosse ferito gravemente senza fare niente. Per un istante sentii che i miei occhi stavano brillando di rosso sangue.
- Sì Isabelle, li uccideremo tutti -Passai un'ora a fingere di dormire; dedussi che gli altri fossero tutto crollati dato che non sentivo più discutere al piano inferiore. Era il momento giusto. Sgusciai fuori dal letto cercando di fare meno rumore possibile. Agguantai un paio di pantaloni della tuta e una felpa, mi legai i capelli e misi un paio di scarpe comode. Ringraziai il cielo quando scoprii che la finestra non era chiusa a chiave e saltai fuori, atterrando silenziosamente. Era ancora notte fonda anche se sembrava passata una vita dallo scontro. Dovevo schiarirmi le idee ed elaborare la prossima mossa, altrimenti Kalar ci avrebbe ucciso tutti, poco ma sicuro. Stare fuori era tutto fuorché sicuro, ma rimanere rinchiusa in quella camera mi faceva sentire in prigione: il tempo scorreva, Kalar avanzava e io non avevo ancora concluso niente. Senza volerlo, mi trovai nei pressi della biblioteca comunale. Era chiusa ovviamente, ma niente mi impediva di scavalcare il cancello. Feci il giro dell'edificio e trovai una finestra aperta ma alta, irraggiungibile per un umano ma uno scherzo per un licantropo. Con un balzo afferrai il cornicione, ma una fitta al fianco mi travolse; le ferite non erano ancora guarite completamente. Strinsi i denti e mi alzai sopra il bordo cercando di trattenere le smorfie di dolore e mi calai dall'altra parte. L'atterraggio non fu altrettanto delicato e soprattutto mi fornì lo spunto per una serie di imprecazioni.
Zoppicando un po' presi a viaggiare per gli scaffali, in cerca di un posto sicuro dove fermarmi a riflettere.
Quando arrivai alla sezione sui classici mi lasciai trascinare per un istante dai ricordi. Xander adorava leggere Macbeth, la sua opera preferita. Mio fratello adorava il teatro, come tutti in famiglia del resto, ma quell'opera in particolare lo affascinava ogni volta sempre di più. Mi ricordai che una volta gli chiesi cosa ci trovasse in un re folle, accecato dal potere, ma lui non mi rispose mai. "Un giorno capirai" diceva. Si sentiva come Macbeth? Accecato dal suo potere fino al punto di non accorgersi di chi lo stava tradendo? Oppure Macbeth era Kalar, spietato e crudele? Ma non era possibile, Xander non sapeva il piano di Kalar.
Presi il libro in mano e pian piano mi sedetti per terra, appoggiando la schiena agli scaffali.
Il mio problema il quel momento era trovare un modo per controllare il Demone Lupo, altrimenti la battaglia sarebbe stata persa in partenza. Simon sapeva come fare ma non aveva voluto rivelarmelo perché diceva che non ero ancora pronta. La domanda allora era: come faceva Simon a saperlo? Imprecai un'altra volta e cercai di impedire alle lacrime di scendere. Ci doveva essere qualcuno in quel cazzo di mondo in grado di darmi la risposta che stavo cercando!
- Ragiona Cecily, ragiona -
Mi bloccai quando mi resi conto che, nonostante tutto, continuavo a chiamarmi Cecily. Forse perché era l'unica cosa che mi rimaneva di Simon.
Solo poche persone sapevano del Demone Lupo, perciò il campo si restringeva, anche se non di molto. Doveva essere qualcuno vicino a mio fratello o a Kalar... merda, niente. Mi alzai frustrata e raggiunsi il banco informazioni. Il vecchio Will, il custode di ottant'anni suonati che alla pesione non ci pensava neanche per sogno, aveva lasciato una torcia e un pacchetto di carne essiccata. Probabilmente la guardia che doveva sostituirlo di notte preferiva la compagnia di allegre fanciulle piuttosto che di libri, lasciando la postazione vuota. Quando ero piccola pensavo che Will fosse come noi, nonostante gli anni non cambiava una virgola e campava a meraviglia. Ovviamente mi sbagliavo. Rimaneva il fatto però che quell'uomo era un simbolo per la città, una mascotte a cui non potevamo rinunciare e una sorta di Google per tutti, l'uomo dalle mille rispose e mille consigli.
Giustamente ero abbastanza stupida da non esserci arrivata prima.
Chi aveva tutte le risposte in città? Will. Chi incontravano ogni volta Simon in biblioteca quando passava? Era un lettore accanito, Will lo trattava come un figlio ormai.
Dovevo trovare Will.
- Sapevo che ti avrei trovat qui Lily -
Mi girai di scatto.
- Sophie! Che ci fai qui? -
Come diavolo aveva fatto a trovarmi?
La ragazza uscì fuori dall'ombra e mi si avvicinò, facendo un cenno con la mano verso il mio fianco : il sangue, ovvio.
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The Alpha's War
Manusia SerigalaDue branchi, due storie, due Alpha. Isaiah vuole solo spassarsela con gli amici, godersi la vita come se non ci fosse un domani e imporre il proprio potere nella cittadina di Columbia. Ma quando il branco di Cecily, guidato dall'Alpha Simon com...