X - Her eyes

3K 222 5
                                    

ISAIAH
Ero in palestra, seduto sulle gradinate. Ero incazzato e si vedeva dagli occhi rossi scintillanti e dagli artigli che premevano per uscire. Le parole di Simon mi rimbombavano in testa come una melodia fastidiosa, e la cosa che più mi irritatava era che erano fottutamente vere. Avevo visto una delle crisi di Cecily ed era bastata; lui c'era sempre stato per lei in tutti questi anni e mi sentivo un verme ad entrare così nella sua vita solo per portarla via da chi la teneva veramente al sicuro. Era da una settimana che Cecily mi evitava palesemente, ma il ricordo di quel bacio non ne voleva sapere di andarsene e mentirei se dicessi che mi sarei accontentato. La volevo, dio se la volevo! Volevo quelle labbra, volevo ogni centimetro del suo corpo, i suoi capelli neri tra le dita e i suoi sorrisi solo per me. Cosa stavo diventando? Promisi a me stesso che l'avrei avuta una volta, cascasse il mondo e che poi avrei chiuso con questa faccenda. Odiavo l'effetto che mi faceva.
- Dov'è Sophie? -
La sua voce fu come un richiamo. Girai la testa di scatto e la trovai all'entrata con uno sguardo seccato e le braccia incrociate davanti al seno... Isaiah, cazzo, un po' di contegno.
- Deve ancora arrivare - risposi avvicinandomi con fare seducente. Eh no, stavolta non mi sarebbe scappata - pensavo non saresti venuta -
- Abbiamo un patto - seguì con gli occhi i miei passi e, sebbene cercasse di non darlo a vedere, una luce negli occhi mi fece capire che le piaceva ciò che vedeva.
- A quanto pare non mi conosci abbastanza - mi sfidò.
Spalancai gli occhi che diventarono immediatamente rossi come il fuoco.
Tu non la conosci erano state le parole di Simon. Una rabbia diversa dal solito cominciò a crescere dentro di me: gelosia. Perché lui invece sapeva tutto di lei. Lei era come un libro aperto per lui, mentre io continuavo a fissare la copertina. Con un balzo la raggiunsi e la spinsi contro il muro. Fanculo il contegno, fanculo Simon e fanculo i branchi diversi: volevo sapere tutto di lei, volevo la sua fiducia e il suo corpo. Io volevo lei.
- Perché allora non cominciamo a conoscerci meglio? - sussurrai accanto al suo orecchio. La sentii irrigidirsi, per poi appoggiare le mani sul mio petto per allontanarmi.
- Normalmente questo si dice prima di infilare la lingua in bocca a qualcuno - Ottimo senso dell'umorismo. Abbassai la testa e lasciai una scia di baci umidi lungo il collo, facendola sospirare. Dio, quanto era bella.
- Touche, madame - andai verso l'alto - ma nessuno mi ha fermato -
1 a 1, piccola.
Cecily alzò la testa per darmi il via libera che aspettavo, mentre le sue mani si erano aggrappata alla mia schiena con possessività. Il mio amico lì sotto sembrava divertirsi parecchio e promisi che questa volta non mi sarei fermato.
Appoggiai una mano sulla sua coscia e l'altra sul fianco, curioso di toccare quel corpo fantastico centimetro per centimetro.
- Chi ti dice che io lo voglia? - ribattè cercando di mascherare il piacere. In tutta risposta presi a salire con la mano sulla coscia, mentre la bocca aveva raggiunto la sua.
- È inutile nasconderlo, tesoro. Tu mi vuoi tanto quanto ti voglio io, solo sei troppo orgogliosa per ammetterlo e per questo ho intenzione di fartelo capire. Tu sei mia -
Mi avventai sulle sue labbra come se fosse l'unica fonte di acqua nel deserto. Non era niente di timido, era fuoco allo stato puro; usando le braccia me la issai in grembo e la schiacciai ancora di più contro la parete. Cecily ansimò e si premette ancora di più contro di me, facendomi gemere. Cazzo, dovevo averla subito.
Con una mano le tolsi la felpa e subito mi aiutò, lanciandola chissà dove. Le accarezzai il fianco con la mano, mentre le consumavo quelle labbra baciandole e mordendole. I miei occhi divennero più rossi che mai e gli artigli uscirono affilati a graffiarle la pelle; gemette di piacere sulle mie labbra facendomi impazzire. Quando sentii le sue mani tirarmi su la maglietta, l'erezione che avevo era talmente dura da far male. Percorse i miei addominali tracciandone il profilo, mentre con l'altra mano mi spettinava i capelli. Ancora mi aiutò a levarle la maglietta, che raggiunse il resto per terra. Mi concedetti un attimo per ammirarla, allontanandomi anche se di poco.
- Sei Bellissima - mi lasciai sfuggire.
Lei sorrise e riprese a baciarmi. Sorpreso mi lasciai sfuggire il suo nome, premendo con una mano sulle sue natiche e con l'altra appena sotto il seno. Scesi a baciarle il collo, fino alla clavicola dove lasciai un leggero morso. Continuai a scendere, fino al bordo del reggiseno bianco e sfiorai il tessuto con le mani e con la bocca.
Il suo gemito non fu l'unico rumore.
Feci appena in tempo a girare lo sguardo e stringerla a me per proteggerla che la porta della palestra venne scardinata e lanciata lontano.
Allarmati, ci girammo a guarare i danni, senza sciogliere l'abbraccio.
- Cos'è stato? - chiese decisa.
- Aspetta qui -
Le lanciai la maglietta e la felpa prima di andare a controllare. Il muro era danneggiato e la porta ripiegata su se stessa: solo un licantropo poteva fare una cosa simile, ma lì non c'era nessuno a parte noi due. Camminai tra le macerie sotto lo sguardo vigile di Cecily che cercava una spiegazione all'accaduto, anche se dal suo sguardo un'idea ce l'aveva già.
Distratto, quasi pestai qualcosa di rosso scuro che spiccava sotto le mie scarpe: una rosa.
- Cecily vieni qui, ho trovato qualcosa -
Gli anfibi di Cecily rimbombavano quando passava attraverso le macerie, arrivandomi dietro e sfiorandomi la schiena per guardare meglio. Raccolsi la rosa e con l'altro braccio le cinsi la vita, mettendole il fuore davanti.
- Era tra le macerie, dubito che fosse qui per sbaglio -
Sgranò gli occhi e strinse la presa sulla mia schiena.
- Perché Sophie non è qui oggi? - disse con un velo di agitazione, con lo sguardo fisso sul fiore.
- Non ne ho idea -
Mi sfilò la rosa dalle mani e corse verso l'uscita, saltando i pezzi di muro e urlando "Seguimi".
Mi ripresi subito e mi affrettai a seguirla, raggiungendola subito.
- Cosa sta succedendo? -
- Sophie è in pericolo -
Bastò questo a farmi imbestialire. Chi osava toccarla? Il mio sguardo si fece furioso, mentre con passo svelto Cecily mi faceva strada.
- C'era un unico roseto in tutta la città fino a qualche anno fa, poi è diventato uno spiazzo, un ritaglio di prato in mezzo al bosco. Si trova sopra la collina, versante est -
- Come fai a saperlo? -
- Nessun umano scardina una porta e abbatte un muro. Era un segnale per noi -
- Non era questa la mia domanda. Come fai a sapere del roseto? Non c'è in nessun libro o guida! -
- Lo so e basta, fidati di me -
Ancora segreti.
Raggiungemmo il versante est e, sfruttando le nostre abilità, arrivammo in pochi minuti in cima. Il cuore mi batteva all'impazzata per l'agitazione e la paura di perdere Sophie... Sarei stato un fallimento di Alpha.
Cecily aveva ragione; c'era uno spiazzo verde, con alcune rose ai lati come unica testimonianza dell'antico roseto. Incastonate nel terreno c'erano pietre levigate con incisi dei nomi: non ci impiegai molto a capire che erano lapidi. Avrei scommesso tutto l'oro del mondo che queste erano le vittime della strage di cui mi aveva parlato Jade. Istintivamente cominciai a camminare attraverso per cercare quel nome che mi stava tormentando ma Cecily mi fermò prendendomi il braccio.
- È tutto troppo tranquillo -
Aveva ragione e aveva paura. Paura non di quello che stava per succedere ma paura di ciò che era successo lì. Perché lei sapeva molto di più e nascondeva altrettanto.
La presi per mano e la invitaiva proseguire facendomi strada, fino a raggiungere le ultime due che spiccavano tra tutte. Non feci in tempo a leggere i nomi perché mi accorsi che dietro all'albero difronte a noi c'era qualcosa. Mi misi davanti per proteggere Cecily in caso di pericolo e girai l'albero.
Due corpi, appesi per le braccia con lunghe corde grosse che laceravano la carne. Avrei riconosciuto quel corpicino minuto e quel viso deformato dal dolore lontano un chilometro.
- Sophie! - urlai in preda a una crisi di rabbia. Con gli artigli tagliai di netto le due corde e i due caderono come sacchi. Cecily si lanciò subito dal ragazzo, sollevandolo e cercando di farlo rinvenire. Cercai di imitarla con Sophie, ma non apriva quei fottuti occhi.
- Svegliati! - sbraitai ma nulla.

The Alpha's WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora