XXXVI - His Voice

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ISAIAH
Faticavo ancora a capire cosa fosse successo. Avevo ancora davanti agli occhi Xander, l'uomo che aveva istigato la mia curiosità dal primo momento in cui l'avevo sentito nominare, mentre uccideva a sangue freddo Peter, ridotto a una massa informe di ossa e sangue.
Poi Xander, dopo aver riabbracciato la sorella dopo tre anni dal suo assassinio, era sparito frantumandosi in frammenti di luce accecante.
E l'unica cosa che il mio cervello aveva realizzato completamente era che mi trovavo appoggiato a Simon, in versione redivivo, a guardare la scena senza parole.
- C-che cosa... - avevo la gola secca, lo sguardo rapito dove ormai Xander era sparito.
- Non ora, dopo vi spiegherò tutto. Adesso devi fermare lei - mi interruppe Simon seccamente guardando Cecily che ci dava le spalle.
Non capii quello che stava succedendo finché non vidi le sue spalle tremare e le gambe cedere. Con uno scatto quasi nevrotico si prese la testa con le mani e cominciò ad ondeggiare in maniera compulsiva.
- Lily? Piccola... -
Un urlo lacerò il silenzio. Vidi Bella e Jade avvicinarsi ma Simon li bloccò con uno sguardo eloquente. Notai solo  in quel momento che il mio migliore amico teneva per i capelli Noah, col volto tumefatto e un rivolo di sangue lungo la gola esposta. Angel, l'unica ancora in piedi per miracolo, era solo il ricordo della bionda luminosa che era prima: Bella l'aveva ridotta al limite, lasciandole solo l'umiliazione di essere stata sconfitta.
- No...No! Basta! Vattene! - urlava intanto Lily portando la fronte a terra.
Mi uccideva vederla così,ancora di più mi uccideva non capire cosa stesse succedendo.
- Il Demone Lupo sta prendendo il sopravvento, è emotivamente distrutta - sussurrò Simon.
Stava cercando di controllarsi, stava cercando di non diventare come Kalar.
- Lily, tu non sei come lui! - urlai.
Lei mi sentì. Vidi le sue spalle sobbalzare e la nena finire. Poi riprese ancora più forte di prima.
Merda, pensa Isaiah,pensa,dev'esserci qualcosa...
Mi fermai.
Qualcosa c'era.
Me n'ero quasi dimenticato dopo l'ultima volta: io l'avevo già calmata in passato.
Io ero la Voce del Demone Lupo.
Io potevo fermarla.
- Simon, mollami - lui ritirò subito le braccia e mi lasciò barcollare verso di lei.
Mi accasciai davanti a lei e cercai di prenderle le mani, ma con uno scatto Cecily fece scattare gli artigli e quasi non mi staccò il braccio.
- Ehi ehi, sono io -
Cecily alzò lo sguardo e puntò gli occhi cremisi sui miei: una furia cieca dominava il suo volto, i canini affilati a bucare le labbra.
- Merda -
Tentò di attaccarmi di nuovo ma riuscii a bloccarle di nuovo la mano che mi era sfuggita.
- Cecily! - ringhiai facendo brillare gli occhi ormai gialli.
- Tu! Vattente, idiota! - sbraitò di rimando.
Fu come ricevere uno schiaffo. Sembrava di essere tornati al principio.
- Cecily, Arianne Morgenstern, fermati e ascoltami! -
- Fottiti! - con una spinta mi travolse mettendosi a cavalcioni su di me e tirandomi un gancio degno di nota che non feci in tempo a schivare - Tu sei come lui, come Kalar! Siete due mostri, e lo sono anche tutti i tuoi amichetti di merda! Voi, voi mi avete portato via le due persone più importanti della mi vita e questo non potrò mai perdonarvelo! Dovete soffrire tanto quanto abbiamo sofferto io e mio fratello, vi farò pagare ogni singolo secondo che ho passato senza di lui! Tu, piccolo bastardo che non sa tenere in riga i suoi cani, sei la causa di tutto, tua è la colpa della morte di Simon e nessuno,io per prima, ti perdonerà mai per quello che hai fatto,per quello che sei! -
Una cascata di pugni si scontrò contro la mia faccia senza che facessi qualcosa per impedirlo. In realtà non volevo fare niente. Me li meritavo. Le sue parole erano vere. Sapevo che era il Demone Lupo a parlare per lei, che la mia Ombra non pensava veramente quelle cose, ma il problema era che ero io a pensarle.
Aveva fottutamente ragione, come sempre. Ma su una cosa si sbagliava.
- Hai ragione,Ombra - accennai un sorriso amaro bloccandole il pugno che sarebbe arrivato da lì a breve - sono un mostro, un uomo insicuro e fragile che cerca di nasconderlo sotto una corazza di sfrontatezza. È colpa mia se Simon è morto perché mi sono fidato delle persone sbagliate. Kalar mi ha usato perché io non ero e tuttora non sono abbastanza forte. Ma voglio esserlo, voglio essere più forte. Voglio essere degno del tuo amore. Perché puoi dire quello che vuoi Arianne Morgenstern, Cecily, ma tu mi ami. Puoi non perdonarmi ma mi ami e lo sai. E sai che io amo te. E questo non cambierà. Fanculo, io non ti merito, ma mi hai ugualmente permesso di poterti stare affianco. Non ho intenzione di andarmente e non ho intenzione di lasciarti andare, te l'ho già detto -
Vidi i suoi occhi indugiare per un istante, poi tutta la rabbia,la frustrazione e il dolore sparirono come per miracolo. Il suo corpo smise di tremare mentre artigli, canini e occhi tornarono normali. Lacrime amare cominciarono a riempirle le guance mentre con voce tremante sussurrò: " Perdonami".
La presi tra le mie braccia e la strinsi a me - shh,va tutto bene, non hai niente di cui scusarti... te l'ho già detto, non sei sola -
Cecily scoppiò in un pianto sommesso contro la mia maglia logora sussurranò in continuazione quella parola che per me era senza senso.
- Va tutto bene, sei in buone mani ora - Simon si era avvicinato a noi con sguardo dolce e comprensivo. Lo ringraziai con un sorriso,la sua presenza era una benedizione.
- So che sei ancora scossa Lily, ma ti devo delle spiegazioni, anzi,le devo a tutti voi. Torniamo a casa -
Lily guardò Simon asciugandosi gli occhi ma senza mollare la presa su di me. Il suo volto si aprì in un sorriso limpido, il primo dopo molto, troppo tempo.
- Andiamo a casa - disse.

Mentre tornavamo a verso casa dove ci aspettavano Sophie, Chester e Roxanne, vidi Jade prendere Noah e caricarselo in spalla dopo che perse i sensi e Angel venire trascinata per la chioma bionda da una Bella dalla calma apparente, ma un tornado si vendetta dentro il cuore.

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