XXVIII - Part of a plan

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ISAIAH

- Faccio ancora fatica a crederci -

Mi voltai verso Jade mentre attraversavamo Columbia trasformati in lupi. Nonostante mi parlasse attraverso il pensiero, potevo avvertire la sua preoccupazione.

- A cosa ti riferisci? -

- Stiamo per irrompere a casa di Peter... fino a poco fa ci bastava suonare il campanello - sbuffò amaramente.

Capivo perfettamente come si sentiva. Peter e Angel non avevano solo tradito la causa ma anche la nostra amicizia... sempre che di amicizia si trattasse. Io e Jade avevamo passato gli ultimi tre anni in villa O'Conner, tra videogiochi, allenamenti e feste. Quel periodo mi aveva fatto riacquistare la sicurezza in me stesso che avevo perso durante i lunghi anni di abusi... ora ero diventato di nuovo vulnerabile. Vulnerabile e debole... dannatamente debole.

- Non farlo - disse Jade - Sei forte Isaiah, non dubitarlo mai. Ne hai passate tante, troppe, ma sei sopravvissuto e ora sei qui, a combattere per ciò in cui credi e per la ragazza che ami. Non sei debole -

Respirai e mi voltai. Ripetei le parole di Jade come un mantra fino al cancello di villa O'Conner. Ci nascondemmo vicino alla siepe che anticipava l'entrata e riprendemmo forma umana.

- Qual è il piano? - ridacchiò il mio migliore amico nervoso.

Controllai il telefono per vedere se Chester era riuscito a disattivare il sistema di sicurezza ma non c'era alcuna notifica.

- Aspettiamo Ches, entriamo dalla sala feste, biblioteca, libro e via -

- Come se avessimo l'inferno alle calcagna -

- Precisamente -

Ci guardammo e scoppiammo a ridere. Mi mancavano i vecchi tempi, quando eravamo solo io e lui. Non avrei mai immaginato che tutto quello sarebbe diventato molto di più: tutto parte di un piano. All'improvviso il telefono in tasca vibrò:

Fatto (Amatemi). Chester.

Ghignai - Si va in scena -

Scattammo verso l'ingresso secondario, lo stesso che avevo percorso a ritroso con Lily per portarla al lago, dove ci eravamo dati il nostro primo bacio... quante cose erano cambiate da allora.

Scattammo veloci senza trasformarci perchè avremmo sicuramente dato nell'occhio. Il sindaco era a una conferenza da tre giorni e non sarebbe tornato prima del giorno seguente, mentre i tre traditori si erano rintanati da qualche parte con Kalar. Con un po' di fortuna, la casa sarebbe stata libera.

Jade riuscì a scassinare la serratura con un artiglio - è dal primo anno che non lo faccio - disse ridacchiando orgoglioso.

Ci precipitammo dentro, ci guardammo intorno e proseguimmo veloci verso la libreria in quel labirinto che era Villa O'Conner. Nessuno in corridoio.

- E' strano, non c'è nessuno - sussurrò Jade sottovoce correndo.

- Ed è un male? -

- Di solito i film horror iniziano così -

Non feci in tempo a ribattere che arrivammo e ci gettammo contro la porta.

Era tutto silenzioso e buio, l'unica cosa che penetrava era la luna attraverso le finestre. Ches aveva fatto un ottimo lavoro, non si sentivano i rumori delle telecamere. Era tutto tranquillo, troppo.

- Benvenuti in Villa O'Conner, o meglio, bentornati! -

Appunto.

Alzammo lo sguardo contemporaneamente verso il primo blocco di scaffali. Occhi chiari quasi vitrei, capelli castani e un sorriso strafottente come fosse il padrone di casa.

The Alpha's WarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora