Mi capita spesso di pensare a come sarebbe stato la mia vita se tutto questo non fosse successo, se mamma fosse ancora qui a guardare, dalla finestra, questo temporale con me. Che poi alla fine il vero temporale c'è l'ho dentro e nessuno può vederlo, ma lei sarebbe riuscita a vederlo e a placarlo, mi avrebbe guardato negli occhi e mi avrebbe detto 'va tutto bene', 'ci sono qui io'. Io avrei fatto finta che quelle parole non mi avessero mosso qualcosa dentro, ma io sarei stata un po' meglio anche se non si sarebbe detto. I suoi occhi erano verdi come i miei e cavolo leggeva dentro di me ogni singolo scarabocchio.
«Mi stai ascoltando?» chiede mio padre. Farfuglio un 'certo', anche se in realtà non ho sentito una parola. «Allora cosa ho detto?» mi fissa e tutt'un tratto mi sento attratta da una piccola macchiolina sul vetro della finestra accanto a mio padre. Cerco di ricordare le parole che mi stava scandendo. Poi un colpo di genio. «Che devi partire per lavoro.» cerco di sembrare credibile e di fargli capire che stavo ascoltando veramente. «Solo questo è ciò che hai compreso da tutto ciò che ti ho riferito qualche minuto fa?» mi guarda e poi accenna un sorriso. «Sono vecchio e brontolone e mi dilungo troppo nei discorsi, quindi lascia perdere e prenditi cura di te mentre io sono via.» dovrei ringraziarlo perché non ha voluto insistere e non mi ha fatto fare una figura di merda? Alla fine rispondo con un semplice 'non preoccuparti' e mi dileguo in camera mia. Ogni volta che parlo con mio padre mi sento fuori luogo e in imbarazzo, dopo che ha lasciato me e la mamma sole mi è scaduto totalmente. Guardavo sempre i miei vicini e mi chiedevo perché loro avessero un padre che li portava al parco e a fare shopping e perché io non lo avevo. Mi stendo sul letto e prendo uno dei miei libri dal comodino, solo allora mi accorgo che c'è un agente estraneo. Controllo meglio mettendomi a sedere. Sul mio libro ci sono delle fotocopie rilegate. È la copia di un libro che non ricordo di aver letto. Anzi non l'ho letto. Si chiama “Tragedia d'amore”. Lo sfoglio velocemente e mi accorgo che ci sono alcune frasi sottolineate. 'Forse è sbagliato amare, ma io continuerei a sbagliare per lei'. È una delle frasi più belle che abbia mai letto. 'Ci si scontra con l'infelicità e quando succede si diventa diversi, nessuno ti può rendere più felice come una volta eppure lei mi faceva stare meglio di prima'. Sorrido come un ebete davanti a quella frase. Non riesco a capire chi possa avermi dato questa copia, so che Nathan mi dovrebbe dare un libro, ma non è quello che mi ha stracciato. Raggiungo la sua camera e busso alla porta, mi apre e ritorna a sedersi sul letto. «Che vuoi? Non ho tempo per le tue stronzate» dice annoiato, sempre molto cortese che devo dire. «Sempre molto gentile eh...» dico indispettita. «Volevo solo sapere se questo libro me lo hai messo tu in camera.» gli porgo la copia del libro. Gli da una rapida occhiata. «Perchè dovrei?» chiede stizzito.
«Perchè dovresti.» ribatto sfidandolo.
Fa una smorfia di disappunto. «No, non ce l'ho messo io.» afferma serio. Poi mi prende la manica della felpa e mi tira verso l'uscita della sua camera. «Ora puoi andare.»
Dimeno il braccio per fargli mollare la presa e ci riesco. «Posso anche andare da sola.» dico fulminandolo con lo sguardo. «Allora muovi il culo perché ho cose più importanti a cui pensare.» dice ghignando. «Ah si? E cosa staresti facendo di così tanto importante?» chiedo indispettita.
«Nulla che ti riguardi.» mi incenerisce con lo sguardo e io infastidita esco dalla sua camera sbattendo la porta. Cavolo, non c'è la faccio più, non parliamo mai e se ci parliamo finiamo per litigare come due bambini viziati. Vado in cucina e chiedo a Meddy del libro, ma lei mi spiega che non sa niente. Mio padre è fuori discussione che lo abbia messo lui, allora chi diamine è stato?
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MI PIACI COSÌ
RomanceGli occhi grigi di Alaska hanno visto di tutto e hanno capito tutti solo guardandoli per un secondo. Ha cercato di capire anche lui con quell'atteggiamento da pallone gonfiato e da costante arrabbiato. Tutti tranne lei, almeno così pensa. Nathan Gr...