Prendo la copia del libro e respiro affannosamente, ho corso come la matta per tornare a casa senza che Grace mi seguisse, ho cercato davvero di dare una spiegazione a ciò che ho visto, ma niente. Non c'era una spiegazione ad un bel niente. È fidanzata e so che non dovrei giudicarla, ma il fatto che mi abbia mentito mi rende furibonda e mi porta a cercare per forza un motivo per il quale non dovrei essere arrabbiata con lei. La stessa amica che riteneva che Nathan fosse insopportabile e che oggi gli stava leccando il piarcing sul labbro. Mi viene la nausea solo a pensarci e mi fa schifo il fatto che trovi la mia migliore amica disgustosa. Non capisco, perché non me l'ha detto? Eppure lo sa che Nathan non ha storie serie, che farebbe di tutto per farmi del male e che quindi sta facendo tutto questo per farci litigare. Ne sono sicurissima e anche se lei è troppo impegnata, a tradire Louis per non accorgersi che è un'altra delle sue tattiche, io voglio avvisarla lo stesso magari quando mi sarò calmata. E Louis? Cosa farò lunedì a scuola? Non posso guardarlo negli occhi e dirgli che Grace lo ha tradito. Quanti problemi e tutto per Nathan, solo e soltanto per Nathan. Cerco di concentrarmi sul libro, ma la mia mente va a parare da un'altra parte. Scendo in cucina e vedo Maddy prendere degli ingredienti dalla credenza e appoggiarli sull'isola.
«Pensavo non ci fosse nessuno in casa, Al» mi sorride dolcemente e mi ricorda che oggi è tornato mio padre da qualunque città fosse andato per lavorare.
«Stasera andremo a cena da uno degli amici di tuo padre tu e Nathan dovrete esserci, tuo padre ha promesso che sareste venuti» dice versando la farina in una ciotola e sbattendoci le uova precedentemente aperte. Non è ho molta voglia, ma per me non è un grande problema andarci, per lo più sarà un problema convincere Nathan, ma non è un mio problema.
«Neanche a me piace andare a quelle cene di cui si parla di lavoro, ma stavolta non potevo proprio dire di no» dice passandosi la mano piena di farina sulla fronte sudata.
«Lo so» spiego e raggiungo le scale per tornare in camera mia a prepararmi. La voce di Maddy mi ferma:«Ti dispiacerebbe convincere Nathan?» mi chiede imbarazzata. L'aiuterei se non fosse successo ciò che è accaduto. Avrei cercato di convincerlo e lui mi avrebbe presa in giro dicendo che sono assillante e fastidiosa, ma forse lo avrei convinto. Ma oggi dubito che ci riuscirei e poi non voglio parlargli.
«Mi dispiace Maddy, ma io e Nathan abbiamo avuto delle divergenze» spiego cercando di non ferirla. Lei si scusa subito.
«Non preoccuparti, anzi scusami se ti ho messa in imbarazzo» dice chiaramente dispiaciuta, ma io le dico di non preoccuparsi e raggiungo camera mia.
Non so proprio che diamine mettermi, di certo non voglio indossare una gonna e magari nemmeno un vestito. Alla fine indosso un paio di jeans grigi e una felpa nera che mi arriva alle cosce. Metto i miei anfibi borchiati e mi pettino i capelli. Aggiungo del mascara e della matita e prendo la mia giacca. Torno in cucina e trovo Maddy sul divano. Ha un vestito color panna che le arriva poco sopra il ginocchio e ha delle scarpe col tacco nere abbinate al suo copri spalle dello stesso colore.
«Allora, che ha detto Nathan?» chiedo curiosa della sua risposta mentre Maddy si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Che non gli interessa e che non vuole venire, dirò che è malato» dice stanca. «Ora è in camera sua e non so cosa fa.»
Verso le 20:30 papà ci passa a prendere e ci dirigiamo al ristorante. La struttura è di lusso, guardando i prezzi sul menù. È tutto bianco e forse mi sarei dovuta vestire meglio, magari avrei dovuto indossare qualcosa di più elegante. Ma non serve pensarci, ora sono qui e non si può fare nulla. Dopo pochi secondo arrivano anche i signori Smith. È uno degli amici d'affari di mio padre, ma io lo odio. La moglie si chiama Giada ed è una snob di prima categoria. Ha un vestito pailettato bianco, che le arriva alle coscie e che ha una scollatura a cuore e ha dei tacchi talmente alti che mi fanno male i piedi solo a vederli. Hanno solo una figlia, Janey e oggi non c'è.
«Janey non c'è, aveva altri programmi.» sghignazza Giada a Maddy e lei sorride anche se sforzandosi. Mi ha raccontato che anche a lei Giada le sta molto antipatica. Si prospetta una serata lunga e noiosa. Mi sono già annoiata e sono passati solo venti minuti. Mio padre sta parlando con il signore Mark Smith, mentre Maddy parla con Giada che le spiega che prodotti per capelli usa. Hanno cercato di rendermi partecipe alla conversazione, ma non mi importava più di tanto così sono uscita fuori a prendere una boccata d'aria.
Il parcheggio è pieno di macchine e cerco qualcosa da fare. In questi momenti avrei parlato con Grace, ma noi abbiamo litigato e io ho rifiutata la sua chiamata. Mi ha delusa quando non mi ha richiamata più, ma cerco di non farlo notare. Guardo tutte le auto costose e ne scorgo una in particolare. È una Mustang 302, quella di Nathan e non faccio in tempo a ritornare nel locale che Nathan mi si para davanti. Ha un paio di jeans neri, una maglia bianca e i suoi anfibi neri inseparabili.
«Guarda chi si rivede» dice sarcastico per farmi innervosire.
«Che cavolo ci fai qui?» chiedo sbalordita.
«Non potevo mancare al dolce, no?» dice con un ghigno divertito dipinto in faccia. Guardo il suo pearcing sul labbro e mi ritorna la scena di oggi in mente.
«Sai, so a che gioco stai giocando e non ti permetterò di farla soffrire» gli chiarisco arrabbiata puntandogli un dito contro il petto.
«Io non farò soffrire nessuno perché non mi ama e io non la amo, quindi non soffre nessuno, però forse sto giocando.» Dice divertito, mentre io lo inceneriscono con un'occhiata. Ma ciò che mi ha detto mi rende confusa. Se lei non lo ama perché lo ha baciato?
«Sei solo un idiota, ma che problemi hai?» chiedo irritata mentre lui mi scruta dalla testa ai piedi.
«Io nulla, sei tu che ti fai problemi per nulla.» dice con il suo tono menefreghista di sempre.
«Stai solo cercando di farci litigare e forse ci sei riuscito, ora ti senti realizzato?» chiedo spregevole spingendolo sul petto, ma lui non si smuove di tanto.
«Non so, ma sto meglio» ride e raggiunge l'entrata del locale.
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Roman d'amourGli occhi grigi di Alaska hanno visto di tutto e hanno capito tutti solo guardandoli per un secondo. Ha cercato di capire anche lui con quell'atteggiamento da pallone gonfiato e da costante arrabbiato. Tutti tranne lei, almeno così pensa. Nathan Gr...