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Nathan

Quando mi ha detto che Owen l'ha baciata, non ci ho visto più dalla rabbia. Non so se fosse perché lei ha baciato me o perché lui si crede tanto per lei.
Non sono geloso, non sono geloso di lei.
Mi sono rifugiato subito in camera e mi sono improvvisamente raggelato, è stato un bruttissimo momento e mi è venuta voglia di rompere qualcosa. Mi sono calmato, ho cercato di non fare cazzate, ma poi stamattina a scuola l'ho visto e l'impulso di rompergli il naso è stato più forte di me.
Gli ho mollato un pugno sul naso e quel semplice crack, di naso spaccato mi ha fatto sentire meglio, molto meglio. Non gli ho dato nessun tipo di spiegazione, è rimasto inginocchiato in mezzo al corridoio gemendo per il dolore, mentre io mi sento meglio.
«Cosa hai fatto amico?» mi urla Sean venendomi incontro. Lui è il mio unico amico, appoggia ogni mia cazzata e mi aiuta nei brutti momenti.
«Nulla» scrollo le spalle infastidito, mentre lui mi guarda di sottecchi, so cosa pensa, fa sempre quell'espressione quando capisce che nascondo qualcosa e gli sto mentendo spudoratamente.
«Nulla? Hai appena rotto il naso a Owen per nessun motivo apparente» sottolinea alzando la voce per 'motivo apparente' e subito ritorna la voglia di picchiare qualcuno. Io non ho picchiato Owen per lei. L'ho fatto solo per me, solo perché ero arrabbiato e lui mi sta proprio sui coglioni.
«Io non l'ho fatto per nessuno, l'ho fatto solo per me!» gli sbraito contro mentre camminiamo verso l'auditorium per assistere a un'assemblea sul bullismo. Preferirei cavarmi gli occhi che stare a sentire quei pallosi che parlano di bullismo, ma so che lì c'è anche lei e lei mi attira a se.
«Certo come se lei non fosse nessuno, so che Owen l'ha baciata, se ne è vantato per tutta la mattinata, ma diamine potevi dargli un calcio nei coglioni piuttosto che spaccargli il naso» dice con tono di rimprovero. Forse ha ragione, suo padre è un avvocato e mi ha sempre consigliato di fare qualcosa che non implichi prove evidenti. Se gli avessi dato un calcio nelle palle, lui avrebbe potuto anche dirlo, ma la sua parola sarebbe rimasta sempre nel dubbio perché non poteva dimostrarlo. Ma con un naso rotto è tutta un'altra storia.

Ha ragione, ma ciò che è fatto...è fatto.

«Lo so, ma assestargli un calcio nelle palle non è soddisfacente come spaccargli la faccia» ghigno e lui scoppia a ridere e poi sentenzia:«Stiamo andando ad ascoltare dei pallosi contro il bullismo e tu ti metti a picchiare la gente, batti cinque!» protende la mano e io batto il mio cinque sulla sua.
Quando arriviamo in auditorium la cerco con lo sguardo. Ci sono una marea di ragazze coi capelli castani, ma io la riconoscerei tra mille.

Centro!

L'ho trovata, è nella colonna a destra in terzultima fila, ha le gambe incrociate sulla sedia e un taccuino in mano. Accanto a lei c'è Grace e questo mi fa capire che hanno fatto pace. Sembra infuriata e Dio quanto è sexy quando è arrabbiata. Grace la guarda e ride agitando le mani qua e là.
«Amico, Owen è uscito prima, qualcuno gli ha rotto il naso» mi avverte Dan all'oscuro di tutto. Non è un mio amico, almeno non come Sean, lui è solo l'abituale di ogni festa e così si crede mio amico anche se io non gli do molta corda.
Mi siedo all'ultima fila nella colonna centrale assieme a Sean, e da qui ho un panorama completo di tutti gli alunni, sopratutto di Al.
«Sai che c'è amico? Owen se l'è proprio meritato» scoppia a ridere il mio migliore amico e io lo assecondo sorridendo.
Sta per dire qualcosa, ma una voce ci ferma. La riconosco bene, la riconoscerei fra quelle di tutto il mondo.

Bene Al, ti aspettavo.

«Cosa cavolo credi di fare?» mi sbraita contro rossa di rabbia. È una scena così esilarante che potrei scoppiare a ridere.
«Io? Niente» il mio tono di voce è pacato e potrebbe sembrare innocente se lo fossi davvero. So a cosa si riferisce e questo mi fa infuriare alla grande.
«Non fare l'idiota con me, io so tutto!» sbotta fulminandomi con lo sguardo e incrociando le braccia all'altezza del seno, mentre Sean si guarda in torno per non scoppiare a ridere.

Eh mia cara Alaska, tu di me non sai proprio niente.

«Che vuoi?» chiedo calmo, sapendo che ben presto perderà del tutto le staffe, è più forte di me, la devo fare incazzare.
«Che tu lasci in pace Owen, non ti ha fatto proprio un bel niente e tu sei così coglione da picchiare il primo che ti capita perché hai problemi mentali!» ribatte secca.
Che stronza.
«Io non gli ho fatto proprio un bel niente» okay, mi piace proprio infastidirla.
«Certo allora dillo al suo naso» il suo tono di voce compiaciuto mi irrita alquanto. La osservo: ha i capelli slegati, una felpa nera, un paio di jeans grigi e delle convers nere. È stramaledettamente sexy e non ha nulla di particolare addosso. Le altre ragazze, per quanto indossino minigonne e tacchi non saranno mai come lei.
«Senti perché non ti vai a fare un giro?» le chiedo calmo con un ghigno dipinto in faccia. Lei si passa un amano trai capelli e mi guarda incerta.

Su Al tira fuori le palle.

«Fottiti» dice secca mostrandomi un bel dito medio e tornando al suo posto. Sean scoppia a ridere e io faccio una smorfia, pensavo continuasse la discussione, più che altro lo speravo.
Quando arrivano quei tizi che parlano di bullismo, non so se staccarmi un braccio a morsi o se strapparmi i capelli. Tutte queste stronzate da psicologo mi fanno innervosire e mi annoiano, guardando gli altri mi accorgo che non sono da meno. Un gruppo di ragazze parla, alcuni ragazzi ridono e altri sbadigliano, mentre Al ha la testa appoggiata su un braccio e Grace sbaciucchia Louis.

Quando finalmente l'ultima campanella suona, tutti i ragazzi si affrettano ad uscire sperando di essere, una volta per tutte, liberi.
«Oggi vieni alla gara, vero?» chiede Sean mentre raggiungiamo il parcheggio.
«Non potrei mai rinunciare a una gara di auto se il concorrente sono io» sorrido e lui si tranquillizza.
«Bene perché ho sentito che ci sono parecchi soldi di scommesse in ballo e tu straccerai tutti come sempre» raggiungiamo le rispettive auto e io osservo un minuto la mia. È bella e furiosa. Partecipare a quelle gare automobilistiche mi fa sentire bene, molto bene. Il mio sfidante è un certo Lou Betters, un tipo a posto con cui ho già gareggiato una volta. L'ho sconfitto e lui voleva una rivincita e io lo accontenterò. Sono una specie di leggenda per la scuola proprio perché ho sempre battuto tutti in un tu per tu con la mia auto. E poi mi fanno guadagnare parecchio le scommesse e non chiedo nulla di più bello che avere dei soldi per guidare la mia auto. Non torno a casa, mi dirigo piuttosto a quella di Sean in uno di quei quartieri di lusso. Sono belli, ma anche il mio quartiere non è male, anzi penso sia una dei migliori dopo quello di Sean, ma lui ha un padre riccone e mia madre non lo é. Per quanto il padre di Al possa essere ricco ci ha dato una casa di condizione più modeste e io non ho fatto obiezioni perché la casa mi piace.

Quando arriviamo al Loop, sono gasato al massimo e la folla esulta vedendo la mia macchina. Prima della mia gara c'è quella di Sean contro un tipo di cui non ricordo il nome. Ho una sensazione strana addosso e sento qualcosa di familiare nell'aria. Quando smonto dall'auto mi accorgo perché mi sentivo diverso. Lei era lì ed era con Owen.

MI PIACI COSÌDove le storie prendono vita. Scoprilo ora