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Alaska

Ci siamo baciati di nuovo anche se ero arrabbiata con lui, diciamo che lo ero ma meno di quanto volessi far vedere. Mi ha baciata e si è fermato tutto intorno a noi,proprio tutto non c'erano ne Owen ne Courtnay, non c'era nessuno all'infuori di noi e delle nostre labbra, proprio nessuno. Mi ha detto che non mi lascerà andare, non un'altra volta e mi ha fatto sentire così bene da farmi tremare le gambe. Lo so, sembro una specie di adolescente alle prese della sua prima cotta, ma non è affatto così perché questa non è una semplice cotta è vero amore. Spero che anche lui provi lo stesso perché non sopporterei di essere tradita o di essere presa in giro, non riuscirei nemmeno ad immaginare come ci rimarrei male se lui mi stesse usando. Sembra così sincero, però.

Pensa con la testa, Alaska.

Dovrei pensare con la testa, ma ora l'unica cosa che mi comanda è il cuore. Ci avviamo alla sua macchina, Owen è ubriaco fradicio e non riesce nemmeno a stare in piedi e poi Nathan non mi avrebbe mai permesso di tornare a casa con lui.
«Allora, torno a casa con Owen?» scherzo ridendo, mentre calcio le pietroline sull'asfalto.
«Mi dispiace, ma diciamo che ora sei di mia proprietà» mi asseconda ridendo e stampandomi un bacio sulla fronte. Basta quel semplice tocco a farmi perdere un battito. Ho intenzione di parlargli durante il tragitto verso casa, ho bisogni di spiegazioni e di capire perché si è comportato così male con me. Devo chiarirmi le idee, che a lui piaccia o no. Quando entro nella sua macchina sprofondo nel sedile in pelle e mi sento a casa. Ho lo stomaco in subbuglio, ho paura di litigare con lui, ma se vuole che siamo qualcosa di più che nemici deve darmi delle spiegazioni. Quando anche lui entra nella auto accende il motore e parte verso casa. Appoggia una mano sul mio ginocchio e io rabbrividisco, ma non tolgo la sua mano perché mi fa sentire bene e a quanto pare neanche lui vuole toglierla. Spegne il motore nel vialetto di casa nostra e prima che esca dall'abitacolo lo fermo.
«Nathan ho bisogno di parlarti» dico cercando di non sembrare seria, mentre lui mi guarda passandosi una mano tra i capelli segno di quanto sia nervoso.
«Dimmi Al» acconsente guardandomi attentamente.
Ciò che avevo pensato di dirgli, durante il tragitto, si è praticamente volatilizzato dalla mia mente e non so mettere le parole in una frase di senso compiuto. Respiro profondamente e lo guardo attentamente.
«Io non voglio rovinare nulla, ma ho bisogno di sapere Nathan» dico calma con il cuore che galoppa freneticamente.
«Sapere cosa?» chiede scettico, mentre io cerco di rispondere in un modo decente per non litigare.
«Perché mi hai odiata così a lungo?» chiedo abbassando lo sguardo e prendendo il cellulare perché ho un disperato bisogno di fare qualcosa con le mani.

Fa che non si arrabbi, fa che non si arrabbi.

«Al, io non ti ho mai odiato, mi sei sempre piaciuta da quando ci hanno presentati, sei così diversa dalle altre e me ne sono accorto fin da subito» dice abbassando la testa.

È una dichiarazione! Oh mio Dio!

Sento gli occhi riempirsi di lacrime e per questo non alzo la testa. Mi sento patetica! Ma come potrei esserlo se il ragazzo che ho sempre amato mi sta dicendo che per lui sono sempre stata speciale?
«E allora perché comportarti così? » chiedo timidamente.
«Perché mi è sempre piaciuto farti arrabbiare, se ti arrabbiavi mi pensavi e io volevo essere pensato, avevo bisogno di essere pensato da te. Al, la mia vita prima di te era una vera merda, io non sono mai stato felice di vedere una persona che mi sfidasse, ma tu... Tu cavolo sei diverso e sei importante» conclude guardandomi, mentre io scoppio definitivamente a piangere. Mi alza il mento con le mani e sorride vedendomi piangere di commozione. Mi asciuga le lacrime con i pollici e mi stampa un bacio sulla fronte mentre io lo abbraccio. Lì, nelle sue braccia, mi sento a casa, mi sento benissimo e amata davvero. Scendiamo dall'auto e ci dirigiamo in casa. Le luci sono tutte spente e noi camminiamo silenziosamente fino in camera mia. Mi levo le scarpe e le getto sul pavimento poi mi stendo sul letto e chiudo gli occhi mentre Nathan si siede accanto a me e mi accarezza i capelli. Dio solo sa quanto mi piace.
«Al?» mi chiama probabilmente per controllare se dormo.
«Si?» rispondo rimanendo con gli occhi chiusi.
«Quando Owen ti ha baciata, tu lo hai veramente respinto, dico... Hai provato qualcosa?» chiede esitante e nervoso. Non mi aspettavo una domanda del genere e sono felice che me l'abbia chiesto per fargli capire che non ho provato nulla con nessun altro al mondo. Mi sistemo sul letto sedendomi di fronte a lui e guardandolo attentamente.
«Certo che no, Nathan. Io l'ho respinto veramente perché tu...si insomma tu mi piacevi già all'ora e ti assicuro che non ho provato un bel niente, non si avvicina nemmeno lontanamente a ciò che mi fai provare tu con uno sguardo» lo guardo per vedere la sua reazione e lui mi sorride probabilmente soddisfatto della mia risposta. Mi porta dietro le orecchie le ciocche di capelli che mi ricadono sul viso, facendomi rabbrividire.

Muoio dalla voglia di baciarlo.

Mi faccio avanti e gli stampo un bacio sulle labbra e prima che mi possa ritrarre Nathan porta una mano sulla mia nuca e fa continuare il bacio facendoci intrecciare le lingue. Gli getto le braccia al collo mentre lui mi passa la lingua sulle labbra e poi passa al mio collo, fino all'orecchio facendomi correre i brividi su tutta la schiena. Mi stacco per riprendere fiato e lui mi guarda sorridendo.
«Ti amo Al» mi si stringe il cuore a quelle dolci parole e mi sento fremere dalla voglia di abbracciarlo e baciarlo di nuovo. Non ci credo che sia mio e ora che lui mi ama non lo lascerò scappare tanto in fretta.
«Ti amo anch'io».

MI PIACI COSÌDove le storie prendono vita. Scoprilo ora