«Giuro che mi dispiace» dico per la millesima volta guardando il pavimento. Mi dispiace di aver svegliato Maddy, nel cuore della notte, con uno degli urli lanciati da Nathan. Forse ha gridato più lui che io, ma mi dispiace ugualmente, avrei dovuto lasciare perdere, non sollevare quell'argomento durante la notte fonda. Ma era più forte di me, dovevo ribattere e dovevo far prevalere le mie ragioni, perché io ho ragione. Dice che non mi ha mai dato retta in tutta la sua vita però cerca in tutti i modi possibili e inimmaginabili di ferirmi. Forse si diverte a vedermi triste o forse vuole sentirsi vittorioso guardandomi piangere come una bambina per le sue parole velenose.
«Ti ho già detto che non fa niente» mi sorride e io mi sento meglio «e comunque dovrebbe essere Nathan a scusarsi dal momento che era lui quello che urlava a squarciagola.» sghignazza divertita e io mi sento un po' meno in colpa. La ringrazio per non aver chiesto il motivo per cui stavamo litigando. «E poi voi due litigate anche la notte.» scoppia a ridere, ma io non sono dell'umore giusto, d'altronde non lo sono mai. È sabato e oggi niente scuola, non so cosa farò durante il fine settimana, forse dovrei sentirmi con Grace, è da un bel po' che non ci sentiamo o vediamo fuori dalla scuola. Le mando un messaggio: "Che fai in questo fine settimana?" attendo una sua risposta e in tanto vado verso la cucina e prendo la caffettiera piena di caffè fumante.
«Al, io dovrei andare, ho un appuntamento con una mia amica dall'estetista e al centro commerciale» mi annuncia Maddy sorridendo, mentre io mi verso del caffè in una tazza nera.
«Non c'è problema» le sorrido, lei prende la borsa ed esce di casa sorridendo.
Qualche minuto più tardi, Nathan fa capolino in cucina e io mi rabbuio subito mentre guardo il mio cellulare in attesa di una risposta di Grace. Si dirige verso la caffettiera e si versa del caffè in una tazza. Poi in modo inespressivo mi chiede: «Maddy dov'è?» Non ha mai chiamato Maddy 'mamma' e non ho ancora scoperto il motivo, Maddy mi ha rivelato che ne soffre parecchio e che non ha ancora capito il motivo per il quale suo figlio si ostini a non volerle bene o per lo meno a non dimostrarle quanto ci tiene a lei. Perché io sono sicura che Nathan le vuole bene in fondo, anche se si comporta da scemo alle volte. Eppure penso che un motivo ci sia se tratta sua madre così. Ma non per forza, tratta male anche me e io non gli ho mai fatto niente.
«È appena uscita, ha detto che sarebbe andata in giro con una sua amica» dico infastidita ricordando l'accaduto di ieri.
«Bene.» dice secco.
«Perfetto.» sbotto irritata.
Mi alzo dalla sedia e raggiungo la mia camera. Mi butto sul letto e prendo la copia del libro che ho trovato nella mia stanza. Ho letto tutta la storia e ora mi sto concentrando sulle frasi sottolineate.'La guardavo come se non ci fosse un domani, e magari se un domani non c'era per davvero sarei stato felice di raccontare che l'ultima cosa che ho visto è stata una vera meraviglia.' sorrido e penso a quel povero Gary che è follemente innamorato di Staff. Si conoscono e si amano, ma non lo sanno ed è così sdolcinato e malinconico che mi fa amare questo romanzo.
'Magari non tutte le storie finiscono bene, ma chi l'ha detto che la nostra debba finire male? Alle volte l'attesa è più bella della cosa che si attende, ma noi siamo troppo occupati a pensare che ciò che attendiamo è fantastico che non ci rendiamo conto che l'attesa è ciò che ci piace di più. Alle volte ciò che attendiamo c'è lo immaginiamo a modo nostro, un modo irreale quasi, ma poi quando raggiungiamo ciò che stavamo aspettando rimaniamo delusi perché non corrisponde al nostro sogno.'
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MI PIACI COSÌ
RomanceGli occhi grigi di Alaska hanno visto di tutto e hanno capito tutti solo guardandoli per un secondo. Ha cercato di capire anche lui con quell'atteggiamento da pallone gonfiato e da costante arrabbiato. Tutti tranne lei, almeno così pensa. Nathan Gr...