Alaska
«Ti sta benissimo tesoro» afferma Maddy guardandomi da capo a piedi con gli occhi lucidi.
«Non direi» giro su me stessa e la toga blu svolazza tutto intorno come un lungo vestito. Maddy mi passa il cappello, quel tipico cappello dei diplomati che fanno pensare a persone con menti talmente ampie che potrebbero contenere tutto il sapere di questo mondo. Lo indosso con cautela facendo attenzione a non scompigliare i capelli lisci dalle punte arricciate leggermente. Ora ho in dosso quel cappello eppure non mi sento una con una mente stratosferica capace di saper tutto, non mi sento una scienziata, né un genio del male, mi sento solo buffa e questo non mi mette per niente a mio agio. Sono le 4:30 e tra meno di mezz'ora io Nathan, Maddy e mio padre dovremmo essere a scuola per prendere posto a sedere. Sono agitatissima perché dovrò leggere un discorso interamente scritto da me, sono stata fino a tardi ieri sera, a leggerlo e a fare le ultime modifiche per perfezionarlo. Non pensavo di avere un compito tanto grande, fino a quando la professoressa Penely, di letteratura, alcuni giorni fa mi ha fermata mentre uscivo dall'aula e mi ha chiesto se mi andava di preparare il discorso per la cerimonia di assegnazione del diploma. Sono rimasta stupefatta perché per me era un sogno che si realizzava e sapere che i professori mi ritenevano all'altezza di quel compito mi rende felice.
«Nathan dov'è? Si farà tardi» chiede Maddy preoccupata mentre guarda il suo orologio da polso incastonato di swarosvky.
«Vado a vedere io» avverto sorridendo e salendo le scale per raggiungere la sua camera. Busso due volte, ma non risponde nessuno così entro senza la sua approvazione, ammesso che lui ci sia perché le probabilità che se la sia data a gambe sono molto alte dal momento che per fargli provare una toga c'è voluto un sacco di tempo. Non voleva proprio collaborare e quando mi sono offerta di andare con lui non è stato molto d'aiuto perché per me gli stavano bene tutte le toghe, alla fine sembrano tutte uguali.
Quando entro lui è steso sul letto con le braccia sulla faccia, senza maglia e con i capelli spettinati.
«Nathan Graveyard, che cosa ci fai lì steso quando tra meno di mezz'ora dovremmo essere a scuola?» chiedo cercando di sembrare infastidita e arrabbiata, ma non lo sono per niente perché è proprio uno spettacolo, un ribelle che non vuole sentire proprio ragioni. Il diploma se lo voleva fare spedire e voleva rinunciare a tutta la presentazione, ma mio padre lo ha praticamente pregato a partecipare alla consegna del diploma e so quanto sa essere pesante.
«Al non voglio per niente al mondo mettere quella roba addosso che non starebbe bene neanche a un pagliaccio» sibila poi scosta le braccia dal viso e spalanca gli occhi.
«Mi correggo: non voglio per niente al mondo mettere quella roba addossa che starebbe bene solo a te» ghigna e io scoppio a ridere per poi incrociare le braccia al petto e scuotere la testa in segno di rassegnazione.
«Muovi quel tuo bellissimo culo Nathan Graveyard perché oggi voglio il mio diploma e lo voglio ricevere con te su quel palco» lo tiro per un braccio, ma lui è molto più forte di me e io non riesco a metterlo in piedi, però potrei gettarlo giù dal letto.
«Al...».
«No Nathan me lo avevi promesso e poi devo leggere il mio discorso» mi lamento come una bimba capricciosa e lui scoppia a ridere divertito dal mio comportamento infantile.
«Okay okay, ma fammi un sorriso» dice raggiante mettendosi a sedere sul letto. Sospiro esasperata e divertita e poi gli porgo uno dei miei sorrisi più raggianti che lui mi sigilla con un bacio.
«Fortunatamente non ho messo il rossetto o il lucido per le labbra» bisbiglio, gli faccio una linguaccia e poi corro fuori dalla sua camera.
Cinque minuti più tardi Nathan si materializza in soggiorno e Maddy scoppia definitivamente a piangere colta dall'emozione. Nathan è perfetto, i capelli spettinati che lo rendono un dio, e il cappello che gli lascia fuori il suo ciuffo ribelle.
Io rido vedendo piangere Maddy, mentre Nathan alza gli occhi al cielo, ma non sembra molto infastidito per lo più sembra divertito.
Quando arriviamo a scuola Maddy prende posto in terza fila sulle sedie nel cortile, mio padre la raggiunge sorridendo, mentre io e il mio ragazzo ci schieriamo in ordine alfabetico, sul palco. Ci sono maree di ragazzi e sapere che io sono una delle ultime mi rende nervosa. Vorrei ripassare il mio discorso, ma non voglio che qualcuno se ne accorga e pensi che sia maleducata perché chiaramente non lo sono, sono solo agitata, tutto qui. Grace e Sean sono alcuni dei primi a prendere il diploma e Nathan viene chiamato dopo almeno dieci persone. Afferra il pezzo di carta arrotolato, sorride e scende dal palco raggiungendo gli altri ragazzi. Vedo Sean esaltarsi e Grace ridere, mentre io sono in ansia e mi torturo le mani. Un'ora più tardi fanno il mio nome e io raggiungo la preside per agguantare il mio pezzo di carta.
«Bravissima signorina Wilson» bisbiglia la preside quando afferro il mio diploma, in modo che la possa sentire solo io.
«Sono orgogliosa di questi ragazzi e sono contenta dei loro percorsi compiuti, ma non voglio dilurgarmi molto. Passo la parola alla signorina Wilson». Raggiungo il bancone con il microfono e estraggono il foglio dalla tasca dei jeans.Respira Alaska.
Incontro i suoi occhi oro e mi faccio forza cominciando a parlare:«Salve a tutti.» prendo un lungo respiro e proseguo «Oggi è il giorno in cui si passa in un'altra fase importantissima della vita. Quando ho indossato la mia toga, questo pomeriggio,ho pensato a come la guardavo con ammirazione quando ero piccola e a come la guardavate voi. So che può sembrare stupido, ma mi sento intelligente» le persone presenti ridono e cerco di rilassare i muscoli.
«È strano, ma dopo avere lavorato la vittoria ti piace di più e condividerla con le persone che ami, quello si che è fantastico.» incontro nuovamente gli occhi di Nathan che mi stavano già osservando «Durante questo traguardo ho conosciuto amici, alcuni più simpatici di altri, mi sono fatta dei nemici e ho conosciuto persone che molto probabilmente mi illudevo di conoscere. So che tutti avranno vissuto diverse esperienze e secondo me questo è un bene perché se le esperienze sono tutte uguali la vita è scontata. Sono contenta di aver portato a termine la mia corsa e aver raggiunto la meta, ma sono anche dispiaciuta di dover lasciare tante persone che mi sono state accanto. Spero che vi godiate al meglio i vostri diplomi e che continuate il vostro traguardo fino a quando sarete sicuri di non poter più andare oltre» concludo e la folla applaudisce e fischia approvando il mio discorso e io posso finalmente rilassare i muscoli doloranti.
Quando scendo dal palco raggiungo Nathan e gli salto addosso per poi baciarlo sulla guancia.
«Sei stata perfetta Al» mi sussurra all'orecchio facendomi rabbrividire. Mia padre e Maddy ci raggiungono per congratularsi felici. Sorrido a Maddy con il mascara colato per le lacrime e abbraccio Nathan ancora una volta.
«Noi andiamo» avverte Maddy soffiandosi il naso con un fazzolettino «voi venite con noi?».
«Solo per cambiarmi, poi andiamo a una festa».
Salutiamo Grace e Sean promettendo che ci ritroveremo alla festa data da un nostro compagno del corso di chimica.Quando arriviamo alla casa di non so chi, Nathan parcheggia e apre il mio sportello per farmi scendere. Sorrido e mi liscio il vestito nero comprato il mese prima.
«Credo proprio che oggi finirò per fare tantissime risse» si lamenta e io alzo gli occhi al cielo.
«Non fare così Alaska, lo sai che sei bellissima e che nessuno terrà le mani al suo posto» dice lui all'unisono. Ridacchio e lo prendo per mano per avvicinarlo di più a me e bisbigliargli:«Ma tu sai che non lo permetterò?».
«Tu non sai come sono i ragazzi» ghigna divertito e io gli lascio una striscia di baci sulla mandibola.
«Lo so, non preoccuparti Nathan» l'aria calda mi fa rabbrividire al contatto freddo del suo piercing sulle labbra. Sono tutti dentro e qui fuori non c'è anima viva ed è per questo che vorrei infilarmi in macchina con Nathan e non uscirci più.
Lo bacio e lui infila la lingua nella mia bocca attirandomi a se con le sue mani appiccicate sui miei fianchi, mentre io infilo le mie mani sotto alla sua camicia toccandogli i muscoli poco sopra il bordo dei jeans. Lui infila le mani sotto la mia gonna di tulle palpandomi il sedere e io intanto gli lecco il piercing e cerco di non cadere sentendo le miei gambe molli e il mio cuore ormai impegnato in una maratona. Mi stacco da lui e ansiamiamo entrambi.
«Dai andiamo» estraggono le mani da sotto la sua maglietta e lui da sotto il mio vestito poi lo sistemo con cautela.
Nathan mi blocca un polso proprio mentre inizio a camminare e io lo guardo confusa.
«Al mi si è alzata bandierina» bisbiglia aggiustandosi i capelli già perfetti. Scoppio a ridere e lui fa finta di essere offeso.
«Scusa» chiedo continuando a ridere e lui mi tira a se per non farmi muovere troppo e scoprire il nostro ospite.
«Ti amo Al» dice lui facendomi rabbrividire e facendo svolazzare milioni di farfalle nel mio stomaco. Lo bacio nuovamente fregandomene della festa e della bandierina che mi tocca la vita.
«Ti amo anche io Nathan».
Non so se ho mai amato nessun altro come amo lui, so solo che con lui al mio fianco non ho bisogno di scoprirlo. Prima di mettermi insieme a lui pensavo che fosse perfetto e lo odiavo, non so perché, ma lo odiavo. Poi ho capito che non odiavo lui, ma odiavo il fatto che non sarebbe mai potuto essere mio. L'ho sempre descritto come un arrogante pallone gonfiato e ora lo descriverei come la persona più dolce al mondo. Solo questo mi ha insegnato che, nella vita, giudichiamo senza conoscere davvero le persone e mi ha fatto capire che la cosa più bella che potessi fare fosse conoscerlo.
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MI PIACI COSÌ
RomanceGli occhi grigi di Alaska hanno visto di tutto e hanno capito tutti solo guardandoli per un secondo. Ha cercato di capire anche lui con quell'atteggiamento da pallone gonfiato e da costante arrabbiato. Tutti tranne lei, almeno così pensa. Nathan Gr...