Nathan se ne è andato qualche minuto fa, quando controllando l'orario mi sono accorta che Owen mi sarebbe venuto a prendere tra meno di un'ora e che io dovevo ancora prepararmi. Gli ho chiesto gentilmente di uscire dalla mia camera perché mi dovevo cambiare e lui mi ha chiesto dove sarei andata. Non gli ho risposto, ma lui lo ha intuito, si è subito rabbuiato e mi ha rinfacciato di essere patetica come aveva già detto qualche ora fa. Stava andando tutto bene, sembrava anche che potevamo diventare amici, ma lui deve rovinare sempre tutto. Prima di rinfacciarmi di essere patetica stavamo ridendo, lui stava ridendo perché mi accusava di essere noiosa e maniaca dello studio. L'acqua calda appena tocca la mia pelle fa dissolvere il pensiero. Mi asciugo i capelli e mi vesto mettendo un semplice paio di jeans attillati, una camicia a quadri nera e bianca e un paio di anfibi neri borchiati. Prendo il cellulare, la mia giacca nera e raggiungo il piano inferiore sperando di non incontrare Nathan. Lui non c'è, per fortuna, e aspetto seduta al bancone una chiamata di Owen. Sono le otto e mezza e lui non mi ha ancora chiamata, mi sembra strano e sembra anche che mi abbia fatto un bidone,doveva passare a prendermi mezz'ora fa, ma di lui non c'è ancora traccia. Mio padre non c'è perché è in viaggio per lavoro e Maddy mi ha scritto che sarebbe rimasta da una sua amica fino a tardi. Qualche minuto più tardi Nathan scende le scale e resta a fissarmi sorpreso. «Non dovevi stare con quel coglione ora?» chiede scrutandomi da cima a fondo.
«Dovevo. Mi ha dato buca.» dico inespressiva aspettando un suo 'te l'avevo detto'. «Dai dimmelo» aspetto e lui mi osserva con un ghigno dipinto in faccia. «Te l'avevo detto.» lo incenerisco con un'occhiata e lui sorride. «Io ti ho avvisata, ti ho detto che è un co...» lo guardo male e lui si corregge «uno scemo.» gli sorrido. «Anche tu sei scemo.» scherzo e lui mi guarda in cagnesco. «Almeno io non ho dato buca a nessuno.» dice arrabbiato. Perfetto l'ho fatto arrabbiare senza volerlo, sono un genio. Prende il pacco dei cereali dalla credenza e ritorna in camera sua frettolosamente non degnandomi di un'occhiata. Mi sento tremendamente in colpa, non volevo litigare, ma io ci sono riuscita. Al diavolo Owen! Mi alzo e torno in camera mia. Mi metto un paio di pantaloni della tuta neri e una t-short dello stesso colore, mi lego i capelli in una coda alta e mi faccio coraggio: voglio chiedere scusa a Nathan. Busso alla porta della sua camera, ma non ho nessuna risposta così l'avviso:«Sto entrando, ai qualche minuto per fermarmi se ti devi vestire.» ancora nulla, così apro la porta e mi precipito nella sua camera. Lui è seduto a gambe incrociate per terra e sta guardando la TV che è l'unica cosa che rende luminosa la camera immersa nell'oscurità. «Esci dalla mia camera.» dice arrabbiato senza staccare gli occhi dalla TV. «Volevo solo scusarmi, non era mia intenzione offenderti, stavo solo scherzando.» cerco di giustificarmi, poi decide finalmente di staccare gli occhi dalla tv e di guardarmi. Mi scruta da cima a fondo e sento, quasi, la mia pelle bruciare al suo sguardo. «Non me ne frega un cazzo Alaska! » sbraita alzandosi velocemente da terra. Le sue parole mi colpiscono, capisco che l'ho offeso anche senza volerlo, ma no c'è bisogno di incazzarsi così. «Stai solo esagerando.» dico incrociando le braccia al petto in segno di indiniazione. «Pensa quello che cazzo vuoi, non me ne può fregare un cazzo.» dice sprizzando rabbia. Arretro di qualche passo e lui si avvicina a me. Calmati Alaska. «Non c'è bisogno di prendersela tanto.» minimizzo, ma lui sembra non cambiare idea e continua ad avvicinarsi a me.
«Fammi un favore vattene affanculo.» sbotta infuriato, mentre io rimango avvilita e mi viene da piangere. Non voglio dargliela vinta, non piangerò davanti a lui. Apro la porta e mi precipito fuori mentre il naso e gli occhi cominciano a bruciarmi, dando vita a una marea di lacrime che si riversano sul mio viso. Per fortuna lui non mi ha vista piangere. Mi rifugio in camera e prendo la copia del libro che ho trovato in camera mia.
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MI PIACI COSÌ
RomanceGli occhi grigi di Alaska hanno visto di tutto e hanno capito tutti solo guardandoli per un secondo. Ha cercato di capire anche lui con quell'atteggiamento da pallone gonfiato e da costante arrabbiato. Tutti tranne lei, almeno così pensa. Nathan Gr...