Sono sfinita, con lui si litiga sempre. O si litiga o non ci si parla, davvero vorrei provare a diventare sua amica, ma non posso se lui me lo impedisce, se solo si aprisse un po' di più, ovviamente non c'è bisogno che mi racconti ogni cosa della sua vita privata, ma avere un dialogo con lui da persone civili è forse chiedere troppo? Penso di no, ma solo lui può capire che diamine ha in quella testa tarata che si ritrova. Inizio a studiare ho troppo da fare: letteratura, chimica, biologia e vorrei riuscire ad anticiparmi fisica. Comincio da chimica e mi ci vuole ben poco tempo per passare alle altre materie. Poi la porta della mia stanza si apre all'improvviso e io quasi sussulto spaventata. «Nathan dovresti imparare a bussare.» dico calma per non scatenare un altro litigio, ma sopratutto perché sono sorpresa di vederlo nella mia camera. «Risparmiami le ramanzine Alaska» dice sdraiandosi sul mio letto. In un altro momento lo avrei strattonato per farlo cadere e lo avrei sbattuto fuori dalla mia camera, ma non voglio litigare. Mi alzo dalla scrivania e vado verso il mio letto. «Che c'è? » chiedo curiosa. Di solito non entra mai nella mia camera e vederlo qui mi stupisce. Non mi guarda, si porta le mani sotto la nuca e fissa il soffitto. «Niente, solo farti compania.» risponde calmo e io rimango a fissarlo esterrefatta. «Peccato che io debba studiare» dico calma fissandomi le unghie. La situazione sta prendendo una piega imprevista. «Studia pure, io non ti disturberò.» continua a fissare il soffitto e mi vado a risedere sulla sedia per finire di studiare fisica. Mi sento a disagio e così strano, fino a poche ore fa stavamo litigando e ora... Mi manda in confusione. Quando inizio a leggere gli appunti per studiare lui inizia a canticchiare. Mi sforzo di rimanere calma e di non farmi distrarre, ma non ci riesco così sposto la sedia e mi volto verso di lui che con mia grande sorpresa è seduto con le gambe icrociate, sul mio letto, e mi sta fissando. Cerco di non arrabbiarmi perché ha le scarpe sul mio letto. «Potresti non canticchiare? Non riesco a concentrarmi e io devo studiare.» dico calma, dovrei aggiungere che dovrebbe togliere le scarpe dal mio letto, ma non fa nulla. Sembra aver capito perché smette di canticchiare. «Grazie.» dico esitante e ritorno ai miei appunti.
Dopo mezz'ora lui è ancora in camera con me e io sto ripetendo ancora fisica. Poi mi interrompe. «Oh Dio Alaska, non ti sei stancata? È la sesta volta che la ripeti e che la dici come una poesia, l'ho imparata anche io.» dice esausto. Non so cosa sia più strano: il fatto che sta contando quante volte sto ripetendo la lezione o il fatto che lui stia ancora qui. «Lo so, è solo che sono ancora insicura.» dico guardandolo. Lui sorride e gli compaiono le fossette sul viso. Quanto le adoro, anzi... Quanto lo adoro quando sorride. È raro vederlo sorridere, questa è la seconda volta che lo vedo sorridere veramente. «Scherzi? La sai benissimo.» scende dal mio letto e viene accanto a me. Mi sento in un terribile stato di imbarazzo. Lui è molto più alto di me e vederlo in piedi accanto a me che sto seduta e sembro più piccolina mi fa sentire impotente. Mi prende il quaderno aperto sulla pagina degli appunti che sto studiando. «Per quando è sta roba?» chiede serio. Lo guardo e rispondo timida:«Per la settimana prossima.» scoppia a ridere. OH-MIO-DIO! La sua risata è la cosa più bella che abbia mai sentito. Mi fissa divertito. «E tu ripeti una cosa tremila volte e quella cosa è per la settimana prossima.» Mi guarda divertito e io non capisco se mi stia prendendo in giro, vuole farmi innervosire o le sue intenzioni sono pacifiche. Ma ridendo riesce a togliermi l'ansia e l'imbarazzo che ho addosso. «Già, volevo anticiparmi il lavoro.» sorride.
«Capisco, ma non puoi farlo addirittura una settimana prima.» non è poi così strano, non capisco perché si stupisca tanto. «Io ho sempre fatto così.» aggiungo imbarazzata e lui mi guarda. «Dovresti imparare a vivere.» ride e io sorrido. «Penso che viva benissimo.» ribatti decisa, ma con tono di voce pacato. Lo guardo e lui incrocia i miei occhi. «Sei noiosissima.» sbotta divertito e io mi sento offesa. «Secondo me no.» aggiungo e mi riprendo il quaderno dalle sue mani.
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MI PIACI COSÌ
RomanceGli occhi grigi di Alaska hanno visto di tutto e hanno capito tutti solo guardandoli per un secondo. Ha cercato di capire anche lui con quell'atteggiamento da pallone gonfiato e da costante arrabbiato. Tutti tranne lei, almeno così pensa. Nathan Gr...