Capitolo 30 - Sorry

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James's pov
"Allora? Bacio abbastanza bene per i tuoi standard?" sorride Beth, a cavalcioni su di me dopo avermi svegliato con dolci bacetti sulla mandibola.

"Mmhh..." mugugno, ancora mezzo addormentato.

"Ah, vuoi testare ancora le mie capacità?" ride, chinandosi per baciarmi nuovamente.

Abbraccio stretto Beth. Non ho idea di quello che sta succedendo veramente, sono confuso... Perché provo così tante emozioni contemporaneamente?

Mentre ci baciamo, non posso fare a meno di pensare ai baci di Izzy. Anche in quelle occasioni era tutto così strano...

A un tratto, sentiamo dei passi per il corridoio e ci affrettiamo ad allontanarci l'uno dall'altra. È sua madre, che apre la porta della camera di Beth e, sorridendo, ci informa che la colazione è pronta. È così carina, sua madre, a preparare la colazione pure per me...

La mattinata trascorre normalmente, a scuola. Nulla pare essere successo fra me e Beth.

Nel pomeriggio decidiamo di trovarci per andare avanti nella lettura del quaderno della mamma di Izzy.

Leggiamo per un'ora abbondante. Jessica racconta la sua vita di bambina e poi ragazzina normale, o quasi, perché i ricordi del padre la tormentano sempre. In particolare mi colpisce un brano. Non parla direttamente della morte del padre, ma la si intuisce.

Scusate se non ho potuto scrivere prima di oggi. Oggi è una giornata come le altre. Identica, anche se il vuoto che sento dentro di me non credo di averlo mai provato prima d'ora. Per il resto nessuna novità. Il mondo va avanti ed è quello che devo fare pure io, nonostante tutto. L'unica cosa che devo evitare è di riflettere o pensare, altrimenti la mia mente viene invasa da ricordi che preferirei rinchiudere in un angolo della mia mente.
Ally e io siamo andate a scuola, normalmente; abbiamo mangiato pranzo, normalmente; abbiamo fatto i compiti, normalmente. Tutto insieme, come al solito. Anche se so perfettamente che la nostra unione si è rafforzata ultimamente.

Dovrei scrivere di lui, lo so. Forse lui avrebbe voluto che gli dedicassi un brano o una poesia. Mi dispiace, non ce la faccio. Già il semplice fatto di star scrivendo costa molto, troppo.
I ricordi devono rimanere quello che erano prima, non il fulcro e l'oggetto di tutta la mia attenzione. Lui è partito, nulla di più. E io devo vivere normalmente e non piangere in continuazione. Odio le mie lacrime, che sbucano a tradimento. Ho deciso che non piangerò più di una volta al giorno.
La vita deve andare avanti. Devo pensare che non sia successo nulla. Che questa sia la normalità, non l'inferno che pare ai miei occhi da quando lui è partito.

Mi sono messo a piangere io nel leggere queste righe, di un dolore quasi trattenuto, ma a stento. Righe che vogliono essere fredde e distaccate, ma che fanno trapelare ovunque sentimenti, emozioni. Ma soprattutto dolore.

Il tempo passa, Jessica sta crescendo. Mi fa effetto vedere tutte le tappe della sua vita, leggerla dal suo punto di vista.

Amo Thomas Matcher.

Okay, finalmente l'ho detto a me stessa. L'ho ammesso.
Non sono mai stata innamorata di un ragazzo, non veramente perlomeno, ma lui... è diverso, ecco. Nonostante dopo il nostro appuntamento abbia telefonato a suo fratello dicendo che ero una bella ragazza, che sarei piaciuta pure a Jacob (il fratello, appunto), che venivo spesso da Tom... In verità, parlava di mia sorella, evidentemente. E in effetti, potrebbe anche essere vero, dato che non ha mai citato il mio nome, ma solo le mie caratteristiche fisiche, così simili a quelle di Ally.
Quindi, l'ho perdonato. Sapevo già in cuore che l'avrei perdonato, prima o poi. Perché? Perché lo amo.
Quando mi bacia, provo sentimenti travolgenti che mi sopraffanno.

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