Capitolo 50 - Stupida

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Mi sento un po'... Sbagliata, ecco. Sto continuando a uscire con James, anche se non ci siamo più baciati da quella volta in ospedale, e anche con Simon, allo stesso modo. Solo che non ho mai e poi mai baciato Simon, nonostante mi sia innamorata di lui dalla volta in cui, mesi fa, a una festa a casa di James, ci eravamo quasi baciati.

Ora sto passeggiando con Simon, che mi sta accompagnando verso casa dopo un pomeriggio al bowling all'insegna del divertimento. E ha sempre vinto lui, come al solito. Ovvio.

Arrivati davanti alla porta di casa mia, lo trattengo prima che si allontani. Si gira e mi guarda stupito e perplesso.

Gli rivolgo una lunga occhiata e poi mi precipito fra le sue braccia. All'inizio non reagisce, tanto è stupito, ma poi riscopro le sue braccia calde e accoglienti come sempre.

Appoggio la testa sui suoi pettorali. Lui mi accarezza la schiena e i capelli, per poi sfiorare con il pollice la linea della mia mandibola fino alle labbra, dove indugia con il dito, per poi proseguire sullo zigomo destro. Mi dà un lieve bacio sulla fronte e io gliene schiocco uno sulla mascella.

"Simon" sussurro, completamente appoggiata a lui.

"Sì?" risponde gentilmente.

"Io... Credo di essermi innamorata" balbetto. Non era prevista nessuna di queste cose quando sono uscita di casa sorridente per raggiungere Simon in auto e dirigerci al bowling.

"Di chi?" domanda lui, con un sorriso sulle labbra e un'espressione vagamente stupita. Sembra felice.

"Di un cretino" rispondo ridendo.

"Beh, io sono innamorato di una stupida, quindi non sono messo molto meglio" risponde ridendo anche lui. Sento la vibrazione della sua cassa toracica mentre ride.

Esito un secondo, e poi bisbiglio: "Ciao, cretino". Mi sporgo verso di lui e premo le mie labbra contro le sue.

Un braccio si frappone però fra di noi e mi respinge. Cosa...? Chi...? Boccheggio e indietreggio, per poi accorgermi che il braccio in questione è niente meno che quello di...

Simon.

Mi rivolge un'occhiata mortificata e colpevole, con le iridi verdi lucide.

"Ciao, Isabelle" mormora afflitto, facendo un passo indietro. Ma io lo afferrò per un polso. Credo di star piangendo, ma non ne sono sicura: nel mio cuore si è aperta una voragine profonda e il mio petto è scosso dai singulti. Devo essere forte, devo essere forte. È assurdo come sia stato più facile per me accettare la morte del padre di Simon che un rifiuto simile. D'altronde avrei dovuto aspettarmelo.

"Ma... Quella volta... Alla festa di James, la mattina... Quando siamo stati interrotti da James... Che cosa significava tutto quello?" ansimo, sperando con ogni singola parte del mio corpo che dicesse 'Scusa, è che non sono abituato alle dichiarazioni, anche io ho sempre provato i tuoi stessi sentimenti'. Un'assurdità del gente. Mi aggrappo a quella speranza con tutta me stessa, finché anche quest'ultimo appiglio sprofonda.

Sospira e si morde il labbro. Sta per fare un lungo discorso, lo capisco da come si posiziona: "No, Isabelle. Nulla. Quella volta... se ti avessi baciato non sarebbe stato perché ero innamorato di te. Sono sempre andato con mille ragazze diverse e tu all'inizio ero solo una che mi incuriosiva, una sfida. Non sono mai stato io quello che ti ha amato, che si è sacrificato per te, che è stato disposto a tutto per te. Non sono mai stato io la tua ancora di salvataggio, la persona su cui potevi sempre contare quando eri in difficoltà e su cui puoi contare ancora adesso. Non sono mai stato io la persona perfetta per te e tu non sei mai stata la persona perfetta per me e non sai quanto ciò mi dispiaccia. Per un po', ci ho provato. Ho provato a innamorarmi di te, ma al cuor non si comanda. E io so che c'è qualcuno che può trattarti meglio di me, che può amarti meglio di me, che può farti sentire bene meglio di me. E anche tu lo sai, Izzy. Nella tua mente, tu hai sempre dato per scontato di essere innamorata di me, ma so che il tuo cuore non è d'accordo"

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