Capitolo 8 - Idiota

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Allungo la mano per spegnere la sveglia, che sta incominciando a essere davvero fastidiosa con i suoi ripetuti bip-bip.

Con gli occhi ancora chiusi, premo la mano contro quella che deve essere la sveglia, ma... È stranamente morbida... E non smette di suonare... E ora si sta lamentando...

Eh? Cosa? Una sveglia che si lamenta? Ed è morbida?

Spalanco gli occhi, mentre una voce ancora impastata dal sonno mormora: "Ancora cinque minuti, è presto"

Scatto su a sedere sul materasso e scopro di essere fra le braccia di qualcuno, con le gambe intrecciate con quelle di quel qualcuno.

Ma... È JAMES!

Com'è possibile? Che cosa ci faccio lì? Non riesco a ricordare minimamente la sera e la notte.

E non sono nemmeno a casa mia.

E sono solo le 6 del mattino.

E non ci capisco niente.

E James mi chiede di rimanere un po' ferma e di lasciarlo dormire in pace.

"James!" lo scuoto per una spalla.

"Mmhh"

"James, svegliati!"

"Che c'è?"

"Scusami, ma che ci faccio qui?"

"Non ricordi nulla di ieri sera?"

"No, che cosa è successo?"

"Sei venuta a una festa a casa mia, ma hai bevuto troppo per una che non è affatto abituata. Non ti reggevi neanche in piedi e allora abbiamo deciso che saresti rimasta a casa mia per dormire e stamattina presto saresti tornata a casa tua. Capito?"

"Ah sì, giusto, mi stanno venendo in mente vaghi ricordi... Perché ero in camera tua quando Beth se ne è andata a casa sua? Mi ricordo di lei che mi viene a cercare e io sono qua..."

"Avevamo fatto una scommessa. Se tu fossi riuscita a spiegarmi matematica in modo lucido nonostante l'alcol, io... Sarei venuto a casa tua tutti i giorni per studiare e fare i compiti con te, ecco. E tu hai vinto la scommessa"

"Ah, mi ricordo qualcos'altro, ma non saprei dire cosa..."

"Niente, tutto qui. Niente di più, niente di meno"

"Va bene, allora. Mi puoi accompagnare a casa in auto, visto che abito lontano di qui?"

"Simon ha detto che ti avrebbe accompagnato lui volentieri"

"Ah ok, ciao James, e scusa per questa notte"

Sono piuttosto in imbarazzo e continuo a pensare di star dimenticando qualche dettaglio importante dell'altra sera.

Simon bussa piano in quel momento alla porta.

Quando la apro ed esco fuori sorride.

"Che hai da sorridere?"

"Non posso sorridere?"

"Non così apertamente"

"Hai per caso passato una brutta nottata?"

"No, però mi sono addormentata abbracciata a James. Cioè, ti rendi conto? Dio santo, che vergogna"

Scoppia a ridere.

"Non ricordi nulla di ieri?"

"No, perché, che cos'è successo?"

"Niente, eri solo... Più dolce e gentile, ecco tutto"

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