Capitolo 16 - L'imperfetta perfetta

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"Sei bellissima" James sorride a Beth, prendendola per mano e facendole fare una piroetta su stessa. Piroetta che riesce non troppo bene, perché Beth ha dei tacchi altissimi, quasi dei trampoli, e nel volteggiare perde l'equilibrio, cadendo, fra le risate, proprio in mezzo alle braccia spalancate del ragazzo.

Ridono entrambi per qualche istante, poi si zittiscono e si rivolgono una lunga e attenta occhiata, sorridendo. Beth ha ancora il corpo premuto contro quello di James.

È vero che Beth semplicemente esce con un ragazzo e non è fidanzata, però... Povero Hans, su, che ora non è nemmeno in città, ma a trovare degli zii di New York.

Dopo qualche attimo di attesa impaziente, sbuffo e mi allontano, dando casualmente una spinta a James e Beth nel passare accanto a loro.

Vado subito a bere qualcosa, raggiungendo Miriam e Zoe, che in questo momento è per mano a William. Andiamo a ballare tutti insieme, anche Beth.

Sto danzando con loro in cerchio, quando due mani si posano sui miei fianchi, facendomi rabbrividire e sussultare. Quando mi volto, vedo James. Come mi aspettavo.

Credo che sia una delle poche persone capace di farmi provare così tante emozioni contrastanti in un solo istante. Come Simon. Come Harry.

"Che c'è James?" chiedo brusca.

"Wow, sei di buonumore oggi"

"James, senti, torna a fare complimenti o cose simili a Beth, vah, e lasciami in pace"

"Ehy ehy ehy, guarda un po' chi si vede... Miss Gelosia!"

"Non sono gelosa!"

"Ah no? E allora perché ti importa così tanto di me e Beth? E di quello che abbiamo fatto insieme?"

"Che hai fatto con Beth?"

"Nulla! A parte quelle poche cose che hai visto tu stessa con i tuoi occhi! E non fare quella smorfia disgustata, Miss Gelosia!"

"Ti ho già detto che non sono affatto gelosa!"

"Si vede..."

Ridacchia stupidamente. Che ragazzo stupido. Mi volto e gli dò le spalle. Non me ne può fregar di meno di lui.

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Sbatto più volte le palpebre. Ma... Dove sono? Che cosa sta succedendo?

Mi alzo lentamente in piedi, provocando i gemiti di qualcuno.

"Scusa" chiedo automaticamente, prima di accorgermi che:
1. Non sono a casa mia
2. C'è altra gente qua, molta altra gente
3. Ero distesa sopra qualcuno che ho svegliato alzandomi e a cui temo di aver fatto pure male
4. Quel qualcuno è James!

Mi inginocchio al suo fianco scuotendolo con forza.

"Lasciami dormire, Izzy, ieri (o meglio oggi) siamo andati a letto alle 5..."

"James! Svegliati, cavolo! Devi spiegarmi che cosa ci faccio qua è che cos'è successo ieri sera!"

Il mio ultimo vago ricordo è di qualcuno che propone di giocare a obbligo, verità o giudizio, quello stupido gioco.

Imprecando contro di me e la mia fissazione di voler avere sempre tutto sotto controllo, si rizza a sedere. Mi accovaccio davanti a lui, curiosa, con le sopracciglia inarcate. Ma soprattutto sgomenta dalla mia totale assenza di ricordi.

"Abbiamo giocato a obbligo, verità o giudizio..." incomincia a raccontare stancamente lui.

"Chi, 'noi'?" lo interrompo.

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