Capitolo 32 - Simon

21 6 5
                                    

James's pov
Per un secondo mi blocco, smarrito.

Il secondo successivo sono per strada e sto correndo. Incrocio Beth, che mi sorride con dolcezza e cerca di avvicinarmisi per dirmi qualcosa, ma io la allontano spingendola delicatamente. E corro via.

Dove corro?

Beh, dove volete che corra? Da Izzy, ovviamente. Da chi altri?

Beth mi guarda malissimo e mi urla un insulto e, vedendo che gli insulti non servono per fermarmi, mi insegue per un pezzo, pregandomi di stopparmi.

Mi volto verso di lei: è trafelata e ha una faccia supplichevole, implorante.

"Mi dispiace, Beth, ma devo andare da una persona. Una persona importante" affermo con serietà.

"Più importante di me?" strilla stupita.

Sospiro e rimango un attimo in silenzio. Ho automaticamente rallentato il passo e lo rallento ancora, gradualmente. Mi volto verso di lei e la guardo fisso negli occhi.

"Più importante di te, Beth" mormoro.

La sua reazione... è indescrivibile. Rabbia, frustrazione, delusione. Perché la gente soffre sempre a causa mia? Che cos'ha fatto per meritarmi tutto questo?

Le giro di nuovo le spalle e accelero, mentre lei si ferma, in mezzo alla strada, attonita.

"Va' a quel Paese, James!" grida con tutto il fiato che ha in gola. Ma io non mi volto a guardarla. Non mi volto a chiederla scusa. Non mi volto a dirle che non è quello che penso veramente. Perché tutto ciò sarebbe una bugia e quello che ho detto... È la verità. Se non vuole accettarla, mi dispiace per lei, ma non posso cambiare i miei sentimenti.

Solo quando finalmente sono nella stanza d'ospedale, mi fermo. Sono impacciato, sulla soglia. Mi avvicino a passi lenti al suo letto e mi chino al suo fianco.

"Io... Io ti amo, Izzy" mormoro.

Okay, l'ho detto, l'ho ammesso, anche se lei non mi può sentire. Sospiro. Quanto tempo ho impiegato a capirlo...

Sento dei passi fuori e scatto in piedi. Chi può essere? Beth, forse?

Mi precipito fuori dalla stanza, senza sapere il motivo della mia ansia insensata. Okay, sto impazzendo.

Non può essere il violentatore. Oppure sì?

Questi pensieri sono un segno della mia follia. Isabelle non vede il suo violentatore da anni. Ma... e se ci fosse un nesso fra il violentatore e la scomparsa dei suoi genitori?

Cavolo, mi sto facendo troppi film mentali. Qui non siamo in un film, questa è la realtà.

Simon's pov
"Rallenta, Simon! Non puoi andare da lei! Non puoi togliere quel foglio!" urla la sua voce stridula alle mie spalle.

Mi volto appena il tempo necessario per lanciarle un'occhiata e fulminarla con lo sguardo. Che cosa vuole dalla mia vita?

La odio, la odio, la odio. Non le basta torturarmi in questa maniera, eh?!

Vedendo che il suo approccio non funziona, inizia a piagnucolare come una bambina, ma anche a fare una voce sensuale e seducente.

"Amore... Simon... Aspettami, non andartene, ti prego" sussurra. Il tono della sua voce mi fa venire un brivido. Conosco troppo bene quell'intonazione. Automaticamente i miei passi rallentano, mentre io cerco di allontanare da me la sua immagine, la sua idea.

No! Devo correre, non fermarmi!

Mi urlo queste parole più volte, nella mia mente che lotta contro di lei, cotto la mia vaga attrazione verso di lei.

Trust in me❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora