Epilogo - Tempo dopo

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Sedici anni dopo

"Brian! Daisy!" urlo dall'ingresso, infilandomi delle scarpe nere col tacco.

"Arriviamo, mamma!" rispondono in coro i gemelli. Sono due gocce d'acqua, con gli occhi blu elettrico del padre e i capelli biondi della madre. Cioè miei.

Mi volto verso James, che si sistema la cravatta davanti allo specchio.
"Vado bene, amore?" mi chiede, girandosi verso di me in attesa di un parere. Lo squadro da capo a piedi. Il completo nero con la camicia candida gli dona moltissimo. Naturalmente, i suoi capelli sono spettinati, come al solito: da quando lo conosco - e lo conosco da molto molto tempo - non ho mai visto i suoi capelli in ordine. Ma sono perfetti così.

"Sei perfetto" sussurro, dandogli un bacio a stampo sulle labbra.

In quel momento Brian e Daisy arrivano nell'ingresso. Controllo che siano a posto, con i capelli in ordine e i vestiti eleganti puliti.

"Dobbiamo sbrigarci o faremo tardi. Certo che potevano anche sposarsi a Boston e non in un posto sperduto a mezz'ora di auto" sbuffo, prendendo la borsa e uscendo dall'appartamento.

James ride: "Rilassati, amore" Non capisco come faccia a essere così tranquillo. È vero, io sono esageratamente nervosa, ma lui è esageratamente calmo. E se arriviamo in ritardo? In fondo, io e lui siamo due testimoni!

Saliamo in auto e cerco di rilassarmi, pensando che mi ha senso agitarsi così tanto per un matrimonio che non è nemmeno il mio. E al mio matrimonio, dire che ero nervosa è usare un eufemismo.

"Mamma?" mi chiama Daisy. Io e Jamie abbiamo deciso di comune accordo di chiamarla come sua sorella, per ricordarla sempre. Brian si chiama invece come il padre di Simon, che è stato ucciso mentre cercava - con successo - di salvare la vita a James.

"Sì, tesoro?" rispondo con dolcezza.

"Ci racconti una storia?" mi prega Brian.

"Quale?" sospiro.

"Mmhh... Come hai conosciuto il papà?" mi domanda Daisy.

"Oh, è una storia molto lunga, Daisy" le rispondo sorridendo. Vedo James ridacchiare fra sé e sé.

"Abbiamo tempo" replica Brian, anche lui incuriosito. Hanno sei anni, ma una curiosità incredibile. Non si accontentano mai di nulla e non smettono mai di fare domande. Li adoro, in poche parole.

"La prima volta che l'ho visto... È stata quando è entrato nella mia classe con Simon. Simon si è seduto vicino a me e lui invece poco più lontano. Tutte quante le ragazze della mia classe non facevano che parlare di loro due, se li mangiavano con gli occhi. Consideravano vostro padre e Simon i due ragazzi più belli di tutta la scuola"

"Non a torto" mi interrompe James, suscitando le risate dei nostri figli.

"Io ero fidanzata con Harry, quindi non mi interessavano altri ragazzi. E all'inizio Simon mi attraeva molto di più, in ogni caso" spiego osservando con la coda dell'occhio la reazione di James alle mie parole.

"Ci sono voluti mesi interi perché si accorgesse che si era innamorata di me. Io sapevo fin da subito che lei era la mia anima gemella, ma lei... Si ostinava a stare dietro a Simon. Poi, anche grazie a un rifiuto di Simon... Beh, ha capito i suoi sentimenti" continua James.

"E come le hai chiesto di sposarti, papà?" domanda ancora Daisy.

"Era il giorno del suo venticinquesimo compleanno. Eravamo coricati sul divano a guardare la televisione insieme, normalmente. Io a un tratto le ho detto: 'Ti voglio portare in un posto'. Lei mi ha guardato stupita, non capiva. Ho insistito e le ho detto di vestirsi. Era tardo pomeriggio. Siamo partiti in moto. Lei non faceva che chiedermi: 'Dove andiamo? Dove mi porti? Quanto manca?'. E io l'ho portata al mare. Siamo arrivati lì che era già tutto scuro. Le ho tolto i vestiti e l'ho buttata in acqua. Abbiamo fatto il bagno di notte, sotto la luna. Poi, siamo usciti dall'acqua. Faceva freddissimo, mi ricordo che tremava come una foglia. A un certo punto, mi sono messo in ginocchio davanti a lei e le ho mostrato la scatolina con l'anello. E le ho fatto il mio bel discorso. Quando mi ha risposto di sì, stavo per impazzire dalla gioia" racconta a bassa voce James, come se il racconto fosse una cosa tanto intima e privata da richiedere un po' di contegno.

"E che discorso le hai fatto?" continua a chiedere Brian.

Jamie scoppia a ridere e non posso fare a meno di pensare che la sua risata ha lo stesso suono meraviglioso delle prime volte che l'ho sentita e mi sono incantata ad ascoltarla. "Mi dispiace, ma questo non ve lo posso dire" spiega ai nostri due figli.

Loro sembrano delusi, ma non ribattono più nulla. Hanno capito che non devono insistere.

Jamie frena e parcheggia l'auto nel piazzale di fronte a una graziosa chiesetta. Scendiamo dal veicolo ed entriamo in quel luogo di culto.

Quando la sposa fa la sua entrata, trattengo il fiato. Beth è bellissima, con un abito candido senza bretelle, stretto in vita e che si allarga intorno alle gambe. Lo sposo la aspetta davanti all'altare, in fondo alla navata. Gli occhi verde smeraldo di quest'ultimo, ombreggiati da un ciuffo di capelli biondi, percorrono rapidamente tutta la chiesa, prima di fermarsi sulla sua sposa.

FINE

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SPAZIO AUTRICE:
Wow, non ci credo, ho finito la storia! 50 capitoli, più il prologo e l'epilogo! Dopo 'Always with you❤️' ecco a voi.... 'Trust in me❤️'!!!!!!
Sono felicissima, davvero.
E NON ELIMINATE ANCORA LA STORIA DALLE VOSTRE BIBLIOTECHE, PLEASE. OLTRE AI RINGRAZIAMENTI, DI CUI PROBABILMENTE NON VU FREGHERÀ NULLA, CI SARÀ ANCORA UN CAPITOLO IN CUI VI CHIEDERÒ CONSIGLI SULLA PROSSIMA STORIA DA PUBBLICARE, IN CAMBIO DI COMMENTI, PUBBLICITÀ, VOTI... VI DARÒ IL PREMIO CHE VOLETE IN CAMBIO DI SEMPLICI CONSIGLI! Ma vi spiegherò poi tutto in seguito, don't worry.
Ci sentiamo presto, lettori amatissimi!👋💫

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