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CAPITOLO 15

"Ecco allora, il suo fidanzato è... È stabile, ha avuto una bella botta con la caduta ma siamo riusciti a salvarlo in tempo"
"Grazie dottore grazie mille"
"Non c'è di che ora si riposi tornerò più tardi"

Quello stesso pomeriggio dopo molti, moltissimi esami i medici si accordarono sul fatto di farmi uscire il giorno dopo, di Emiliano non ebbi altre notizie e questa cosa mi preoccupa, e non poco direi, fortunatamente riesco a convincere i miei genitori a non tornare dato che sto bene. Adesso sono le 23.17 e in ospedale regna il silenzio, il corridoio è vuoto e buio, incute quasi terrore... Non so avete presente i film che girano nei manicomi o negli ospedali abbandonati? Ecco, quando inquadrano il corridoio lungo con tante, troppe porte ai lati tutte chiuse e altre cose che ti fanno accapponare la pelle, la sensazione più o meno è questa ma per lui credo di poterci passare sopra.
Stanza 375
Eccola qui, camera sua, fortunatamente nessuna dottoressa mi ha vista e il percorso è stato abbastanza semplice. Prendo quella maniglia gelida e facendo una lieve pressione la abbasso, apro la porta e l'unico rumore presente è quello della macchinetta per il cuore
Bip Bip Bip Bip Bip Bip
Prendo la sedia che si trova da parte al letto e mi ci adagio sopra, lui starà dormendo quindi mi appoggio piano a lui e gli faccio delle piccole carezze sulle mani, sull'addome
"Ei mi dispiace che tutto questo sia successo, tu non centri nulla"
Le lacrime iniziano a scendere, lacrime amare, lacrime piene di tristezza e di dolore
"Scusami, scusami tantissimo, tu... Tu non saresti dovuto entrare in questa storia"

*il giorno dopo*
Questa notte non ho dormito quasi per niente, troppi pensieri, troppe lacrime da versare, troppa tristezza messa a tacere, troppo tutto, e dopo un po il troppo fa scoppiare...
Poco fa il medico è venuto e mi ha dato il consenso per uscire, anche se con un po di storie data l'assenza dei miei genitori ma alla fine eccomi qui, da sola, in mezzo a questa strada bagnata dalla pioggia che scende a riflettere su ciò che é accaduto. Su ciò che dovrà accadere.
Arrivo a casa, quella casa che senza i miei genitori è fin troppo vuota e silenziosa.
Sento che manca qualcosa, quel particolare che non riesco a ricordare, una cosa fondamentale ma non riesco a capire cos'è...
Così vicina ma talmente lontana che fatico a vederla nella mia testa.
Ancora con questo sentore addosso salgo in camera mia quando vedo il mio letto ancora disfatto e una foto mia e di...
Adesso ricordo e senza farlo apposta le lacrime iniziano a scendere ancora in questo giorno terribile, come ho potuto? Come ho potuto dimenticarmi di lei? Della mia migliore amica? Cosa gli hanno fatto?
Driiiiiiin driiiiiii
Il telefono, dov'è il telefono? Cazzo quando serve non lo trovo mai, eccolo è sotto il cuscino
Apro la chiamata
"Ciao piccola"
"Chi sei?"
"Ooh questo a te non deve intessare, solo... Sappi che ho la tua migliore amica qui con me"
"No dove sei brutto stronzo"
"Ei Ei Ei piccola modera il linguaggio quando parli con me"
"DOVÈ LA MIA MIGLIORE AMICA BASTARDO"
"Opsss..."
Tu tu tu tu
Ha attaccato... Lui ha la mia migliore amica, spero non gli facciano quello che hanno fatto a me, lei non c'entra niente.

Scesi giù in cucina dato che il telefono di casa sta suonando, saranno i miei.
Dopo 30 estenuanti minuti di domande su come stessi da parte della mia famiglia ho attaccato e adesso sono qui sul divano a vedere un film di quelli stupidi e senza senso sperando che qualcuno o qualcosa mi aiuti

Arrivò un tonfo da camera mia e un po intimorita vado a vedere cosa é successo.
Un sasso ha rotto la finestrella in alto andando a sparpagliare tutti i vetri per terra, presi il sasso ed attaccato ad esso ci trovai un bigliettino...

Stai....

My stalkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora