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CAPITOLO 28
È un luogo abbastanza macabro... e la persona che mi appare davanti non aiuta a placare la mia paura...
Un uomo, basso, grassottello, senza capelli, con due guance da chi mangia troppi dolci, tutte rosse e due occhi che... gli occhi sono di un nero profondo, non si distingue la pupilla dalla cornea... circondati da un rosso vivo, simile al colore del sangue, é vestito in modo davvero trasandato, dei jeans color cachi tutti stropicciati e una camicia che si abbina bene ai colori dell'ambiente circostante, anch'essa stropicciata piena di macchie di unto e sotto il colletto delle briciole... mi fa venire da vomitare ma devo trattenere i conati; mi fissa, mi fissa con quegli occhi neri come la pece con aria interrogativa, visto che dalla mia bocca non esce una sillaba decide di parlare prima lui
"Coza desiderra questa bela razza?"
Ha una voce bassa, ruvida... qualche lettera lasciata da parte per il troppo alcol che ha nel corpo, l'alito gli puzza di chissá quale altra sostanza chimica, cosa mi è passato in testa? Perché sono entrata? Sto morendo dalla paura.
"Noon eispondi?"
Mi poggia una mano sul braccio che era ancora teso verso il campanellino, d'impulso lo ritraggo
"Volevo solo sapere dove mi trovo"
"Tesloro vienui qui, diettrp r ti faccio vedre io"
"Direi di no. Grazie lo stesso arricederci"
Mi giro per andarmene ma lui mi prende il polso e lo stringe parecchio, mi sta facendo davvero male
"Tu vieeni di la con me e mi fai vetere la tua bella amichetya"
"Lasciami stare"
Lo dico urlando ma sembra che a lui non faccia ne caldo ne freddo, provo a strattonare il polso ma lui stringe sempre di piú finche non si sente la porta d'entrata sbattere, mi giro di colpo e mi trovo davanti quel ragazzo che spunta sempre quando mi succedono certe cose... sembrerebbe fatto apposta... oggi, anni fa...
"Lasciala stare lurido ubriaco"
"A chi lurido eagazzo? Vieni dila e dalle pure te una pagsata ce yempo"
Si avvicina all'uomo e lo spinge con forza all'indietro, quest'ultimo perde l'equilibrio, molla il mio polso e cade.
Mi prende e mi porta al suo petto
"Sei il mio salvatore Fede"
"Di niente piccola ci saró sempre per te"
Usciamo da questo schifoso e trasandato posto e camminiamo per le strade, con lui ora sono molto piú tranquilla
"Ma che ci facevi qui?"
"Ti ho vista entrare al locale, conoscendoti avevi qualcosa in mente, mentre stavamo insieme per farti venire in quei posti dovevo pregarti in aramaico... ti ho tenuta d'occhio per un po e quando sei uscita senza quel tipo ti ho seguita"
"Sei peggio di uno stalker"
Lo dico con una serietá disarmante, lui sembra senza parole, non sa cosa dirmi, ha la faccia terrorizzata, scoppio in una fragorosa risata e poco dopo lui mi segue, ridiamo per tanto tempo, mi mancava stare bene, bene con lui.
Il cielo inizia a farsi chiaro, sembra quasi dello zucchero filato rosa e azzurro, ho davvero tanto sonno e anche Fede sembra stanco; quasi mi avesse letto nella mente
"Sei stanca?"
"Si un pó, te?"
"Vieni in spalletta"
"Ma non sei stanco?"
"Sali"
Si accovaccia e io gli salto sopra, gli circondo il collo con le braccia e gli stringo le gambe alla vita, mi prende le gambe e me le stringe un po come fa il papá alla bambina piccola che fa i capricci o é stanca
Appoggio la mia testa sulla sua spalla e in poco tempo di addormento.
Mi risveglio quando sento che qualcuno mi sta toccando la pancia con le mani fredde, che brutta sensazione
"Che stai facendo?"
Mi stiracchio e passo le mani sugli occhi che mi bruciano per il poco trucco rimasto
"Non volevo svegliarti scusa, ti ho messo una mia maglietta okay?"
Mugugno qualcosa simile a un segno di assenso e mi giro sul fianco, accende la luce del bagno, ci entra, chiude la porta, sento che sta parlando con qualcuno al telefono probabilmente, non voleva disturbarmi, dopo poco esce e si sdraia nel letto vicino a me, io gli do le spalle, mi si avvicina, mi abbraccia e io troppo stanca non ribatto e mi riaddormento.
Una luce chiara mi obbliga ad aprire gli occhi e a svegliarmi dal mio sonno profondo, guardo la sveglia e vedo che sono già le due di pomeriggio, riconosco subito la stanza, è la camera di fede, ci sono tantissimi ricordi, mi metto seduta sul letto e mi guardo intorno, sulle pareti ci sono ancora le foto di quando stavamo insieme...
"Ah buongiorno"
"Ehi"
"Non ti ho svegliata prima perché ieri eri stanchissima"
"Si si ho immaginato"
"Allora... perché scappavi ieri?"
"Nulla di importante"
"Arianna ti conosco, cosa succede?"
Decisi di raccontagli tutto per filo e per segno anche se non sembrava molto sorpreso, gli spiegai quello che avevo in mente di fare
"Ci sto!"
"Cosa?"
"Ti daró una mano"
"No Fede non é il caso... sai dopo quello che é successo..."
"Lo so, ti ho già chiesto scusa, voglio solo starti vicino e darti una mano"
"Vedremo"
"Prima di tutto dobbiamo sistemare questo tuo problemino con la legge"
"Hai qualcosa in mente?..."

SCUSATE PER IL CAPITOLO MA ANDANDO AL LICEO HO UN CASINO DI COSE DA STUDIARE E TUTTO IL RESTO, UN BACIO😘
SCUSATE PER ERRORI, COSE POCO CHIARE E COSE COSÍ, PER QUALSIASI COSA SCRIVETEMI

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