CAPITOLO 17
Da... Sconosciuto
-via Vittorio VenetoChe cosa starebbe a dire questa via? Non ha il minimo senso non... Non so nemmeno dove possa trovarsi questo posto, ho bisogno di Emiliano vicino, ho bisogno di quel ragazzo tatuato e bipolare qui con me, vorrei che tutto questo casino finisca, vorrei trovarmi sul divano con Emi a vedere un film drammatico sotto le coperte e i pop-corn appena fatti... Ma la cosa che più vorrei è riavere la mia vita e la mia migliore amica.
Il tempo passa e di Emiliano non ho avuto più notizie... Come d'altronde della mia migliore amica. Nessun messaggio, nessuna chiamata, niente di niente da nessuno dei due, ho deciso che oggi sarei andata in ospedale per ricevere delle spiegazioni
Mi cambiai e misi, una maglietta a maniche corte nera, i miei jeans bianchi strappati e i miei stivaletti in pelle neri, scesi le scale, presi il giubbotto, anch'esso di pelle e mi diressi verso la fermata dell'autobus... Il tempo passava e fuori dal finestrino sempre le stesse immagini riflesse, ricordi sfuocati di momenti memorabili, in sottofondo c'era lettera di Benji & Fede... Vorrei fosse tutto così facile, ricevere delle lettere pure io, avere quel ragazzo disposto a scrivere di mano sua... Una vita felice, come in fondo... Lo è sempre stata.Nel mentre mi ricordai di dover ancora chiamare i miei genitori e farli stare fuori ancora per un po... Almeno finché tutta questa storia non finirà.
Il pullman si ferma e il comandante annunciando la fermata invita a scendere i passeggeri. Ancora con quelle immagini impresse nella mente cammino lungo il marciapiede, stranamente vuoto essendo l'ora di punta, ma sarà la zona poco trafficata o almeno spero.
Davanti a me appare un edificio grigio e monotono che man mano mi avvicino diventa sempre più grande e mi incute sempre più paura, apro la grande porta rossa e una hole bianca e spoglia mi accoglie, una donna sulla cinquantina siede dietro al bancone e fissa intensamente il computer come se questo fosse davvero la sua fonte di esistenza.
Mi avvicino e cerco di attirare la sua attenzione ma nulla sembra più interessante dello schermo di quel computer"Scusi signora?"
Finalmente la donna di mezza età mi degnò di uno sguardo, quasi accusatorio ma lasciai correre, e con gli occhi mi fece intendere che sarei dovuta essere io a continuare a parlare e che, lei, fino a momento opportuno non avrebbe detto una sillaba.
"Volevo sapere Emiliano Giambelli in che stanza si trova?/"
Controlla una lista di nomi, suppongo, fino al suo nome e una volta lì inizia ad agitarsi e questa cosa fa agitare me il doppio
"Quindi?!"
"Secondo piano chieda del dottor Longari"
"Grazie"Nessun saluto prima, né uno ora, solo un ultimo sguardo prima di ripuntare questo sullo schermo del computer. Che vita noiosa, sempre lì sta.
Arrivata al secondo piano chiedo a un paio di infermiere dove possa trovarsi questo dottore e faticando con le indicazioni datami... Lo trovo di spalle a parlare con un infermiera, aspetto che finisca e appena esso fa per andarsene lo fermo da una spalla
"Lei è il dottor Longari?"
Un uomo sulla sessantina, capelli bianchi, occhi quasi neri come la pece, alto ma non troppo magro, dalla faccia ispira simpatia e fiducia
(Mai fidarsi delle apparenze)
"Si, ha bisogno signorina?"
"Si grazie, essendo la fidanzata di Emiliano, Emiliano Giambelli, e non ho avuto più sue notizie volevo sapere come andavano le cure e il perché lui ancora non é tornato a casa dato che tutto proseguiva per il meglio"
"Emiliano Giambelli? Aspetti un secondo che controllo nella mia cartella"
"Certo"
Il dottore torna dopo pochi minuti con una cartella in mano e me la porge appena arrivato davanti a meIl paziente Emiliano Giambelli è deceduto alle ore 17.46 del 24 marzo
Non può essere...
STAI LEGGENDO
My stalker
Mystery / ThrillerTutto è iniziato con la sua iscrizione sul social. Una semplice foto ha generato un solido interesse da parte di LFZ335 che ha subito mandato una richiesta di amicizia, che, per sbaglio, è stata accettata... da questo stupido errore nascerà una stor...