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mi ha appena tirata fuori dal casino più grande che io abbia mai avuto.

Dopo averci offerto la cena, tristemente rifiutata, ce ne siamo andati, Federico sembrava frettoloso di uscire da quella casa per andare chissà dove
Siamo in macchina, è concentrato sulla strada, come giusto che sia ovviamente, mi appoggio allo schienale e lo guardo, è bellissimo...
Tutte le volte è così, sempre, nonostante tutto, nonostante il tempo, ogni volta che lo guardo mi vengono le farfalle nello stomaco, forse ho sbagliato a trattarlo così, e come biasimarmi, ero solo una bambina alla fine... non so cosa darei per tornare ai vecchi tempi...
Il cielo si è scurito, la sera è calata e le temperature sono scese, finalmente ci fermiamo, sono esterrefatta dalla magnificenza del posto in cui mi trovo ora; luci che contornano tutte le pareti, quattro grandi finestre che riflettono gli interni e due grandi porte di vedro, tutte decorate invitano ad entrare in quello che sembra un ristorante magnifico
"Perché siamo qui?"
Lo sussurro quasi con timore
"Perché volevo stare da solo con te"
Questa risposta mi spiazza completamente, non so cosa rispondere, decido di tacere allora, spesso è meglio di mille parole futili, apro la portiera ed esco posando i piedi su quel vialetto di sassi che inizia a provocarmi ricordi
Federico mi si mette al fianco e guarda dritto, nella mia stessa direzione, il vuoto
"Mi ricordo"
"Speravo tu lo facessi"
Ha voluto giocarsi un colpo basso, ma lo apprezzo davvero molto, è cambiato, non è più quello di una volta, adesso è adulto e come tale ragiona; qui fu la prima nostra vera uscita, feci una figuraccia tremenda, caddi lunga e tirenta su quei ciottoli sui quali ora cammino, mi sbucciai un ginocchio ancora prima di iniziare la cena, senza contare il fatto che feci rovesciare un vassoio al cameriere che ruppe tutti i piatti; quella sera sarei voluta sparire, ma lui mi ha portata qui lo stesso, vuol dire che qualcosa per lui vuol dire .
La cena stranamente è andata bene, non ci sono state figuracce ne silenzi imbarazzanti, ha ordinato lui, si ricorda davvero tutto, e più penso a quanto sembri tenerci e più mi sento una vipera
A fine serata ci siamo alzati, mi ha aperto la porta, e mentre mi dirigevo all'auto mi ha presa per mano e mi ha portata su una panchina
"Scusami"
"Tranquillo non fa niente"
"Si che fa, ti ho trattata come un oggetto di sfogo e non come l'amore della mia vita"
Silenzio, questo è il silenzio imbarazzante che io avrei voluto evitare, sento dei brividi che mi percorrono il corpo, si avvicina, e mi abbraccia, poso il mio capo sul suo petto, mi trasmette ancora tranquillità e sicurezza, alzo lo sguardo, e incontro quegli occhi che mi hanno sempre fatta impazzire, mi avvicino e lo bacio, da quanto avei voluto farlo, mi mancava da morire, un fuoco mi si accende dentro, i brividi si raddoppiano e la dose di piacere che sto provando è impossibile da descrivere; poco dopo si alza mi prende per mano, mi accompagna alla macchina e torniamo "a casa", poso la borsa, levo le scarpe nel mentre lui si toglie la giacca, mi appoggio allo stipite della porta e mi perdo nei suoi movimenti, lui se ne accorge, si avvicina a me e inizia a baciarmi, mi prende in braccio e mi adagia poi sul letto, fa per levarmi la camicetta azzurra di cotone ma si blocca
"Vuoi?"
Non dico nulla, lo bacio e basta, questa domanda è stata la prova che lui ci tiene, che davvero quello era stato solo uno sbaglio, un momento. Mi leva i vestiti, io levo i suoi, iniziamo una danza coi nostri corpi contornata dai nostri respiri, la mia pelle fredda tocca la sua bollente, insieme formiamo una reazione chimica esplosiva, sono sopra di lui, le sue mani sfiorano il mio corpo, i miei fianchi, è la prima volta che mi metto a nudo in questo modo, e non mi sono mai sentita meglio, voglio lui, il suo corpo, il suo amore, la sua bocca su di me, non sono mai stata meglio in vita mia...
"Sei stata bene?"
"Da morire"
"Non ti ho fatto male vero?"
"No"
In realtà un po all'inizio ma penso sia normale, non voglio farlo preoccupare per niente, era da tanto che non stavo così bene e in pace con me stessa, lui si sdraia, io mi sdraio su di lui, lo abbraccio, sento il suo respiro farsi più profondo, sono felice.
Siamo stesi sul letto, ancora nudi e stanchi, Federico oramai dorme, sento il suo caldo respiro infrangersi sul mio collo, sto per prendere sonno quando la luce di un telefono infrange il buio della stanza, a me non scrive mai nessuno di giorno, figuriamoci la notte, sarà quello di Federico, sicuramente, domani mattina glielo dirò, lo abbraccio, chiudo gli occhi e cado in un sonno profondo

Da LFZ335
prima che tu possa pensare sia sparito, ti assicuro che non è così, io sono sempre con te, ti vedo, so cosa fai, quello che dici, dove vai e con chi fai conoscenza, so cosa provi e so cosa hai fatto, la tua vita non merita di essere vissuta, a presto piccola

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