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CAPITOLO 25
"Stavo pensando, dato che il primo tentativo non è andato a buon fine ma ora... ora so le varie uscite, so le postazioni di quasi tutte le guardie..."
Si guarda in giro, si avvicina di piú a me e abbassa la voce
"Che ne dici di scappare? Insieme"
"Non ti é bastato fallire una volta? Perché continui a volerci riprovare?"
"Perché questa non é vita, io voglio andarmene da qui, con te o senza di te, decidi"
Sconcertata da quelle parole mi alzo, lasciando il mio piatto ancora intero sul tavolo, mi dirigo alla porta e mi faccio scortare da una guardia fino alla mia cella.
Perché mai dovrebbe riprovarci? Ha giá fallito in passato, ha visto morire la sua amica davanti ai suoi occhi, perché giocare con la sorte ancora una volta, ma soprattutto perché credeva che sarei stata daccordo con  lei, per il suo piano di fuga?
Un milione di domande mi invadono la testa, perché non sono stata dalla sua parte subito? Forse perché é un idea stupida... ma in fondo... io non ho nulla da perdere, lei nemmeno, chissá... forse é la volta buona.
Non credevo fosse passato cosí tanto tempo che Anita arriva scortata da due guardie, entra, in quella che io chiamo stanza, senza salutarmi, va in bagno, appena esce tento di dirle qualcosa ma subito con un gesto brusco mi intima di stare in silenzio... si sdraia e le luci vengono spente.

Buona notte...

Ora mai credo sia mattina, il sole entra dalla piccola finestrella e si iniziano a sentire le prime voci di chi come me é giá sveglia, questa notte non ho chiuso occhio, ho riflettuto molto sulla proposta di Anita e beh sono arrivata a una conclusione
"Buongiorno"
"Ciao"
Si alza e si chiude per la millesima volta in bagno, mi alzo e la seguo.
La trovo seduta vicino al lavandino con la faccia rivolta al muro, appena chiudo la porta dietro di me causando un flebile rumore si gira e si alza di scatto
"Cosa vuoi? Non ti é chiaro che devi farti gli affari tuoi se non vuoi essere colpevole quanto me?"
"Ho deciso di aiutarti"
Un sossurro, quasi non sento la mia stessa voce
"C-cosa?"
Questa volta sono piú decisa
"Ho detto che ti aiuteró"

I giorni successivi passarono abbastanza in fretta, mi spiegó il piano e ci assicurammo di essere invisibili agli occhi degli altri, catturate attenzioni non avrebbe aiutato.

Arrivó il grande giorno, il piano era semplice, saremmo andate in cucina ad aiutare le cuoche offrendoci volontarie, passata l'ora di punta, le guardie saranno occupate a portare in cella le altre detenute, ogni giorno alle 14 in punto arriva un piccolo furgone contenente il cibo pre-cotto per il giorno dopo, il compito di portare le casse all'interno della mensa sará affibiato a noi, essendo abbastanza faticoso, alla guida del veicolo si troverá un amico fidato di Anita che ci fará salire per poi aiutarci a scappare, non sembra così complicato...
É il frutto di anni di lavoro e mandare a rotoli tutto sarebbe un vero peccato.

Andammo al posto prestabilito, io mi misi davanti ai fornelli e la mia amica, sì credo di poterla definire cosí, a pelare le patate

Una cuoca ai avvicina
"Allora siete voi due le coraggiose che si sono offerte di aiutare... cosa pensate di fare?"
É cosí ovvio?
Per fortuna risponde Anita
"Renderci utili visto che questo cibo fa schifo"
"Piano le parole ragazzina"
Se ne va e ci lascia sole

13
13:20
13:40

Il tempo é volato ed é questione di minuti, poi il furgoncino sará qui.

"Ragazzine, quando arriva il carico prendete le casse e portatele di qui avete capito?"
"Si"
Rispondemmo all'unisono

Il suono di un clacson interrompe le occhiate che io e Anita ci stiamo mandando, apriamo le grandi porte bianche che ci separano dal cortile sul retro, un ragazzo si posiziona davanti a noi, é alto, biondo e con delle braccia che ti ispirano protezione... oppure paura dipende
"Ciao ragazze"
"Ciao Tobia"
"Dobbiamo scaricare un paio di queste scatole sennó entrambe non ci state"
"Va bene"
Anita e Tobia scaricano il furgone e io devo fare in modo che nessuno si avvicini, non ci sono guardie... strano, ma mi fido.
Mi guardo in torno non vedendo nessuno, punto lo sguardo in alto e... una videocamera, una ogni angolo, puntate sul furgone, vuol dire che ci stanno osservando.
Corro

"Anita! Anita!"

"Cosa vuoi"
"Ci sono le videocamere"
"Sono spente tranquilla, ci ho giá pensato io"
"Ah"
"Vedi? Hanno tutte la lucina rossa"
Le osservo, una per una
"Cè un problema..."
"Cioè? Dai Arianna non cé tempo"
"Quella"
E indico una telecamera proprio di fronte a noi
"Ha la lucina verde accesa"

"Tobia!"
"Dimmi bella"
"Tobia corri dobbiamo scappare"
Ci apre le porte del furgoncino e intanto corre verso il posto guida, io entro per prima, giusto in tempo oserei dire.
Uno, due, tre spari, il rombo del motore che parte a tutta velocitá, le porte ancora aperte, io sono li seduta, perché Anita non chiude le porte? sono frastornata dai rumori
Mi alzo, mi giro per chiuderle e quello che vedo mi fa cadere sulle ginocchia, il corpo della mia amica si trova in mezzo alla strada in una pozza di sangue qualche metro lontano da noi, il furgoncino non accenna a fermarsi, inizio a battere sul vetro che separa me da quello che guida
"FERMO! FERMO! ANITA È FERITA! FERMOOO!"
non si ferma, aumenta di velocitá.
Continuo a battare sul vetro e a urlare fino a che non esaurisco le forze
"FERMO! FERMati ti prego..."
E crollo in una specie di trans tormentata dagli avvenimenti appena successi

Mi risveglio in una stanza buia, non é la mia cella, sono in un letto dalle lenzuola calde, rifletto su dove mi trovo e cerco di ricordare cosa é successo...
Telecamere, spari, anita sdraiata per terra e il furgone che non ha accennato a fermarsi.

Anita, dov'é? Sta bene?

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SPAZIO ME
ero in crisi perché non sapevo come scrivere il capitolo e @Lulu95karma mi ha dato una mano GRAZIE DAVVERO NON SO COME AVREI FATTO
va beh oltre a ció... vi ringrazioe per le immense visualizzazioni e i voti, al prissimo capitolo un bacio😘

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