Perché quando due universi opposti si incontrano all'improvviso, cambia tutto, radicalmente.
Le certezze che c'erano prima svaniscono, sommerse da quel qualcosa che accomuna quei mondi.
Tutto scompare; dubbi, paure, sogni, maschere, muri. Resta una sola certezza: quella di non cadere.
«Tutto bene?» chiede avvicinandosi lentamente, con il cuore che le batte dentro al petto come se volesse avvertirla, come se volesse proteggerla da un qualcosa di troppo grande e potente che potrebbe schiacciarla completamente nella frazione di un secondo, se solo lei lo permettesse, se solo lei lo lasciasse entrare.
Non riceve risposta, e non sa se interpretarlo come un buon segno oppure no. Non sa se deve chiamare l'ambulanza e aspettare che arrivi per portare all'ospedale quel ragazzo di cui inizia a scorgere un poco i lineamenti grazie alla luce fioca del lampione non lontano dalla panchina. Non sa neppure se la cosa migliore da fare sia andarsene e lasciarlo lì, da solo, senza aiutarlo e senza preoccuparsi minimamente di quello che gli è successo.
Potrebbe. Sul serio, potrebbe davvero fregarsene e permettere a quel qualcosa che lo ha ridotto in quello stato di continuare ad infierire. Potrebbe seriamente fare come tutti, che se ne lavano le mani semplicemente perché non vogliono avere alcun problema nella loro vita. Potrebbe farlo davvero.
Il problema è che Letizia non è così. Non riesce ad ignorare chi sta male, per il semplice motivo che lei, quelle persone, le sente molto più vicine di chiunque altro e non vuole che nessuno soffra come lei. Vorrebbe anche che, almeno una volta, qualcuno si comportasse così con lei, per aiutarla a rimettersi in piedi. Ma a quel desiderio ha rinunciato molto tempo fa, quando ha capito che dal mondo è meglio non aspettarsi niente, perché è bene imparare a cavarsela da soli, dato che l'uomo è egoista e non si preoccupa delle persone che gli stanno attorno, soprattutto se queste portano con loro problemi o cose troppo grandi che nessuno si prenderà mai la responsabilità di gestire o, almeno, di curare.
Si avvicina ancora, rimanendo completamente senza parole a chi vede davanti a sé. Nonostante abitino nello stesso palazzo, non ha mai saputo il suo nome e neppure il suo cognome. Ogni tanto condividono qualche lezione insieme a scuola. Ma per lei, quel ragazzo dai capelli neri come la pece e dai tratti del volto molto particolari è sempre stato un perfetto sconosciuto. Probabilmente perché i loro mondi sono così diversi, così distanti, da non avere alcun punto in comune per incontrarsi. O almeno, credeva così fino a quel momento. Perché adesso non sa davvero più che cosa pensare. L'unica cosa di cui è sicura è che deve farlo tornare a casa, in un modo o nell'altro. Perciò lo scuote piano per una spalla, aspettando pazientemente che si svegli.
Calum, a sentirsi percuotere da quel tocco leggero, quasi timido, insicuro, apre gli occhi, lentamente, non riuscendo a mettere a fuoco niente. Non avrebbe mai creduto che si sarebbe addormentato su quella panchina. Probabilmente, è davvero andato quella sera; ha esagerato – ne è consapevole – ma non credeva di aver superato così tanto il limite. Forse dovrebbe davvero smettere di annientarsi così, perché alla fine non cambierà assolutamente niente; ogni cosa rimarrà sempre al suo posto, a ricordargli ogni volta quanta merda ci sia nella sua vita.
Sospira e si passa una mano sugli occhi, cercando di mettere a fuoco. E la prima cosa che nota davanti a sé sono due occhi grandi e color del cioccolato – o almeno così gli sembra – nascosti dalla montatura nera di un paio di occhiali da vista, coperti da alcune ciocche scure – probabilmente sul marrone ebano – che escono dal cappuccio della felpa grigia che quella persona davanti a sé indossa.
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Burn with you || c.h
FanfictionA volte, la discesa verso l'inferno comincia senza rendersene conto, fino a che non è troppo tardi. Troppo tardi per tornare indietro, per cambiare le cose, per salvare qualcosa di ciò ch'è rimasto. O almeno, la nostra è iniziata così. Si cerca una...