Un qualcuno che non se n'è mai andato, nonostante tutto.
Qualcuno che non ha fatto altro che dare ogni parte di sé per far stare bene chi ama.
Qualcuno per cui vale la pena provare a cambiare davvero le cose.
Ha la penna in una mano e il suo quaderno per scrivere nell'altra. Eppure, non le viene in mente niente da buttar giù sulla pagina; non sa di cosa parlare in quella storia in cui sta mettendo tutta se stessa. Una storia fatta di parole che scandagliano ogni angolo più buio della sua anima, riuscendo chissà come a metterli a nudi, completamente, senza che la ragazza possa fare qualcosa per impedirlo.
Perché è come se la sua stessa anima sentisse il bisogno di spogliarsi, di mostrarsi per ciò che è davvero, senza filtri, senza paure; è come se, attraverso quelle parole, cercasse di inviare quella muta richiesta d'aiuto che a voce non è mai riuscita ad esprimere, senza maschere a nascondere il dolore. Ed è appunto senza nessuna maschera che Letizia scrive la sua storia e quella delle persone che la circondano. Perché quei capitoli sono forse l'unico posto al mondo in cui può essere veramente se stessa, con tutte le sue paure e incertezze, senza sentirsi costantemente uno sbaglio, non meritevole di amore.
Però... Quel pomeriggio non sa proprio da che parte cominciare. È come se dentro di lei ci fosse un'energia che la sta spingendo a fare qualcos'altro, a pensare ad altro, impedendole di riordinare i pensieri e le parole da usare.
Si passa stancamente una mano sul viso e, sospirando, poggia la testa sul cuscino, chiudendo un attimo gli occhi.
E non passa neppure mezzo secondo, che subito il ricordo delle labbra di Calum su di lei le invade la mente, piano, come una carezza a cui non riesce mai a sottrarsi. Perché non avrebbe mai creduto che fare l'amore con qualcuno – dandogli tutta se stessa, mostrandogli ogni pregio e ogni difetti, lasciandosi amare, lasciandosi curare – potesse essere così magico, indescrivibile. Perché, ogni volta che passano momenti simili insieme, Letizia non riesce mai a trovare le parole adatte per descrivere ciò che prova: una sensazione di pienezza e di amore talmente forte da lasciarla senza fiato, talmente intensa da farla rabbrividire, da farle perdere del tutto il contatto con la realtà, talmente potente da farla sentire piccola, insignificante rispetto tutto il resto.
Una sensazione talmente bella e semplice nella sua complessità da farla piangere.
«Problemi con la storia?»
La voce divertita di Azura arriva all'improvviso alle orecchie della mora, cogliendola di sorpresa e facendole aprire gli occhi di scatto, per osservare la donna che si è appoggiata allo stipite della porta – che in quelle ultime settimane è rimasta aperta sempre più spesso – e che sta sorridendo allegra, vestita nel suo cappello di lana chiaro e nel suo giaccone scuro, con le mani coperte dai guanti e la sciarpa attorno al collo.
«Già.» risponde la giovane sedendosi meglio sul materasso e sbadigliando piano, stanca, non sorprendendosi della domanda dell'altra. Dopotutto, sono mesi che la mora ha quel quaderno e la penna tra le mani, e Azura sa che da sempre la scrittura per lei è molto più importante di qualsiasi altra cosa.
«Non riesco a trovare le parole giuste.» spiega, senza smettere di fissare il muro coperto di foto e scritte davanti a sé, sperando di trovare in qualche modo l'ispirazione che, ora come ora, sembra essersi volatilizzata nel nulla.
Allora la donna le si avvicina con una sciarpa in mano e gliela lega al collo, delicatamente. Letizia la lascia fare, non riuscendo a capire dove voglia andare a parare, limitandosi ad osservarne gli occhi grigi pieni di un qualcosa che la ragazza non è mai riuscita a capire fino in fondo, nonostante tutti gli anni spesi ad osservarla.

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Burn with you || c.h
Fiksi PenggemarA volte, la discesa verso l'inferno comincia senza rendersene conto, fino a che non è troppo tardi. Troppo tardi per tornare indietro, per cambiare le cose, per salvare qualcosa di ciò ch'è rimasto. O almeno, la nostra è iniziata così. Si cerca una...