Eppure, a volte quel niente può cambiare ogni cosa, può tornare a splendere nella frazione di un istante.
Perché essere umani non è mai una condanna, anche se può sembrarlo.
E perché sanguinare quando si cade non è un crimine.
Si chiude la porta di casa alle spalle così violentemente da far tremare le finestre del piano terra vicino l'entrata. Ma non gli interessa, non quando ha pensieri di altro tipo e calibro nella testa.
Semplicemente, Luke non pensa a niente in quel momento, non vuole farlo, non quando si tratta di sua madre e di quel capitolo della sua vita che la donna non è ancora riuscita a lasciarsi alle spalle, quando invece avrebbe dovuto farlo subito, evitando tutte le notti insonni e piene di lacrime sia per lei che per Luke. Lacrime che tuttavia il ragazzo non ha ancora visto, non quando entrambi tendono a proteggersi a vicenda e a lasciar libere le loro emozioni soltanto quando nessuno è attorno a loro, perché altrimenti non ci riescono. Perché devono mostrarsi forti; devono essere la roccia per l'altro ad ogni costo. Perché se uno di loro due cade, tutto va in frantumi.
E Luke sta cercando di evitarlo da anni, ma sembra che ogni suo sforzo sia sempre più vano. E non ha la benché minima idea di quanto ancora potrà resistere; spera solo il più a lungo possibile, perché Liz ha bisogno di suo figlio, come lui ha bisogno di sua madre.
Sospira e si passa nervosamente una mano tra i capelli. Vorrebbe semplicemente che non fosse tutto così difficile ogni volta. Vorrebbe tanto che le cose non fossero andate in quel modo. Vorrebbe solo che tutto tornasse com'era prima, perché anche se non era il massimo, ogni cosa andava bene.
Si alza il cappuccio della felpa sulla testa e, con le cuffiette nelle orecchie, comincia a camminare, lentamente, per le vie di quella città frenetica e sempre viva, che risucchia qualsiasi cosa con il suo via vai sempre attivo, sempre troppo veloce e mai attento al valore di ogni singolo secondo vissuto da chiunque.
Guarda tutto, ma in realtà non vede niente, troppo preso ad evitare di pensare ai minuti precedenti passati con sua madre. Minuti che vorrebbe soltanto dimenticare, come tutto il resto che ruota attorno a quella storia.
Perché gli occhi lucidi e stanchi di Liz, Luke non riesce più a sopportarli, non quando sa che lei potrebbe benissimo riuscire a voltare pagina, ad alzarsi nuovamente, se solo lo volesse. Non sopporta più vederla così, triste e senza quelle minime forze che potrebbero veramente darle una mano a rimettersi in sesto. Perché lui da solo riesce a malapena a non farla cadere. Con il poco che ha, Luke ha sempre tentato ogni modo per aiutare sua madre a non lasciarsi andare del tutto, a non perdersi nel limbo dei ricordi e del senso di sconfitta che non l'ha mai abbandonata da quando tutta quella storia è cominciata. Eppure, nonostante i suoi sforzi, le cose sono andate sempre peggiorando. E lui è rimasto con solo l'anima troppo stanca e spossata per poter sopportare altro. È come se andasse avanti per inerzia, come trasportato dalla marea.
Perché, oltre sua madre, c'è anche Calum con tutto ciò che sta vivendo che non riesce a farlo stare tranquillo, che lo preoccupa immensamente e che non lo lascia respirare neppure per un secondo, a causa di quella paura insinuatasi dentro di lui che sembra non volerlo lasciare per nessun motivo.
Si sente svuotato di tutto, Luke; come se non ci fosse altro dentro di lui se non un immenso buco nero che risucchia lentamente ogni poca cosa rimasta; come se la preoccupazione si divertisse a tormentarlo in quel modo, così a lungo fino a che non lo vede quasi cedere del tutto; allora allenta la presa, come a volerlo far riprendere, ma non se ne va mai del tutto. E non se ne andrà mai, fino a che tutto quanto non avrà definitivamente voltato pagina.

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Burn with you || c.h
FanfictionA volte, la discesa verso l'inferno comincia senza rendersene conto, fino a che non è troppo tardi. Troppo tardi per tornare indietro, per cambiare le cose, per salvare qualcosa di ciò ch'è rimasto. O almeno, la nostra è iniziata così. Si cerca una...