Ventinove

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Una libertà a cui a volte si rinuncia perché ci si sente troppo incapaci, deboli.

Troppo deboli per affrontare la vita a testa alta.

Troppo deboli per combattere davvero per ciò a cui si tiene più di tutto il resto.


Avete presente il rumore che fa un vaso quando cade per terra? Rumoroso, improvviso. E i battiti del cuore che corrono nel vostro petto per la sorpresa? O i grossi respiri per riacquistare la calma? O ancora il dolore del taglio che procurano i cocci, se presi in mano nel modo sbagliato? O il senso di vuoto lasciato da quel vaso che, anche se dovesse essere riparato, non sarà mai più lo stesso?

Avete presente tutto questo?

Perché è proprio con quel vuoto che Letizia sta cercando di fare i conti, adesso. Un vuoto che sperava di non dover affrontare ancora una volta. Un vuoto a cui aveva smesso di pensare grazie a Calum, da quando lui aveva continuato a sconvolgerle ulteriormente la vita da quando si erano messi insieme, ormai ben tre mesi prima. Un vuoto che, ora, le sta di nuovo portando via quel poco di buono che era riuscita a far ricrescere dentro di sé. Un vuoto che sembra destinato ad accompagnarla per tanto tempo, nonostante la sua lotta continua per tenerlo lontano il più a lungo possibile. Una lotta che sembra non avere mai esiti a suo favore.


Quel pomeriggio, mentre rincasava passando dal solito posto, si era sorpresa nel notare dalla finestra della camera di Calum la tenda tirata, come se niente e nessuno dovesse entrare. Non si era fatta domande; in fondo, sapeva che il moro e sua madre sarebbero stati fuori casa tutto il pomeriggio, quindi non aveva alcun motivo di preoccuparsi. Eppure... Mentre studiava, non aveva fatto altro che combattere contro un brutto presentimento che le era nato dentro il cuore non appena aveva visto quella barriera. Un brutto presentimento che le diceva che qualcosa non tornava, che c'era qualcosa di sbagliato. Aveva tentato di non pensarci, di fare altre cose, ma non era servito a niente. Alla fine, quella brutta sensazione aveva avuto la meglio su di lei, e la mora si era ritrovata davanti la finestra di Calum ancor prima di rendersi conto di cosa stesse succedendo davvero.

Aveva sospirato, come se solo così facendo i suoi nervi si sarebbero rilassati. Poi aveva scostato la tenda per entrare meglio da quella finestra sempre aperta. Solo che non era preparata a ciò che le si sarebbe presentato davanti agli occhi, all'improvviso.


Guarda il ragazzo davanti a sé come se fosse non fosse davvero lì, cercando di convincersi che non è reale, che è soltanto un incubo; cercando di trovare una spiegazione che sembra non esserci mai stata; tentando di tenere insieme i pezzi della sua anima che è andata ancora una volta in frantumi nella semplice frazione di un istante, capace di farla cadere nuovamente in quel buio che aveva creduto di essersi lasciata completamente alle spalle.

Guarda Calum, cerca i suoi occhi color caffè, sperando di trovarci almeno una risposta, sperando che lui la aiuti a capire e che le confermi che ciò che sta succedendo è soltanto un brutto sogno, dal quale si sveglierà presto. Perché si deve svegliare, Letizia. Deve aprire gli occhi e tornare alla realtà, alla vita in cui, finalmente, lei ed il ragazzo a cui tiene più di tutto il resto stanno bene e non devono più preoccuparsi del passato.

Perché, fino a pochi minuti prima, per la mora era davvero così: per lei, durante quei tre lunghi mesi, le ferite di entrambi sembravano essersi rimarginate, lentamente ma costantemente, facendo così spazio a qualcosa di migliore, di più luminoso e bellissimo. Ne era convinta, con tutta se stessa. Era convinta che tutte le cicatrici stessero scomparendo passo dopo passo, cancellando il marchio dei ricordi da dentro i loro cuori.

Burn with you || c.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora