Ventiquattro

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Un sentimento che, quando si lascia libero, prende campo su tutto il resto.

Un sentimento forte, a volte persino difficile da controllare.

Un sentimento per cui non è mai troppo tardi tornare a combattere, pur di viverlo fino in fondo.


È uscita dall'ospedale da quasi mezz'ora; le cuffie nelle orecchie, i piedi che vanno da soli, le mani nelle tasche grandi della felpa, gli occhi scuri che osservano tutto ma non vedono niente. E da quasi mezz'ora non fa altro che pensare a cosa ha finalmente capito parlando con Michael.

Perché non riesce a togliersi dalla testa quel pensiero, quelle parole che mai riuscirebbe a dire a voce alta, bloccata da una paura più forte di tutte le altre, in grado di imprigionarla dentro quelle stesse mura che si è costruita intorno al cuore, pur di difenderlo, pur di tenerlo lontano dal dolore, senza però riuscirci.
Pensa, Letizia, a quelle parole importanti più di qualsiasi altra cosa al mondo, portatrici di un sentimento che non crede di essere in grado di affrontare. Perché sa di non meritare qualcosa di così bello e così potente che la lascia senza respiro al solo pensarci. Non può permettersi un lusso simile, non dopo la lezione che ha imparato quando era ancora una bambina. Quella stessa lezione che ha rovinato tutto il resto.

Ha paura di non essere pronta per ciò che arriverebbe se decidesse di lasciar spazio a sentimenti che non conosce e che non è in grado di controllare. Ha paura di peggiorare le cose, di perdere quei pochi granelli di sabbia che le sono rimasti tra le dita, così piccoli che potrebbero andarsene lontano da lei nella frazione di un attimo. Ha paura di fare troppi errori; di prendere decisioni sbagliate; di ferire chi non se lo merita minimamente. Ha paura di come andrebbe se anche dall'altra parte i sentimenti fossero gli stessi.

Poi due occhi color del caffè si fanno largo tra i suoi pensieri. Occhi che le mancano più dell'aria. Il suo cuore manca di un battito. Il respiro le si ferma per un istante. Ed una nuova ferita si apre. Perché sa chi potrebbe perdere se si mettesse in gioco; se mostrasse ciò che prova; se si lasciasse andare; se permettesse alle emozioni di avere il controllo; se permettesse a lui di entrare completamente dentro di lei e di curarle l'anima.

Sospira e si sistema gli occhiali sul naso. Vorrebbe soltanto che le cose non fossero così difficili; che non ci fosse una posta in gioco così dannatamente alta; che ci fosse la possibilità di cambiare tutto quanto per ricominciare da zero. Perché ripartire da capo sarebbe la soluzione migliore per tutti.

Alza lo sguardo al cielo, lentamente, fermandosi un attimo in mezzo al marciapiede. Guarda il tramonto prossimo a diventare notte, con le nuvole che in lontananza coprono il sole e creano un gioco di luci ed ombre che Letizia ha sempre amato fin da quando era bambina. Osserva attenta, come a voler imprimere nei suoi ricordi quel piccolo attimo di pace, quella piccola goccia di colore su un muro quasi totalmente grigio, sul quale i colori, le tracce del passato sbiadiscono dopo un po'. Osserva senza fretta, lasciandosi cullare dalla brezza tiepida di fine primavera.

Guarda tranquilla il paesaggio, con la musica che un po' riesce a zittire i suoi pensieri troppo rumorosi, ma che non riesce a nascondere i passi di qualcuno che si sta avvicinando. Passi che Letizia non riesce a distinguere, a riconoscere. Allora si volta, curiosa di sapere chi ci sia dietro di lei. Ma non vede nessuno. E subito un brivido le corre lungo la schiena. Perché è sicura di non essersi immaginata niente.

Torna a guardare la strada davanti a sé, come se non fosse successo niente. Però adesso la musica è spenta e le cuffiette nelle orecchie che non producono alcun suono iniziano a darle un lieve fastidio. Cammina; il passo deciso, le gambe tremano un po', il cuore batte veloce nel petto come se volesse uscirne da un momento all'altro. 

Burn with you || c.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora