Capitolo 3

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La campanella che indica la fine delle lezioni suona, velocemente metto le cose nello zaino ed esco dalla classe. In lontananza vedo Rosie .. era la mia migliore amica poi dopo l'incidente ho iniziato ad allontanare tutte le persone a cui tenevo, non volevo e non voglio nessuno accanto a me, voglio solo stare da sola. Lei alza lo sguardo e mi fa un cenno con la mano sperando in una mia risposta ma io distolgo lo sguardo e continuo a camminare verso casa. Il bus passa tra 20 minuti allora decido di farmela a piedi con 'say something i'm giving up on you' che risuona nelle cuffie, la amo  riesce a colpirti nel profondo e a chiudere nel cassetto i tuoi demoni per quei 3 minuti che dura. Dopo un quarto d'ora che cammino vedo casa mia se così la posso chiamare. Entro dentro e come previsto non c'è nessuno, vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e poi in camera  mia. Non posso lamentarmi è molto spaziosa, tutte le pareti sono bianche e la porta è tutta nera ,attaccata al muro c'è la mia scrivania sempre bianca, sopra c'è il computer ,il letto accanto ad una finestrella e subito affianco un armadio in legno pieno di vestiti appallottolati l'uno sopra l'altro. Prendo il mio libro preferito e inizio a leggerlo, twilight ,personalmente non sono mai stata attratta da questo tipo di storie ma questa mi ha colpito veramente; un amore così grande,  sacrificherebbero le loro vite pur di salvarsi a vicenda. Lui riesce ad andarsene a lasciare l'unica donna che ha mai amato in tutti i suoi anni pur di proteggerla da qualsiasi pericolo. ' Bella, arriverei ad odiare me stesso se dovessi farti del male.Non hai idea di che tormento sia stato... Il pensiero di te, immobile,bianca,fredda..Di non vederti più avvampare di rossore quando capisci che ti prendo in giro.. Non sarei in grado di sopportarlo.. Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante della mia vita.'

 Anche se voglio restare nella mia bolla protettrice lontana da altri pericoli e minacce, nella mia apatia certe volte me la immagino pure io una storia d'amore così, forse desidero semplicemente qualcuno che mi ami un amore vero di quelli impossibili ma che resistono a tutto pur di non lasciarsi mai.

È una bella giornata,allora decido di fare una passeggiata. Mi metto le scarpe ed esco di casa, quando sono in pensiero oppure quando ho bisogno di sfogarmi vado sempre nella foresta, al ruscello sembra di essere in paradiso si sentono gli uccellini cinguettare e l'acqua scorrere, il leggero venticello che ti scompiglia i capelli e il sole che trapassa dai rami degli alberi e ti riscalda,si sentono i passi dei cervi il picchiettio dei picchi contro gli alberi, le api che si posano dolcemente sui fiori che ti incantano con le loro sfumature. Fisso sempre il ruscello, limpido e puro pieno di sassi e pesci che nuotano via alla velocità della luce che provocano quelle simpatiche bolle sulla superficie che era il mistero più grande quando ero piccola non riuscivo mai a capire da dove venissero fuori. Questo posto mi fa venire nostalgia ma è l'unico posto in cui mi sento più vicina a lui, venivamo sempre qui a lanciare i sassi nel ruscello e a rincorrerci per il bosco, le cadute che facevamo sopra le foglie e le arrampicate sugli alberi. Senza nemmeno accorgermene le lacrime iniziano a bagnarmi il viso e si infrangono a terra. Quando qualcuno mi tocca una spalla e io mi giro di scatto leggermente spaventata. E' Zack, non so cosa ci  faccia qui.

-tutto a posto?-

mi chiede guardandomi negli occhi. Io mi asciugo velocemente le lacrime e faccio un cenno veloce con la testa. Lui continua a fissarmi negli occhi, ma non riesco a sostenere il suo sguardo questa volta mi mette in soggezione e poi odio farmi vedere piangere è una delle cose che odio con il profondo del cuore.

-vuoi venire a fare un giro?-

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