Capitolo 2

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La sveglia trilla nella stanza e i raggi del sole trapassano dalla tapparella. Ieri sera mi sono addormentata immersa nei miei pensieri senza preparare lo zaino e i vestiti, vorrei non andare a scuola ma è obbligatorio. Vorrei nascondermi in camera come ogni giorno e non dover parlare con nessuno eppure sono qui a preparare le cose..

Vado in bagno mi pettino i capelli e mi vesto senza fare troppo caso a cosa metto tanto ho solo felpe . Ormai qualsiasi vestito mi sta grande e sinceramente non mi interessa più di tanto, mi infilo le scarpe e esco con lo zaino caricato sulle spalle. Salgo sull'autobus che mi porta davanti a scuola,  mi metto le cuffie life of the party parte e mi calmo leggermente. Ogni giorno sempre la solita routine,  scendo e  alcuni mi indicano, come se fossi un fenomeno da baraccone, sussurrando 'guarda quella è Lydia quella a cui è morto il fratello'. Io non voglio compassione dalle persone non ne ho bisogno voglio solo che la smettano di guardarmi come se fossi un cucciolo che è appena stato bastonato. Entro in classe e mi siedo al mio solito posto in fondo alla classe accanto a persone che non si accorgono nemmeno di me. Sono al quarto anno e non vedo l'ora che finisca, voglio un po di pace lontana da occhi che mi guardano con tristezza e persone che non sanno farsi i fatti loro. La campanella suona e tutti quelli che erano fuori rientrano in classe; il professore è già seduto al suo posto e cerca di richiamare l'attenzione della classe, accanto a lui c'è un ragazzo alto con un fisico da urlo, gli occhi marroni che ti infondono una sicurezza incredibile, i capelli spettinati castani che gli ricadono sulla fronte, le labbra sottili e il naso all'insù.

Il professore che finalmente ha ottenuto silenzio tanto desiderato con un tono di voce troppo alto per i miei gusti inizia a parlare

"Buongiorno ragazzi lui è un nuovo ragazzo, da come potete intuire verrà qui in classe con noi si chiama Zack."

Lui scruta attentamente tutta la classe e si sofferma un po di più su di me, quando incrocio il suo sguardo mi perdo dentro quel marrone pieno di sfumature che mi intimidisce un pò, ma sostengo il contatto visivo. Va a sedersi e il professore comincia la lezioni di chimica. Non riesco a staccargli gli occhi di dosso e la cosa mi disturba; non sono una ragazzina in preda agli ormoni, forse l'anno scorso lo ero ma adesso, nonostante i bei ragazzi che ci sono in questa scuola, non ho più guardato nessuno . La campanella suona, prendo le cuffie e vado diretta in giardino mi siedo sotto un albero e inizio ad osservare ci che mi circonda, ci sono vari gruppi di ragazzi che fumano e si prendono scherzosamente a botte, le coppie che danno spettacolo in mezzo al giardino, poi lo vedo appoggiato al muretto con uno sguardo serio mentre parla con altre tre persone, un ragazzo e due ragazze, parlano piano e con molta agitazione, gesticolano e dopo di che la campanella suona e il gruppo si divide lasciandolo solo appoggiato a muretto con le braccia incrociate, la mascella contratta e gli occhi puntati nel vuoto. È bellissimo devo ammetterlo, pensavo davvero di non riuscire più a provare  normali emozioni che un'adolescente dovrebbe provare, eppure la sola vista di quel ragazzo mi fa impazzire.

Forse si sente osservato perchè si gira verso di me e i nostri sguardi si rincontrano per la seconda volta in una giornata, il mio cuore inizia a battere leggermente più forte allora mi alzo e vado velocemente dentro scuola. Non posso prendermi una cotta per uno sconosciuto, non soffrirò di nuovo.

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