Chapter 4 - Nice to meet you

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La sveglia del telefono suonò alle sette in punto.

Cami si alzò, si stiracchiò e infine si guardò allo specchio.

- Sì, concordo, hai bisogno di una sistemata.

Si voltò di scatto. Ally era appoggiata allo stipite della porta, perfettamente vestita e truccata, con il solito sorrisino spavaldo sulle labbra.

Cami notò che aveva le fossette.

- Muoviti, Austin arriverà a minuti.

- Dirmelo prima? - rimbeccò Cami.

- E perdermi la tua faccia allarmata e confusa da pulcino smarrito? Non mi sembrava proprio il caso. - ridacchiò Ally.

Cami le rivolse un'occhiataccia, poi prese dei vestiti di ricambio dalla valigia e la trousse, diretta al bagno.

Dopo essersi lavata e vestita, si armò di matita e pennello, e rese il viso uniforme e luminoso, con i contorni degli occhi delineati dal trucco nero.

Quando entrò in cucina, trovò Austin ed Ally intenti a bisbigliare e farsi coccole.

Già di prima mattina?, pensò Cami.

- Buongiorno. - disse.

Nessuna risposta.

Tossì.

- Ahm... Buongiorno Cami. Tutto bene? - Austin mise insieme le parole con stupore e confusione.

- Tutto bene, grazie. - Cami lo guardò con circospezione.

Ally si staccò da Austin e andò a mostrare alla nuova coinquilina dov'erano il caffè e i biscotti.

Cami cercò di prepararsi velocemente la colazione, ma mangiava piano e questo tradì i suoi buoni propositi.

- Le lezioni cominciano alle otto e se arrivi in ritardo o perdi qualche lezione la considerano responsabilità tua e dunque va a tuo danno. Cioè, quello che perdi devi sapertelo ricavare in un qualche modo autonomamente... Per fare un esempio, se perdi una coreografia, non puoi chiedere la lezione seguente di fartela rivedere. - spiegò Austin.

- Afferrato.

Camminarono silenziosi fino all'ingresso della Juilliard.

- Sicura che non vuoi aspettare che ti chiamino? - le chiese, all'entrata.

Lei gli rivolse uno sguardo piatto.

- Quella è una scusa che si usa per liberarsi della gente. Davvero non lo sapevi? - rispose Cami.

- Oh.

Entrarono, e Cami fu lieta che al punto accoglienza ci fosse una signorina mora e non la bionda del giorno prima.

- Buongiorno, sono Camila Cabello. Ero qui ieri per la richiesta di alloggio e la sua collega mi ha pregata di tornare oggi.

La mora rispose al "Buongiorno", poi agitò il mouse del computer e guardò lo schermo.

- Qui risulta che l'unica stanza libera attualmente è la numero 365. Le consiglio di contattare... - guardò lo schermo per fare riferimento al nome - il signor Mendes.

- Ha un numero, un e-mail... Un contatto qualsiasi con questa persona? - chiese Cami.

- Il signor Mendes non ha lasciato contatti.

- E come posso trovarlo? Non so nemmeno che faccia abbia! - esclamò Cami.

Austin si stava mordendo il labbro.

- Tu lo conosci? Sai chi potrebbe essere questo Mendes? - gli si rivolse l'amica.

Lui la guardò. Non poteva tenerlo nascosto a lungo.

- Sì, pero' io e lui non siam...

- Va bene così, grazie. Arrivederci! - disse Cami, sovrastando la sua voce.

Lo prese per un braccio e lo trascinò lontano dal punto accoglienza.

- Dove posso trovare Mendes?

Austin inspirò.

- Ho il suo numero. Possiamo chiamarlo, ma vacci piano. Non aggredirlo, è una persona... particolare.

Cami strinse gli occhi a fessura.

- Okay. Chiamalo.

Lui estrasse il telefono dalla tasca e lo sbloccò, poi effettuò la chiamata.

Attesero poco.

- Pronto?

Era una voce strana, Cami non ne aveva mai sentita una così... Dolce, graffiata e seria. Era davvero una bella voce.

Austin le fece segno di parlare.

- Salve, signor Mendes. Io sono Camila Cabello e la chiamo da questo cellulare perché avrei bisogno di incontrarla il prima possibile. Austin mi ha gentilmente prestato il cellulare.

Ci fu silenzio per qualche secondo.

- Perché mi vuole vedere? - chiese Mendes.

- Ho fatto richiesta per un alloggio qui alla Juilliard e mi hanno detto che l'unico alloggio libero è la sua stanza. Mi chiedevo se non volesse parlarne prima.

- Oh, certo che voglio parlarne! Con la Juilliard! Non si prenda più il disturbo di chiamarmi, signorina, non ce ne sarà bisogno. - rispose in modo duro.

Cami rimase interdetta. Aveva immaginato più cortesia e affabilità nel signor Mendes.

- E adesso?

- Shawn e la sua famiglia danno contributi importanti alla Juilliard, di sicuro non gli è piaciuta questa notizia. Da quando ha messo piede qua dentro, ha voluto la stanza migliore e ha imposto di non condividerla con nessuno. Questo non gli è piaciuto di certo. - spiegò Austin.

- Bravo, aspetta ancora un po' a dirmi che mi sono appena messa contro un figlio di papà ricco sfondato e per giunta viziato! - esclamò Cami, in collera.

Austin guardò lo spazio vicino al punto accoglienza: a destra c'erano le scale, ai cui lati si aprivano due corridoi, nascosti all'atrio. Egli si aspettava di sentire delle grida provenire da uno dei corridoi.

Invece ci fu silenzio.

Un silenzio assordante, che annunciava solo il presagio di una tempesta.

Dei passi.

Un fruscìo.

Un ragazzo attraente dall'espressione furiosa.

L'atrio ampio e cristallino brillava di luce bianca, resa ancora più vivida dai raggi del sole che inondavano la stanza. La vetrata trasparente rifletteva il risveglio di New York, mentre tre ragazzi in silenzio respiravano a tempo con lo scadere dello stesso, prima che la giornata avesse il suo vero inizio.

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THERE'S AN ENERGY WHEN YOU HOLD ME, WHEN YOU TOUCH ME, IT'S SO POWERFUL!

Come state? Pronti per l'anno nuovo? (Sperando che sia meglio di quello vecchio, ugh)

Mi sento fiduciosa, il 2016 deve portare qualcosa di buono. Oltre ai biscotti gnaw.

Btw, cibo preferito?

Il mio dovreste già saperlo ;)

Ditemi se il capitolo vi è piaciuto e... Buon anno nuovo!

#capodannoparty

#getdrunkbabes

#nicethingsonly

Hugs ❤❤

Shawn 365 (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora