Chapter 18 - Slap!

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Per un paio di settimane Shawn passò pochissimo tempo in camera e rimaneva in Accademia solo per seguire le lezioni. Andava sempre a provare pezzi nuovi nelle varie aule oppure a Central Park e stava tantissimo con Ashley.

Alla lunga la bionda iniziò a risentire questo attaccamento.

Una sabato sera, Shawn curò molto il suo aspetto mentre pensava alla notte di sesso che lo aspettava con Ashley.

Impiegò il doppio del tempo che ci metteva di solito per dare forma ai suoi capelli.

Orgoglioso della pelle liscia e del look figo che sfoggiava, uscì con un gran sorriso.

Cami, con un libro in mano, aveva seguito tutti i suoi movimenti e aveva percepito un po' di fastidio nel suo entusiasmo perverso.

Guardò l'orologio. Erano appena le dieci.

Tornò al suo libro con l'umore sottoterra.

Poco dopo Luke le mandò un messaggio per poter effettuare una videochiamata.

- Cos'hai fiorellino? - domandò, riconoscendo la sua espressione triste dalla webcam.

- Nulla... Mi annoio. Probabilmente sono stanca.

- Che hai fatto oggi?

- Niente.

- Allora come fai a essere stanca? - rise il biondo.

Cami passò le dita tra i capelli, con le labbra sporte in una smorfia.

- Non esiste solo la stanchezza fisica, Luke. - spiegò.

- Mmh... Allora dimmi, chi ti ha fatta immusonire così?

In quel momento Shawn entrò in camera come una furia.

- Tu! E' tutta colpa tua! Maledetta! - additò Cami.

Lei si spaventò a morte.

Lo guardò terrorizzata, senza capire.

Cosa era successo? Cosa c'entrava lei?

- E' sempre colpa tua, cazzo! Sparisci. - le urlò.

- Ma che cazzo succede? - si udì la voce di Luke dal computer, sulla difensiva.

- Ti richiamo. - disse velocemente Cami, prima di chiudere la videochiamata e spegnere il computer.

Lo lasciò sul comodino, anche se non era il posto dove doveva stare.

- Mi hai sentito? Devi sparire, porca troia. - ripeté Shawn, con voce cattiva.

- Tu sei pazzo. Cosa c'entro io con quello che ti è successo, qualunque cosa sia? - ribatté Cami.

- Ashley mi ha mandato via. Ed è. Solo. Colpa. Tua!

Cami si morse il polpastrello del dito, forte, per impedirsi di urlargli contro e piantare un ceffone violento su quel faccino viziato.

- Datti una calmata e usa il cervello: Ashley e io neanche ci parliamo, sappiamo poco o niente l'una dell'altra. Come fai a pensare che sia colpa mia se lei non ti vuole?

- Perché mi muori dietro e vuoi che lei si allontani!

- Con che coraggio! Come osi! Non posso crederci. E con che presunzione! Sei un arrogante del cazzo, viziato e lunatico: per forza che non ti vuole! Chi ti vorrebbe?! - esplose lei.

La sua guancia venne colpita da uno schiaffo.

- Sta' zitta. Sta zitta', cazzo. - sibilò, la voce durissima.

Una lacrima scese su quella stessa guancia, che bruciava.

- Sei un pazzo. - sussurrò Cami, la voce incrinata.

Trascorsero dei secondi eterni. Lui era bloccato nel suo sguardo pieno d'odio, fisso sulla pelle che le sue dita avevano colpito.

Non ci aveva neanche pensato su, l'aveva fatto e basta.

Uscì impetuosamente com'era entrato. Lei, con il volto umido, cadde in ginocchio e pianse.

Cosa aveva fatto per meritarsi quell'odio? Perché era così ingiusto quello che stava vivendo? E perché faceva così male?

Al di là dello schiaffo, provava un dolore molto più intenso, che veniva da dentro.

C'era qualcosa di sbagliato in lei? Istigava rabbia e violenza per caso? Aveva fatto qualcosa di ingiusto nei suoi confronti senza neanche accorgersene?

Non trovava una risposta.

Tutto ciò non aveva senso.

Che motivo aveva di picchiarla?

Rispose all'istante alla chiamata in arrivo di Luke.

- Ehi, fiorellino... Chi era quel pazzoide? - chiese dolcemente il ragazzo.

Cami piangeva in silenzio.

- Cami?

Provò a parlare, ma non uscì alcun suono dalla sua bocca.

- Cami, ci sei?

Lei scosse la testa, soffocando un singhiozzo in fondo alla gola.

Piangeva senza poter chiudere la bocca, eppure stava in silenzio.

Sentiva le lacrime venire giù a grandi quantità.

Dovette tirare su col naso.

- Perché piangi? Dimmi cos'è successo... Ti prego. - continuò Luke, tenendosi in ascolto.

Di nuovo, lei fu incapace di parlare.

- Beh... Visto che non dici nulla... Ci sentiamo... Domani?

Cami annuì, stupidamente, nonostante sapesse che lui non poteva vederla.

Luke riattaccò.

Lei andò a prendere i fazzoletti in bagno e dopo aver sciacquato la faccia, si ripulì.

Naturalmente, passò la notte insonne.

La sua analisi mentale si avviò dal momento in cui tirò le coperte fino al mento, con la luce spenta e l'intenzione di riposarsi.

Dopo un po' notò una delle ragioni della sua rabbia e del suo dolore: lui sapeva.

Sapeva perfettamente che lui le piaceva e non si era fatto scrupoli a rinfacciarglielo, facendo sembrare la cosa ridicola.

Forse lo era proprio. Era ridicolo che lui le piacesse: oltre all'aspetto esteriore, non aveva nulla di attraente. Nulla davvero.

Non leggeva libri, non era in grado di sostenere una conversazione civile, non era divertente e mancava di profondità psicologica.

Com'era possibile che Halsey lo lodasse per le sue abilità musicali? Non poteva scrivere canzoni senza un minimo di cervello, eppure a lei non mostrava che i suoi lati peggiori.

In più era viziato. Da morire.

Ora che il suo giocattolino preferito si stava ribellando e non voleva essere a sua disposizione costantemente, se la prendeva con lei, come se ciò avesse senso.

Non era tornato in camera e da un lato era una cosa positiva. Cami aveva potuto fare la sua analisi senza dover fingere di dormire e senza nascondere il suo subbuglio interiore.

Inutile dire che al mattino aveva delle occhiaie profonde e marcate.

- Buongiorno, Cami. Oh, guarda: sta per iniziare un'altra giornata di merda! - sorrise con falsa ironia al suo riflesso nello specchio.

Passò le dita sul punto in cui poteva ancora sentire lo schiaffo di Shawn.

- Me la pagherai, bastardo.

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OH NA-NA!

Sì, è così.

Luke è il santarello e Shawn picchia. Fa strano anche a me!

Don't worry, la situazione non resterà così per sempre.

*un minuto di silenzio per il piercing di Luke che è stato abominevolmente sfrattato*

A presto ciccine ❤

Shawn 365 (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora