Chapter 7 - She bad

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Cami si sedette dietro due ragazze, una bionda e una mora, in terza fila.

Mentre il professore esponeva il programma dell'anno, la mora si voltò a guardarla.

- Camila, giusto? - sussurrò.

- Sì... Cami. - rispose Cami timidamente.

- Io sono Lauren, lei invece è Halsey.

- Piacere di conoscervi, ragazze. - mormorò Cami, sorridendo.

Quando si accorse del silenzio che regnava, indirizzò lo sguardo verso il professore, che la fissava serio.

Abbassò gli occhi, rossa di vergogna.

Perché dovevano guardarla tutti?

Finita l'ora, Lauren e Halsey uscirono dall'aula con Cami e le fecero delle domande.

- Vengo dall'Arizona. Domenica ho perso il volo a causa del traffico, così ho dovuto aspettare fino a martedì per poterne prendere un altro e arrivare qui a New York.

- Da che città dell'Arizona vieni? - chiese Lauren immediatamente.

- Phoenix.

- Oh... Io abitavo a Tucson prima di venire qui a New York. Mi sono trasferita quest'estate, per poter lavorare un po'.

- Sei di Redington, stupida. - la corresse Halsey.

- Dov'è Redington? - chiese Cami.

- In qualche collina inculata nella Green Valley a centoventicinquemila ore da Tucson. - rispose piatta Halsey.

- È a Tucson! E poi la Green Valley è opposta a Redington, idiota. - rimbeccò Lauren.

- Come vuoi, zappaterra. - ridacchiò Halsey.

- Zappache? Guarda che tu non sei meglio di me, sottospecie di s...

- Ragazze... - azzardò Cami.

- No no, lasciala parlare. Sentiamo la cretinata del secolo. - sorrise Halsey.

- Si sta facendo tardi... Dobbiamo andare a lezione. E io non ho ancora l'orario. - insisté Cami.

Tra sbuffi e punzecchi, percorsero il corridoio e arrivarono a destinazione.

- Cosa si fa adesso?

- La Parke insegna canto. Ti anticipo che adora la lirica e la musica classica. - rispose Lauren.

- Sì, tutta quella roba pallosa a note alte e stridule. - aggiunse Halsey.

- Se tu sei stonata non è colpa della lirica, cara la mia Halsey.

E lì iniziò un nuovo battibecco.

***

Shawn decise di passare la giornata in camera a suonare per conto proprio, senza immischiarsi con quel mondo che l'aveva tanto fatto arrabbiare.

Improvvisamente, mentre era immerso nella composizione di una melodia, sentì bussare alla porta.

- Signor Mendes?

Era la ragazza al punto accoglienza, Shawn riconobbe la sua voce.

Posò la chitarra e cercò di sembrare calmo e non incazzato col mondo.

- Avanti.

La ragazza entrò.

- Volevo avvisarla che la signorina Cabello si sistemerà domani in questa stanza. - disse, con voce cordiale e distaccata.

Shawn 365 (Shawn Mendes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora