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Mi chiamo Allyson, Ally per gli amici, per modo di dire, io non ho amici, almeno non più da quando i miei genitori sono morti in un incidente stradale. Ho 18 anni, ma ne dimostro di più, durante questi anni sono maturata, sono in pace con me stessa, mentre prima non lo ero.
Dal giorno dell'incidente niente è più come prima, i ragazzini mi prendevano costantemente in giro perché non avevo più una mamma e un papá e io mi chiudevo in me stessa autolesionandomi, ma a nessuno è realmente importato, svariate volte sono svenuta perché tagliavo qualche vena importante causando un'emorragia interna ma nessuno mi ha mai chiesto perché lo stessi facendo.
Non mi taglio più da un anno, vivo in una casa famiglia con le suore che non mi fanno nemmeno vedere la luce del sole e con dei compagni di stanza davvero antipatici. Ma domani tutto cambierá, finalmente dopo qualche mese che ho compiuto la maggiore etá qualcuno ha bisogno di me, lavorerò in una casa come baby sitter e mi daranno vitto e alloggio.
Non so niente di questa famiglia, so solo che vivono in una villa appena fuori paese e che sono molto benestanti.

Cercai di fare il più piano possibile mentre chiusi la cerniera della mia grande valigia, non posso credere che sia arrivato il grande giorno, il giorno in cui diventerò indipendente, il giorno in cui uscirò da questo orribile posto e il giorno in cui avrò un vero lavoro con una vera paga.

L'auto è parcheggiata fuori dall'edificio che mi aspetta, salutai velocemente le suore che mi hanno cresciuta e salì sull'auto che partí appena chiusi la portiera.

Immagino già come sará abitare in quella villa, bravi bambini, ottimi genitori....in teoria non dovrei avere problemi.

L'auto si fermò davanti a una grande villa bianca circondata da una vasta distesa verde e molte piante, feci attenzione a non inciampare nel terreno ghiaioso mentre trascinai la valigia sull'asfalto.
Si sentiva la musica rimbombare nelle orecchie e dovetti fermarmi a un passo dalla porta d'ingresso per colpa di due ragazze decisamente ubriache che si aggrappavano l'una sulla spalla dell'altra per non cadere.
Di solito quando c'era una festa vedevo parcheggiati solo macchinoni vecchi e sporchi di fango.
Non ero proprio abituata alle macchine di lusso, e in quel momento ce n'erano almeno una ventina ai due lati del vialetto d'ingresso.
Alzai gli occhi sull'imponente edificio di tre piani che sorgeva direttamente sulla sabbia candida di Miami Beach, in Florida. Era davvero enorme e bellissima.
La porta si aprì bruscamente facendomi indietreggiare. Mi ritrovai davanti una ragazza con i capelli biondo ramato, alta e slanciata, che indossava un vestitino corto rosso acceso e un paio di tacchi così vertiginosi che se avessi cercato di portarli io mi sarei spaccata l'osso del collo. Notai subito il disgusto emanato dal suo broncio. Non sapevo molto della gente come lei, eppure non avevo dubbi sul fatto che il mio abbigliamento da grande magazzino a buon mercato non incontrasse la sua approvazione.
Quello, oppure c'era un enorme insetto che mi si stava strisciando addosso.

《Chi sei?》

《Ehm...sono la nuova baby sitter...》

《Oh...Non sapevo che avessero deciso di prenderne una》Disse scrutandomi.

《Beh...Ehm...sapresti dirmi dove posso trovare i padroni di casa?》

《In questo momento non ci sono, siamo nel pieno della festa e se ci fossero stati ci avrebbero ammazzati》Rise.

《Però posso portarti dal maggiore dei fratelli, l'ha organizzata lui la festa, è anche casa sua》Continuò.

《Oh, certo, grazie!》

《Di niente!》
Fu la sua risposta prima di prendermi per mano e tirarmi dentro casa con sè.

La stanza non era affollata come avevo immaginato superando l'ampio ingresso senza porte e passando sotto l'arco che dava su quello che doveva essere il salotto. Era più grande della mia casa, o meglio, della mia ex casa. Due porte a vetri, aperte, offrivano una vista mozzafiato sull'oceano, e mi facevano venire voglia di godermela da più vicino.

《Da questa parte》Disse la ragazza ancora senza nome, facendosi strada verso un...bar? Ma dai? Una casa con un bar all'interno?
Mi guardai intorno, mentre passavamo in mezzo alla gente. Tutti si interrompevano per darmi una rapida occhiata. Probabilmente ero così diversa da loro che non potevano evitare di notarmi.

《Bryan, lei è.....com'è che ti chiami?》Disse guardandomi.

《Allyson, Allyson Miller》

《Lei è Allyson. Credo sia roba tua. L'ho trovata qua fuori, mi sembrava un po' persa》

Disse la ragazza, e io staccai lo sguardo dai curiosi per vedere chi fosse quel ragazzo. Oh. Mio. Dio. Questo Bryan era un ragazzo biondo con gli occhi di una tonalità calda, quasi verde, il suo viso era omogeneo con una pelle perfetta e un filo di barba sul mento. Wow.

《Tu dici?》Rispose Bryan in tono annoiato, chinandosi in avanti dal divano bianco dove un secondo prima era sdraiato comodo con una birra in mano.

《Carina, ma giovane. Non direi che è roba mia》

《Non in quel senso, idiota! Dice di essere la nuova baby sitter per le quattro pesti, però se proprio non la vuoi la posso ospitare a casa mia per qualche giorno》

Bryan socchiuse gli occhi e mi studiò con attenzione.

《Perfetto, quindi non è roba mia》Sentenziò prima di stravaccarsi di nuovo sul divano.
La ragazza si schiarì la gola. 《Stai scherzando, vero?》

Bryan non rispose e bevve un sorso dalla bottiglia di birra che teneva in mano.
Il suo sguardo si era fissato su quello della ragazza, e avvertivo un senso di minaccia in quegli occhi. Mi avrebbe chiesto di andarmene. E non sarebbe stato bello, perché alla casa famiglia ammettevano i ragazzi fino ai 18 anni appena compiuti, e io non rientravo più in questa fascia di etá.
L'attenzione di Bryan si era spostata di nuovo su di me. Era in attesa di una mia mossa. Cosa si aspettava che dicessi? Un sorrisetto gli sfiorò le labbra, poi mi fece anche l'occhiolino. Stronzo.

《Stasera ho la casa piena di ospiti e il mio letto è già al completo -guardò la ragazza facendole l'occhiolino e lei arrossì- Credo che sia meglio mandarla a cercarsi un albergo》

Afferrai il manico della valigia che avevo lasciato al mio fianco.

《Ha ragione, è meglio se me ne vado. Venire qui è stata una pessima idea》Tagliai corto, senza guardarlo negli occhi. Non posso obbligarlo a farmi restare a casa sua, ma è stato un gran maleducato.
Le lacrime mi pungevano gli occhi: stavo per diventare una senzatetto. E non riuscivo a guardare quei due in faccia.
Voltai le spalle, e con lo sguardo basso, puntai dritta verso la porta. Sentii la ragazza discutere con Bryan, ma feci finta di niente. Non volevo sapere che cosa stava dicendo su di me quel ragazzo stupendo. Non gli piacevo, si vedeva.

《Già te ne vai?》Chiese una voce. Alzai lo sguardo e vidi il sorriso compiaciuto di una ragazza che avevo visto quando sono entrata. Neanche lei mi voleva. Ma facevo così schifo a quella gente?
Riabbassai lo sguardo a terra e aprii la porta. Ero troppo orgogliosa per dare a quella, la soddisfazione di vedermi piangere.
Una volta fuori, al sicuro, mi lasciai scappare un singhiozzo e raggiunsi lo stradone principale lontano dalla proprietá di Bryan. Se non avessi con me la mia valigia mi sarei messa a correre. Mi serviva il senso di protezione che solo la mia mamma mi sapeva dare. Mi mancava casa mia. Mi mancava mia madre e mio padre, la mia famiglia. Quando un altro singhiozzo mi esplose nel petto, mi sedetti su una panchina e cominciai a piangere.

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