Le risate erano sempre più frequenti, i rumori erano sempre più forti.
Bryan e Sophie erano in quella fottuta cucina da più di quattro ore, chissà a fare cosa, sicuramente non per mangiare.
D'un tratto le risate cessarono e in sottofondo si udirono dei gemiti strozzati che mano a mano si amplificarono diventando sempre più forti. I mobili sbattevano contro il muro e se la cucina non fosse attaccata alla porta di ingresso sarei già scappata da questa casa dove si stava appena svolgendo una scena simile ad un film porno.
Di certo però potevo constatare che Bryan era un gran pezzo di fusto che tutte le ragazze avrebbero voluto, solo per il suo fascino, perché chissà quale strane idee passavano per la testa di quel ragazzo. Con i suoi modi arroganti, sempre presuntuoso e pieno di se con tutti. Strafottente e puttaniere fino al midollo, con una ragazza diversa ogni sera.
Non sapevo cosa ci trovasse di bello a trattare le ragazze in questo modo, usandole a scopo personale per una notte per poi abbandonarle il giorno dopo senza nemmeno guardarle in faccia.
Mia madre una volta mi disse che gli uomini così, lo facevano perché erano solo dei codardi che avevano paura di innamorarsi. E avava ragione. Poi disse anche che se arrivava l'amore, se non si riusciva a pensare ad altro che alla persona che si desiderava ardentemente e se non si voleva altro che lei....allora si, anche loro, quegli uomini orgogliosi e puttanieri non potevano evitare di provare quei sentimenti. Perché l'amore è inevitabile. Non si può respingere. Ecco perché non voglio amare. Non voglio più soffrire, in nessun modo, e in amore si soffre sempre. Lo so.
Non sono mai stata innamorata, mai. E non credo che accadrà.
E anche se dovesse accadere sarei costretta a reprimere e seppellire quel sentimento. Perché non sono abbastanza forte per affrontarlo.

Senza rendermene conto mi ritrovai in punta di piedi in cima alle scale per vedere se Sophie fosse ancora li e come immaginavo si stava struasciando contro il cavallo dei pantaloni di Bryan. Disgustoso.
Cercarcai di fare il meno rumore possibile per non farmi vedere quando uscivo mentre loro continuavano a strusciarsi sullo stipite della porta.
La porta d'ingresso fece un cigolio appena la aprì e mi guadagnai le occhiate confuse dei due ragazzi poco distanti da me.
Ecco. Ci mancava solo questa.

《Dove stai andando?》Mi chiese seccato Bryan per averlo interrotto mentre scopava sulla porta.

《Fuori》Dissi in tono ovvio e anche un po seccato ricambiando l'occhiata che mi stava lanciando.

《Ti avevo detto di uscire dalla finestra se volevi, dovevi restare di sopra》

Risi per la sua affermazione.

《Tecnicamamete mi avevi detto di non scendere prima delle dieci, e se non erro ora sono le...-guardai l'orologio-...undici e mezza》Dissi soddisfatta lasciandolo imbambolato a fissarmi come una cozza.

Sfoderai un sorriso beffardo e mi congedai.

《Beh, scusate l'interruzione, continuate pure a scopare sulla porta, me ne vado subito》
Bryan mi guardò con uno sguardo che se mi potesse uccidere, lo avrebbe fatto con quello.

Aveva il fumo che gli usciva dalle orecchie mentre Sophie era rimasta impalata a guardarmi senza nessuna espressione sul volto.

Chiusi la porta alle mie spalle e per un attimo un brivido mi attraversò la pelle per l'aria fresca di Miami.
Mi strinsi le spalle e mi incamminai verso la discoteca non molto distante da qui. L'avevo vista mentre stavo arrivando alla villa il primo giorno.

*****
Le luci erano spente, e solo adesso mi ricordai che era notte fonda e che non avevo le chiavi per entrare in casa.
La porta era chiusa a chiave e non trovavo il coraggio di suonare il campanello.
Sbuffai rumorosamente mentre mi tiravo i capelli frustrata.

Ricordai dove fosse la camera di Bryan e senza esitare cominciai a lanciare dei sassolini sulla sua finestra che era chiusa con la luce spenta.
Sbuffai rendendomi conto che stava dormendo e aveva il sonno pesante.

《Al diavolo!》Dissi quasi urlando esasperata.

La luce della sua camera si accese e un Bryan con i capelli scompigliati e gli occhi ancora mezzi chiusi apparì dal cornicione della finestra.

《Che cazzo succede qui? Allyson? Che fai fuori alle tre del mattino?》

《H-ho d-dimenticato le chiavi》Balbettai tremando per il freddo.

Sul suo viso apparve una smorfia divertita. Che cosa c'è di divertente?

《Dove eri andata?》

《Dovrebbe importarti?》Dissi seccata.

《Voglio solo sapere che cosa hai fatto quattro ore fuori casa, dopo la tua figura di merda con Sophie》

《Io non ho fatto nessuna figura di merda con la tua ragazza! Siete voi che stavate tranquillamente scopando in cucina! Per tua informazione esistono le camere!》

《Sei gelosa, piccola?》

Risi.

《Io, gelosa di te? Pff, ma non farmi ridere! E non chiamarmi piccola!》

Lui rise sotto i baffi mentre richiudeva la finestra.

《Ehi, aspetta!》

Riaprì mentre sbuffò seccato.

《Che vuoi?》

《Che voglio? Mhmm, vediamo un po....MAGARI CHE TU MI VENGA AD APRIRE QUESTA FOTTUTA PORTA?》

《Uno, non urlare con me. Due, la prossima volta impari a portarti le chiavi quando esci!》 Detto questo richiuse la finestra non dandomi il tempo di ribattere e lasciandomi pietrificata con la bocca spalancata.

Mi sedetti sul muretto di fianco alla porta e tirai qualche testata al muro dietro di me sperando che questo incubo non sia vero.
Quello stronzo non aveva intenzione di venirmi ad aprire, e io dovevo rimanere li fuori tutto il tempo!





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