NARRATOR'S POV

Bryan se ne stava li, seduto in quella sedia blu dell'ospedale, ad aspettare quella notizia che tanto sperava arrivasse. Sapeva che la vita di Al era appesa ad un filo, in bilico tra la vita e la morte. Sapeva anche che se lei se ne fosse andata non sarebbe più uscito dalla sua camera per giorni, forse settimane. Lui l'amava e non poteva accettare il fatto di perderla. Se solo avesse visto prima quella macchina arrivare, non avrebbe mai permesso che attraversasse la strada. Se lo continuava a ripetere, era colpa sua. Anche se in fondo lui non aveva colpe. La colpa era del conducente, forse ubriaco, che era passato lo stesso con il semaforo rosso.

Bryan non aveva ancora smesso di torturarsi i capelli e Chiara non smetteva di piangere, si addossava lei tutte le colpe, se non l'avesse trascinata sulle strisce pedonali forse adesso starebbe bene.
《È tutta colpa mia Bry, perdonami.》continuò lei a piangere sulla spalla del ragazzo, che non aveva ancora proferito parola da quando erano arrivati li dentro.
Non rispose. Non ne aveva la forza. Si limitò a scuotere la testa e portarsela tra le mani.
Quando si decise ad alzare lo sguardo, gli occhi gli si illuminarono. Il dottore era appena uscito dalla sala operatoria e non traspariva nessuna espressione dal suo volto. Bryan all'inizio non capì se stesse bene o fosse ancora in pericolo di vita, ma quando il dottore parlò quel barlume di speranza che gli si era acceso negli occhi, si spense all'istante.
《L'operazione è andata a buon fine, ma la signorina è ancora in coma farmacologico. Ha subito una grave lesione al fegato e ha avuto un trauma cranico, da non sottovalutare. Quello che vi consiglio, ragazzi, è di tornare a casa e ripassare domani, per ora la paziente non può ricevere visite.》Bryan non voleva andarsene lasciandola sola, non avrebbe dormito comunque, anche se le occhiaie sotto i suoi occhi erano ben evidenti.
Scosse la testa sotto lo sguardo compassionevole del medico. Lui non voleva la sua compassione, lei si sarebbe svegliata, non l'avrebbe mai lasciato solo.
《Posso...posso vederla cinque minuti?》chiese con la voce tremante. All'inzio il medico sembrava contrariato, ma quando vide il suo sguardo supplicante, annuì e si spostò di lato per farlo passare. 《Stanza numero 8》istruì il medico prima che Bryan corresse come un fulmine verso la stanza. Non vedeva l'ora di vedere Al, e il pensiero che forse non la poteva più abbracciare gli balenò in mente.

Con mani tremanti aprì la porta e la richiuse alle sue spalle, per poi girarsi lentamente e vedere il corpo pallido e pieno di lividi di Al. Spalancò gli occhi quando vide il saturimetro, la macchina al suo fianco, che segnava il battito cardiaco quasi inesistente.

Si sedette al suo fianco e prese la sua mano, piena di fili e tubi attaccati.
Non poteva credere che stesse accadendo a lui. Quel ragazzo sempre menefreghista e scontroso stava piangendo, stava perdendo l'unica persona che abbia mai amato.

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